Primo PianoIntrattenimento

Din don: che film ti ha portato Babbo Natale?

Jingle bells risuona ossessivamente nella testa e nelle storie Instagram zeppe di alberi e calendari dell’avvento.

A proposito, “zeppe” mi ha fatto pensare alle zeppole calde, quelle che nonna mi fa trovare quando rientro a casa per le vacanze.

La casa addobbata a festa si colora di rosso e di lucine scintillanti, come le vetrine dei negozi e le strade ingombre di un via vai di persone con pacchetti nelle mani. Panettoni, tombolate, Babbo Natale, regali, auguri, feste e grandi abbuffate…

Il Natale è nell’aria, il conto alla rovescia sta per scadere. Manca qualcosa, però, al quadro descritto: nelle poche sere di tranquillità tra una festa e l’altra, appollaiati sulla poltrona di fianco al camino, facendo zapping alla TV, troviamo i soliti classici film natalizi, senza i quali non sarebbe lo stesso.

  • Il Grinch

Verde, peloso, rugoso e malefico. È lui, il grande nemico del Natale! Il Grinch odia il Natale! Si è esiliato sul Monte Briciolaio per il disprezzo contro gli abitanti di Chinonsò, sempre alle prese con i preparativi natalizi. Un giorno viene invitato alla festa del paese dalla dolce bambina Cindy Lou che non crede egli sia veramente cattivo. Quando vi si reca, ricordando le umiliazioni subite dai nonsochi, progetta di rovinare loro il Natale. Se il Grinch è così, infatti, c’è un motivo e il film ci porta alla ricostruzione di questo, mente Cindy non si dà per vinta e continua nella sua opera di bene. Tra grasse risate, il film ci insegna a riscoprire il vero valore del Natale: la bontà e la solidarietà tra gli uomini.

  • Mamma ho perso l’aereo

Tutti pronti per la partenza, si va in Francia… ma tutti tutti? Dimenticato nella cantina c’è Kevin, la piccola peste della famiglia McCallister. Che gioia scoprire di essere solo in casa, finalmente libero! A guastargli le feste intervengono i “banditi del rubinetto”, due ladri che prendono di mira la sua casa. Il bambino riserva loro una serie di diaboliche trappole che divertono lo spettatore, ma che mettono a dura prova i ladri. Nel frattempo, la madre, accortasi tardi di aver dimenticato il figlio, vorrebbe tornare, ma può mai andare tutto liscio? Sarà il vicino di casa Marley, un vecchio solitario, a salvare Kevin e a trasmettergli il senso della famiglia, sul quale in fondo il film riflette.

  • Una poltrona per due

È un cult dagli anni ‘80. Protagonisti sono due uomini profondamente diversi, i cui destini si incrociano in maniera bizzarra. Louis è un altezzoso e ricco agente di cambio a cui non manca nulla, Billy è un senzatetto imbroglione costretto a chiedere l’elemosina.

L’incontro avviene per strada la notte della Vigilia di Natale, in cui Louis pensando di essere stato aggredito da Billy, lo fa arrestare. I datori di lavoro dell’agente, che avevano assistito alla scena, avviano una scommessa: sono fattori genetici o ambientali a rendere un individuo un criminale? Per verificarlo, usano i due come cavie, stravolgendone le vite. Mettono Billy in una posizione di privilegio e mandano in rovina Louis. Quest’ultimo escogita modi per riscattarsi e vendicarsi, ma senza grandi risultati. Quando tutto sembra perduto, la verità viene a galla e nasce un inaspettato sodalizio tra i due ex rivali che, alla fine, avranno la meglio e la ricchezza. Anche in questo caso si possono trovare temi filantropici, e una riflessione sulla precarietà della fortuna, della serie: l’uomo in difficoltà che ignori, domani potresti essere tu.

  • Miracolo nella 34° strada

Remake di un Oscar del ’47, è un film che non rinuncia ai sogni. Credete a Babbo Natale? Questa è la domanda che percorre la trama e che si pone la piccola Susan. Nei grandi magazzini diretti da sua madre, viene assunto un nuovo Babbo: Kris Kringle, il quale sostiene di essere davvero Santa Claus, cercando di convincere in primis Susanna. I magazzini concorrenti, per screditarlo lo accusano di pazzia, cosicché finisce sotto processo. Sarà proprio la bambina a convincere il giudice della sua innocenza. Esemplare è il dialogo tra i due, in cui Kris la incoraggia a credere in Babbo se vuole che i suoi desideri si avverino. Ora siamo grandi e sappiamo che non esiste, ma credere nei sogni e osservare il mondo con gli occhi di un bambino o di un buffo vecchietto, non ci farebbe affatto male. “In God we trust”.

  • The Nightmare before Christmas

Film d’animazione del ’93 diretto e prodotto da Tim Burton, è realizzato utilizzando dei pupazzi mossi a mano. Halloween è un terrificante paese abitato da mostri, tutto incentrato sulla festività del 31 ottobre. Non si sa cosa sia il Natale, finché uno scheletro di nome Jack viene risucchiato da un disegno e si ritrova in un mondo magico e gioioso completamente opposto al suo. Tornato alla sua realtà, prova a spiegare ciò che ha visto, ma con le parole nessuno riesce a capirlo, perciò decide di realizzarlo praticamente. Sebbene affidi a ciascun abitante un compito per tentare di renderlo partecipe, le aspettative vengono deluse, perché i mostri non riescono ad uscire dalla loro ottica spaventosa e perché non apprezzano la nuova festa. Anzi, quando Jack si veste da Babbo Natale per portare doni ai bambini del reame, succede un putiferio. Tuttavia, a Natale non è ammesso un finale tragico… riusciranno i mostri di Halloween ad amarlo?

Questi sono solo alcuni dei film più famosi, ma la lista è infinita. Ce n’è per tutti i gusti: dai più leggeri come i cinepanettoni, all’animazione come A Christams Carol, ai romantici Love actually, L’amore non va in vacanza, al retrò La vita è meravigliosa

Innegabilmente il Natale ci è sempre apparso come un giorno magico, in cui tutti, come recitava una nota pubblicità, ci sentiamo più buoni. Dovrebbe essere così tutto l’anno, ed è proprio questo spirito che l’occorrenza in sé e i film natalizi, al di là del mero intrattenimento, vorrebbero trasmettere.

Li conosciamo ormai a memoria e siamo tentati a pensare a primo impatto “che barba che noia”, com’è allora che continuiamo a guardarli?

Giusy D’Elia
Illustrazione di Luca Casadio

Vedi anche: Dune: la storia incredibile dietro il film che è, che è stato e che avrebbe potuto essere

Giusy D'Elia

Disordinata, ansiosa, testarda, logorroica… ma ho anche dei difetti. I pregi scoprili leggendo i miei articoli! Sono Giusy D’Elia, classe 1997. Studio Filologia moderna perché credo nel valore della cultura umanistica. Ho un mondo dentro che ha paura di uscire, ma La Testata mi sta aiutando a farlo esplodere! Sono la responsabile di Tiktok.
Back to top button