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Riemerso il Tempio di Nerone: sensazionale scoperta

Un ritrovamento di quelli che lascia senza parole, soprattutto perché si tratta di qualcosa che si pensava fosse andato perduto.

Qualche giorno fa la Soprintendenza Speciale di Roma ha annunciato il ritrovamento di decorazioni appartenenti al Tempio di Nerone, venuto alla luce poco longano dal Vaticano, nella corte interna di Palazzo della Rovere, in via Conciliazione, sede dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Ricordiamo che l’imperatore romano Nerone ha rappresentato un personaggio cardine della storia, una figura ricca di contraddizioni, complessa da definire, ma allo stesso tempo un uomo amante dell’arte e della bellezza. Un despota molto amato dal popolo grazie alla riforma tributaria e monetaria che diede degli enormi vantaggi alle classi meno abbienti. 

Dunque, il ritrovamento del Tempio di Nerone, s’inserisce in un contesto storico – culturale (tarda età Repubblicana) di fondamentale importanza, contribuendo ad arricchire ulteriormente l’immenso patrimonio artistico italiano, donandogli un nuovo tassello. 

Lo spazio riemerso, era probabilmente il luogo dove Nerone provava le proprie esibizioni poetiche e canore.

I resti riguardano la parte sinistra della cavea a emiciclo, le magnifiche e maestose colonne lavorate con marmi pregiati, le elegantissime decorazioni a stucco con foglia d’oro e alcuni ambienti utilizzati come depositi di costumi e scenografie. Sono gli elementi che identificano le “parti” che compongono il celebre  Theatrum Neronis, ritenuto oramai perso.

Le operazioni di scavo erano in corso dal 2020 guidati da Renato Sebastiani poi affidata ad Alessio De Cristofaro archeologi della Soprintendenza, mentre la conduzione sul campo è stata in capo a Marzia Di Mento con il team MDM archeologia.

“La grandezza dell’edificio, la bellezza delle decorazione e dei materiali utilizzati fanno pensare a una committenza imperiale, quindi è presumibile pensare che si tratti del teatro di Nerone, proprio come l’avevano descritto Plinio, Svetonio e Tacito”, ha commentato l’archeologo De Cristofaro.

Al momento, la Sovrintendenza e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, lavorano insieme per la realizzazione di un progetto di condivisione che porti alla valorizzazione del luogo, ma soprattutto lo renda fruibile e dunque accessibile a tutti, almeno in parte. Da quanto si è appreso nelle ultime ore, sembrerebbe che gli oggetti ritrovati, verranno probabilmente esposti in uno spazio museale del Palazzo della Rovere.

Si tratterà di uno straordinario catalogo di  oggettistica “accessoria” tra cui oggetti in osso appartenenti a strumenti musicali, calici in vetro, materiale ceramico e insegne dei pellegrini, per citarne alcuni.

Gerardina Di Massa

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La Redazione

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