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Fabrizio De André, com’è nata La canzone del maggio: curiosità sull’iconico brano

Il cantautore genovese è nato e cresciuto in un periodo molto delicato per il nostro Paese. I tanti movimenti antagonisti sorti in quegli anni hanno influito nel pensiero del De André, come anche nella stesura del brano La canzone del maggio.

Sono passati ormai 25 anni dalla scomparsa prematura del cantante genovese, ma ancora oggi i suoi brani riecheggiano per le strade nostrane.

Il modo di fare musica di Fabrizio De André ha rivoluzionato il settore, anche perché prima di lui nessuno aveva osato tanto, toccando temi sociali delicatissimi proprio nei testi che scriveva. Prima di lui, infatti, la musica leggera italiana era riconosciuta a livello mondiale per una marcata propensione al romanticismo e ai sentimenti.

Con La canzone del maggio, poi, Fabrizio De André è riuscito a dare lustro a tutto il suo impegno verso il tentativo di salvataggio degli ultimi dall’oblio. Tutte le persone a basso reddito e quelle che faticavano a comprendere il perché del tanto sfruttamento nel mondo lavorativo, che i politici sembravano confezionare ad hoc sul loro capo, erano solite negli anni ‘60 a creare dei movimenti di protesta.

Proprio a essi si ispira gran parte della raccolta di brani che il cantautore genovese ha steso fino alla sua morte, avvenuta all’età di 58 anni.

“Il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio”, dice un passo de La canzone del maggio, inneggiando alla borghesia. “Vi siete detti non sta succedendo niente”, ha poi proseguito il brano, inneggiando alle stesse persone che non si sono accorte di quanto le manifestazioni create da movimenti antagonisti stessero agendo per il rispetto dei diritti fondamentali di tutti. “Le fabbriche riapriranno, arresteranno qualche studente”, dice infine un altro importante passo del brano, descrivendo le attività di protesta derivanti dall’unione degli operai e degli studenti negli anni ‘60 -’70.

La canzone del maggio fa parte del sesto album pubblicato da parte di De André, il quale aveva come titolo Storia di un impiegato. Quest’opera è stata composta seguendo le linee guida musicali del genere Folk rock e Rock progressivo, ma possiede anche tutti i connotati della Musica d’autore. L’album in questione è stato pubblicato nel 1973 ed è stato creato dalla collaborazione tra il cantautore con il paroliere Giuseppe Bentivoglio e il pianista e compositore Nicola Piovani. Per poter creare questo autentico pezzo di arte contemporanea hanno impiegato un anno e mezzo.

“Quando è uscito l’album avrei voluto bruciarlo”, affermò durante un’intervista il Faber (Rsi.ch). “Era la prima volta in cui mi dichiaravo politicamente e ho usato un linguaggio molto forte e oscuro”, ha poi proseguito, evidenziando quanto sicuramente non si sia riuscito a spiegare molto bene. Infatti, piovettero molte critiche in merito a ciò che aveva espresso nelle canzoni presenti al suo interno, tra cui anche una prestigiosa di Giorgio Gaber.

Con quest’ultimo si aprì una diatriba parecchio sconveniente e spiacevole. Il cantautore milanese, infatti, gli imputò di aver utilizzato “un linguaggio da liceale, il quale si è fermato a Dante e capace di fare bei temini, ma senza far comprendere se sia extraparlamentare o liberale”. Dal canto suo, Fabrizio De André rispose dicendo le seguenti parole: “Stimo Gaber, ma mi dispiace che lui, il quale si dichiara comunista, abbia raccontato queste cose al primo giornalista che gli sia capitato; poteva telefonarmi e ci saremmo confrontati”. 

La canzone del maggio è uno dei brani dell’album Storia di un impiegato che può esser contestualizzata molto anche ai giorni di oggi. Le battaglie sociali di quegli anni furono anche efficienti, per certi versi, per la difesa dei diritti fondamentali dell’uomo, ma poi sprofondarono negli anni di piombo. Erano anni di vivida coscienza di classe, capace di unire le forze per poter ottenere alcuni risultati oggettivamente gratificanti e dignitose per le parti di popolazione più disagiate.

Questo brano fu scritto prendendo come esempio il movimento del ‘68, ben descritto dalla canzone francese da cui si è ispirato, Chacun de vous est concerné. Fu scritta da Dominique Grange, la quale concesse i diritti di traduzione, ma poi l’adattamento testuale di De André e Bentivoglio fu molto più efficace, secondo la Treccani. Inoltre, esiste anche una versione de La canzone del maggio con le parole differenti dal testo originale, scartata per l’album ma rintracciabile in rete. 

De André si innamorò profondamente del testo di Dominique Grange, il quale veniva utilizzato dai manifestanti durante le rivolte francesi di maggio. Le parole erano molto toccanti, taglienti e propense all’antagonismo e al modo di fare della borghesia di quei tempi, ma che tutt’ora non è cambiato molto. Impossibile, infatti, non pensare alle manganellate date agli studenti in questi ultimi tempi ascoltandola: “Avete lasciato fare ai professionisti dei manganelli”, dice Faber inneggiando a tutte le persone che non si erano mobilitate per poter evitare certi atteggiamenti contro chi protestava. “Siete stati lo strumento per farci perdere un sacco di tempo/vi pensate assolti/siete lo stesso coinvolti”, dice poi con una certa frequenza, a far comprendere quanto chi si mobilita lo faccia per il bene di tutti, ma chi contrasta ciò, alimentando il progresso e il consumismo, non può fermare il vento e gli fa solo “perdere tempo”.

Michelangelo Loriga

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La Redazione

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