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Shopping online, gli svantaggi di acquistare su Internet

Che si tratti di abbigliamento, oggettistica o tecnologia, con un semplice click possiamo ritrovarci su piattaforme che ci offrono ogni giorno migliaia di prodotti diversi, ma dov’è il trucco?

Avere a disposizione negozi online aperti 24 ore su 24 è sicuramente un vantaggio. Lo abbiamo constatato durante la pandemia, quando Amazon, Zalando, Shein e tutti i siti di shopping più famosi ci hanno letteralmente salvato, soprattutto nel periodo di Natale.

Col tempo è diventato un metodo pratico e accessibile a tutti, persino per chi, con Internet, ancora non ci aveva stretto amicizia. 

Bastano un paio di click, una mail e il gioco è fatto: si evitano file ai negozi, mal di testa e tempo sprecato a camminare senza meta per i centri commerciali. Inoltre, con il miglioramento dei circuiti di sicurezza, anche i più restii a inserire la propria carta di credito sul web si sono ricreduti. 

Ma non è sempre oro tutto quel che luccica e anche acquistare online ha i proprio svantaggi. 

Il primo è senza dubbio legato alla difficoltà di comprendere appieno quello che stiamo comprando. È ovvio, infatti, che entrare in un negozio, toccare, guardare e persino annusare quello che stiamo scegliendo è completamente diverso dall’acquisto online. 

Quando compriamo su Internet, lo facciamo distrattamente, soprattutto se si tratta di abbigliamento. Guardiamo una camicia di lino e pensiamo che sia esattamente come la stiamo immaginando. Nella maggior parte dei casi, l’unica cosa che somiglia davvero a quello che guardiamo in foto è la modella che sta indossando il capo.

Così dobbiamo fare il reso che no, probabilmente non è uno svantaggio ma è, senza dubbio, la parte più noiosa, perché siamo così abituati ad avere tutto con un click che persino chiamare il corriere ci infastidisce. Spesso nemmeno sappiamo come si fa e ci ritroviamo a fare lunghe file in posta oppure, nella maggior parte dei casi, conserviamo tutto nelle pareti scure del nostro armadio già stracolmo. 

E quindi accumuliamo. 

Facciamo scorta di vestiti distrattamente comprati online senza renderci conto dell’impatto che le nostre scelte hanno sull’ambiente. 

Come se fosse uno sport, prendiamo i nostri smartphone e cominciamo a navigare. E così ci ritroviamo inspiegabilmente ad aver bisogno di uno spremiagrumi a forma di elefante, di un separatore di uova o di una nuova t-shirt, identica a quella che abbiamo dimenticato tra le cose che non indossiamo più. Ci lasciamo ingannare dalle pubblicità che appaiono sui social e finiamo per spendere soldi in cose che non avremmo nemmeno mai pensato di comprare. 

Ad oggi, l’industria della moda, che sappiamo essere la seconda industria più inquinante al mondo, continua a detenere il record, rendendo i nostri armadi 100% non-sostenibili. E non solo. L’impatto sull’ambiente, per emissione di carbonio, il costo degli imballaggi e persino per le fascette e la pellicola per avvolgere i pacchi, continua ad aumentare. Si stima che l’aumento della plastica, negli ultimi dieci anni, sia aumentato del 200%. 

Questo perché acquistare online è diventato così semplice che tendiamo a comprare anche quello di cui non abbiamo bisogno. Compriamo senza pensare e senza pensare intacchiamo un sistema già fin troppo debole. 

La soluzione è quella di avere un approccio più sostenibile che sì, sorpresa delle sorprese, passa anche per il nostro armadio. 

Essere un po’ più minimalisti e riflettere prima di comprare ci può insegnare non solo ad acquistare più consapevolmente e guardare, in questo modo, anche ai nostri risparmi, ma anche a darci l’opportunità di migliorare il nostro impatto sul mondo e di farlo nel modo più semplice e veloce, proprio con un click.  

Donatella Casa 

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Donatella Casa

Leggo per conoscere e scrivo per mettere ordine. Da 28 anni sono il rifugio dei miei pensieri. Viaggio per scoprire, sogno per viaggiare e credo nell’oroscopo, anche se detesto ammetterlo. Odio lo sport ma corro sulla tastiera, mi piace l’alba ma a quell’ora dormo sempre. Trascorro la maggior parte del tempo a gestire le mie contraddizioni. Credo nella gentilezza come atto di ribellione e diffido da chi dice di sapere sempre tutto.
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