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La Galleria Principe e una bella ‘mbriana

Nel Centro Storico di Napoli c’è una vecchia galleria commerciale: la Galleria Principe non ha mai del tutto svolto il suo ruolo diventando un edificio quasi sempre decadente, ma nonostante ciò, ha conservato nel tempo un certo fascino.

C’è un luogo nel Centro Storico di Napoli attraverso il cui uscio sei catapultato in un’epoca lontana, epoca di architetture liberty ed eventi galanti.

Ma, a dire il vero, qualcosa in questa macchina del tempo non va o non è mai andata. Le varie reti poste sulle superfici verticali mi danno più l’idea di una soffitta impolverata. Al centro del pavimento un baule, di quelli vecchi, con dentro indumenti di fine Ottocento sbiaditi e un po’ lisi.

Ho una particolare affezione per questo luogo perché, oltre l’incanto di storie lontane, quello stato di abbandono crea una sorta di attaccamento tipico delle cose fragili. Così quasi tutti i giorni mi fermo a mangiare un panino, categoricamente diviso in due, perché ne lascio un po’ allo spirito della bella ‘mbriana che sicuramente ci ha messo lo zampino per far sì che la Galleria Principe non venisse abbattuta nel tempo.

Nel caso lo ignorassi, la bella ‘mbriana, nella tradizione folkloristica napoletana, è lo spirito benevolo della casa, si manifesta nel primo pomeriggio e usanza chiede, non la si offenda, di lasciarle un posto libero a tavola per buono augurio. Pertanto le concedo un posto vicino a me e l’attendo. Compare sempre indossando uno degli abiti impolverati del baule immaginario posto là al centro, siede al mio fianco e spezzettando il pane con le mani inizia a raccontarmi la storia della sua amata Galleria.

Il progetto di riqualificare le vecchie “fosse del grano” (ovvero i depositi del grano della città) era già nato da qualche anno, benché vide la sua realizzazione solo dopo l’Unità d’Italia, precisamente con l’inaugurazione nell’anno 1883. Ma fin da subito la struttura non ebbe vita facile, nell’effettivo non assunse mai il ruolo di galleria commerciale, fatta eccezione per i pochi edifici comunali. Il degrado ben presto cominciò a farla da padrone, si poteva scorgere ogni giorno un gruppo di ragazzi giocare danneggiando le superfici; ma la bella ‘mbriana, come mi racconta, non li ha mai redarguiti: “so’ uagliune” cioè “sono ragazzi” si ripeteva.

A nulla valse la chiusura dei cancelli a tarda ora, il lento procedimento di decomposizione stava avvenendo fino a che, nel 1965, se ne cadde la facciata dell’ingresso posta su piazza Museo.

Fu una tragedia, la situazione divenne quasi insopportabile per lei. Quando, infatti, la casa è in disordine, tradizione vuole che la bella ‘mbriana diventi isterica, tanto che se si deve progettare un trasloco si parla fuori e a bassa voce per non irritare lo spirito. Aggiungici un comitato di architetti che pretendeva la demolizione della galleria per farci una zona verde o un parcheggio, puoi immaginare lo sconforto.

Per fortuna nel 1969 furono iniziati e completati i lavori di ristrutturazione ma la situazione rimase pressoché invariata, a tal punto che poco fa la caduta di alcuni componenti ne hanno decretato la chiusura. Attualmente è messa in sicurezza con l’utilizzo di alcune reti, quelle che a me sembrano ragnatele, ricordi?

Così, per evitarle altre storture, tralascio che sotto i porticati della Galleria Principe trovino rifugio ogni sera decine di senza tetto, il suo cuore non potrebbe reggere e, nell’impossibilità di poter fare qualcosa, le offro la mia compagnia. Dividiamo insieme le nostre tristezze così il carico è più leggero; lei, in cambio, mi racconta sempre la stessa storia.

Guarda il nostro video!

 

Raffaele Iorio

Vedi anche: La bellezza dell’effimero: la street art non va al museo

Raffaele Iorio

Raffaele non sa per nulla essere spiritoso, è per questo che ha ingaggiato un umorista per scrivere la sua biografia. Ad oggi nessuno ancora si è fatto vivo.
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