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La musa di Damon Albarn ha la forma di un gigante addormentato

The Nearer the Fountain, More Pure the Stream Flows, fuori dal 12 novembre, è sia una meditazione sull’ambiente, come la chiama l’autore, sia una parabola su morte e rinascita.

Ho attraversato un momento buio
mentre scrivevo questo disco, però
mi ha portato a credere che può
ancora esistere una sorgente pura.

Damon Albarn

Da qui, Damon Albarn, dà nuova forma alle proprie ispirazioni con un nuovo lavoro fuori dal 12 novembre. Una grande avventura pop, che sembra non avere nulla dello spirito metropolitano e iper-contemporaneo dei Gorillaz; The Nearer the Fountain, More Pure the Stream Flows è, per l’appunto, un disco fatto di acqua, vento e roccia basaltica.

In un certo senso, è Damon Albarn che suona l’Esja. Guardando fuori dalla sua finestra, il padrone di casa, Damon Albarn, vede il monte Esja, e comincia da qui, una meditazione sulla natura, sulla vita e sulla morte, e scritta, cercando di tradurre in note il panorama incredibile che si gode dalla sua casa in Islanda.

Contemplando la sua musa, ha scritto un ciclo di canzoni sulla natura islandese. Per essere un disco ispirato a paesaggi talmente estremi da sembrare extraterrestri, è stranamente malinconico, mai deprimente, ma spesso abitato da un senso di solitudine, e a volte di abbandono. Canzone dopo canzone, il vuoto evocato dalla title track viene riempito da pezzi ispirati ai paesaggi islandesi, assumendo, con la complicità degli eventi pandemici, i contorni di undici tracce ruotanti attorno a temi quali la perdita, la fragilità e la rinascita. Ricorrenti sono le nuotate in acque pericolose, cormorani, navi portacontainer, trampolieri, spiagge, cime innevate, fantasmi, e stelle guida per ritrovare la strada. 

Non è un disco semplice, semplice non sono stati gli eventi che hanno segnato questo grande cantautore.

Era la vigilia di Natale, quando il frontman di Blur e Gorillaz si è tagliato il dito mentre preparava il pesto per la pasta utilizzando un frullatore a immersione lo scorso anno. Invece che assaggiare il preparato dalla ciotola ha pensato bene di infilare il dito nel frullatore, prenderne un po’ e premere il pulsante dell’accensione. Tirato fuori era completamente staccato, e devastato dalla notizia che non sarebbe più stato in grado di suonare il suo pianoforte, è, alla fine, riuscito a farsi ricucire il dito da un chirurgo fantastico, rendendosi disponibile il giorno di Natale e il giorno di Santo Stefano per ricucirlo. Tutto è bene. 

L’album, il primo dai tempi dell’ottimo Everyday Robots (2014) – accolto con un certo entusiasmo da queste parti – è disponibile in digitale, su vinile colorato in edizione limitata, CD e cassetta. Ne esiste anche una versione deluxe che include un libro con copertina rigida con foto inedite, le scansioni dei testi originali scritti da Damon e dell’artowrk, insieme a un vinile trasparente, un file digitale in alta qualità e un 7” con un brano esclusivo tratto dalle sessioni di registrazione.

Buona luce.

Francesca Scotto di Carlo

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Francesca Scotto di Carlo

Di sé dice di essere un «cumulonembi»,testarda, indistruttibile, assertiva. Scrittrice, umanista, attivista, è una di quelle persone con la voglia di cambiare il mondo, un passo alla volta. Fai rumore, si.
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