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Giorgio Vasari’s Drawings – A Mythical Collection: 100 opere che onorano una vita

Il Nationalmuseum di Stoccolma celebra il nome di Giorgio Vasari grazie all’allestimento di una mostra che raccoglie le opere legate alla sua “mitica collezione” di disegni, cercando di indagarne la veridicità storica. 

Quante volte sui più svariati libri di storia dell’arte abbiamo letto stralci de Le Vite del Vasari per studiare gli artisti del suo tempo, ma di sicuro raramente ci hanno parlato della vita di colui che ci ha consegnato dettagli importanti e sfumature di vita di quei grandi che hanno costruito il nostro ricco e inimitabile patrimonio artistico. 

Giorgio Vasari (Arezzo, 1511 – Firenze, 1574) è stato un ingegno a 360 gradi: importante storico e scrittore d’arte, abile architetto e tra i più prolifici pittori del suo tempo. Si forma prevalentemente a Firenze con Andrea del Sarto, centro fiorente della sua arte, che si diffonde, però, anche a Roma, Arezzo, Venezia e non solo.

La sua bottega ha visto la formazione di artisti rilevanti, tra cui Jacopo Zucchi, Francesco Morandi detto il Pioppi e il pittore fiammingo Giovanni Stradano

Tra i capolavori fiorentini ricordiamo l’Immacolata Concezione, forse la sua opera pittorica più nota. Ma soprattutto, è dalla mente del Vasari che nasce il progetto dell’edificio che oggi conserva e diffonde i più grandi capolavori della storia dell’arte italiana: il Palazzo degli Uffizi, che all’epoca avrebbe dovuto ospitare uffici amministrativi. Commissionati da Cosimo I nel 1554, i lavori si conclusero solo nel 1580 dopo la scomparsa di Giorgio. Intanto, nel 1562 l’artista lavorava al celeberrimo e grande ciclo di affreschi del Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio

Tra le opere romane gli affreschi del salone del Palazzo della Cancelleria, realizzati al servizio del cardinale Alessandro Farnese e che celebrano il pontificato di Paolo III Farnese. Il salone è anche noto come la “sala dei cento giorni”, poiché l’artista era solito vantare il suo lavoro terminato esattamente in cento giorni. 

Ad Arezzo si dedica principalmente alla decorazione degli ambienti della sua casa, terminata nel 1548 e trasformata oggi in un museo visitabile. 

Su invito di Pietro Arentino si reca anche a Venezia, dove lascia la sua impronta realizzando le scenografie per la “Talanta” di Arentino e le decorazioni di Palazzo Corner-Spinelli

Il Vasari, infatti, ha contribuito a diffondere la maniera toscana anche in Veneto, fornendo grandi spunti agli artisti del posto, primo tra tutti Tintoretto

L’arte del Vasari ha toccato e lasciato il segno anche a Napoli, dove l’artista realizzò nel 1545 gli affreschi di quello che al tempo era il refettorio della chiesa di Santa Maria di Monteoliveto e divenuto poi la sacrestia di Sant’Anna dei Lombardi, sicuramente la più importante impronta del rinascimento fiorentino presente nella città partenopea. 

La fama dell’artista giunse a Napoli grazie ai numerosi lavori svolti a Roma e grazie alla sua capacità di svolgere rapidamente le commissioni. Il soggiorno campano fu breve ma denso di attività, tra cui committenze da parte del viceré don Pedro da Toledo

La sua presenza fu fondamentale per la cultura artistica meridionale poiché il Vasari e la sua bottega portarono per la prima volta nel regno di Napoli tracce di manierismo toscano, che fino a quel momento si era diffuso soltanto fino alla Roma papale. 

La prima commissione napoletana riguardava proprio la decorazione del refettorio, lavoro che inizialmente incontrò opposizione da parte dell’artista a causa della struttura gotica della chiesa che causava l’opacità dell’ambiente non offendo abbastanza luce da mettere in risalto lo stile del lavoro. Tuttavia, Vasari decise di adattare l’ambiente alle proprie esigenze attraverso la copertura a stucco di tutte le volte del refettorio, che donarono più decorazioni alla sala e quindi anche maggiore luminosità

Il refettorio all’epoca ospitava i monaci durante i pasti e fu trasformato in sacrestia solo nel 1688. Fu nel 1815, poi, che la chiesa di Monteoliveto divenne Sant’Anna dei Lombardi.  

Sappiamo bene, però, che l’artista è riconosciuto soprattutto in quanto autore delle Vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti, un trattato che raccoglie le biografie dei più importanti artisti dal Medioevo fino all’epoca del Vasari, ovvero fino al primo Cinquecento, e ormai fonte imprescindibile per lo studio della storia dell’arte. 

Pubblica una prima edizione del famoso trattato nel 1550 presso l’editore Torrentini e una seconda nel 1568 presso l’editore Giunti, ampliandola con le biografie degli artisti contemporanei e con la propria autobiografia. 

Un percorso ricco quello del Vasari, che il Nationalmuseum di Stoccolma sta celebrando in questo periodo con una mostra dal titolo Giorgio Vasari’s Drawings – A Mythical Collection, curata da Carina Fryklund del Nationalmuseum e Louis Frank del Louvre di Parigi. 

Oltre che per Le Vite, infatti, Vasari è ricordato per la sua vasta collezione di disegni realizzati dai maestri dell’epoca, raccolta inizialmente con l’intenzione di usarla come corredo di immagini del suo libro. 

La mostra, visitabile dal 6 ottobre 2022 all’8 gennaio 2023, raccoglie le opere legate a questa collezione, cercando di confermare la loro veridicità tramite recenti ricerche scientifiche. 

In mostra sono esposti oltre cento disegni riconducibili a Domenico Ghirlandaio, Andrea Verrocchio, Sandro Botticelli, Filippino Lippi, Pietro Perugino, Raffaello, Parmigianino e altri, provenienti dai più importanti musei del mondo, dal Biritish Museum all’Albertina di Vienna

Un cammino artistico importante quello del Vasari, che ha lasciato un’impronta fondamentale e viva nella storia dell’arte italiana. 

Ha dato voce alla grandezza dei suoi contemporanei, ma allo stesso tempo, passo dopo passo, ha dimostrato la sua. 

È grande la vita di chi ha raccontato quelle altrui. 

Maddalena D’Angelo 

Leggi anche: Vasari e “la maniera moderna” nella Sagrestia di Sant’Anna dei Lombardi

Maddalena D'Angelo

Un po' troppo timida, particolarmente sensibile, esageratamente romantica, mi definirei così. Sono Maddalena D’Angelo, classe ’99 e studentessa di Filologia moderna. Parola d’ordine? Creatività. Mi piace trasformare il mondo fuori e mostrare il mondo che ho dentro. Ho sempre vissuto con la penna in mano, con le scarpette da punta ai piedi e con mille idee in testa, ma non sto qui a raccontartele, scoprile leggendo i miei articoli!
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