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25 novembre ieri, oggi e domani

25 novembre 1960

Repubblica Dominicana, tre delle quattro sorelle Mirabal, dopo essere state deportate, violentate e torturate, sono state uccise, per essersi opposte alla dittatura.

In onore alla loro memoria, e a quella di tutte le vittime di violenza, l’ONU nel 1999 ha istituito la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

9 agosto 2020 Un giorno qualunque

Oggi ho messo un vestito verde.

La parte di sopra è più stretta, ed è scollato. È di cotone, non troppo aderente, eppure aderisce come tutti i vestiti estivi di cotone. Stringe fino alla vita e poi si allarga a portafoglio. Non mi sono mai fatta problemi per le magliette o i vestiti scollati, o almeno così credo. Non mi vergogno di una scollatura, così dico. E invece sono sempre lì a controllare che sia tutto in ordine, che non si intraveda nulla. Sempre allerta, oggi lo stesso.

Il vestito è a fiori. L’ho comprato qualche settimana fa, mi piaceva. Negli ultimi mesi ho messo su più di qualche chilo, ho una pancetta non indifferente e non mi vedo bene. Cerco di nasconderla e metto cose larghe, lunghe, sfatte. Continuo a non vedermi bene neanche con quelle. Larga, lunga e sfatta. Ogni tanto trovo qualcosa che mi piace, è strano. 

Così è successo con il vestito corto verde. L’ho provato e cadeva bene. Certo, la pancetta si vede lo stesso, però cadeva bene e mi piaceva. É un vestito per uscire in città, non è un copricostume, non è trasparente. È un normale vestito corto verde. Nessuno dovrebbe giudicarmi se metto un vestito semi aderente che arriva a metà coscia. Questa mattina mio padre mi ha visto e ha detto che ero bella, non l’ho ringraziato. Perché non l’ho ringraziato? Mia madre mi ha visto e ha detto che avevo un bel vestito. Lei sì l’ho ringraziata.

Sono uscita e ho fatto pochi passi, sono andata a comprare la colazione in un bar vicino casa. Il vestito svolazzava e io cercavo di tenerlo giù. Mi controllavo quando passavo vicino alle vetrine o ai portoni a specchio. Era ancora al suo posto, tutto coperto e in regola.

Eppure mentre aspettavo sulle strisce pedonali, un signore al volante si è girato a fissarmi, senza fermarsi per farmi attraversare. E un altro. E poi una coppia finalmente si è fermata. Il ragazzo si è voltato dalla mia parte, probabilmente per riflesso, non penso stiano tutti a guardare me. La ragazza mi ha guardato male. Così mi è sembrato, ma forse pensava solo ai fatti suoi.

Nel bar nessun turbamento, tante ragazze con vestiti corti, tante signore con gonne di varie misura, con magliette aderenti e più o meno scollate. Qualche sorriso tra noi sotto la mascherina. In compenso in strada due uomini che parlavano tra loro si sono girati verso di me. Avevano l’età di mio padre.

E un signore fischia della macchina, e dei ragazzi, che probabilmente stanno andando al mare, gridano qualcosa come “buongiorno”. Questo in poche centinaia di metri. Non mi fa piacere. Non è bello camminare per strada. Ma a me piace camminare.

Faccio finta di niente. Però quando si girano a fissarmi, o a fissare qualche ragazza o donna intorno a me, li guardo e borbotto. Non mi sente nessuno.

Sono una ragazza normale, media altezza, capelli di media lunghezza, spesso legati, media anche la corporatura. Sono una ragazza, non c’è neanche necessità di spiegazioni eppure sento di darle.

Un giorno avevo messo un vestito simile, era estate. Una mia amica, camminando vicino a me, mi disse di “sculettare di meno” perché si vedeva che lo facevo di proposito. Io non sculettavo, non mi sembrava. Sono passati anni, ero più piccola ma ancora lo ricordo. Il giorno prima avevo commentato con la stessa amica una ragazza che sembrava sculettasse di proposito. Magari invece anche per lei era il vestito. Magari sculettava sul serio. Ma che importa. Che sculetti. Io però quel vestito poi l’ho messo solo al mare.

Forse sono solo paranoie. Forse sono solo io che non sono capace di portare i vestiti corti. Forse finirà anche questo tra i vestiti da mettere al mare.

25 novembre 2023 Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Avrei voluto scrivere qualcosa di nuovo, poi mi sono ricordata di quello che avevo scritto qualche anno fa e sono andata a cercarlo. L’ho riletto e ho pensato che, tolte le mascherine, le cose non sono cambiate così tanto. Ho ancora qualche chilo di troppo, tiro ancora giù i vestiti corti e mi controllo ancora davanti alle vetrine. Sono ancora una ragazza normale e quel giorno lo ricordo ancora bene.

Comunque il vestito verde non ho smesso di indossarlo. Lo metto quando mi sento a mio agio, al mare.

Stefania Malerba

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Copertina: illustrazione di Sonia Gianpaolo

Stefania Malerba

Sono Stefania e ho poche altre certezze. Mi piace l’aria che si respira al mare, il vento sulla faccia, perdermi in strade conosciute e cambiare spesso idea. Nel tempo libero imbratto fogli di carta, con parole e macchie variopinte, e guardo molto il cielo.
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