Archetipe Narrazioni Ribelli: il primo incontro del bookblub transfemminista di Benedetta De Nicola

Ieri venerdì 13 giugno alle 18:00, la Feltrinelli di Piazza dei Martiri a Napoli ha ospitato il primo incontro di Archetipe Narrazioni Ribelli.
Insieme alla fondatrice del bookclub, Benedetta De Nicola, hanno dialogato anche Maggie Borrelli, autrice de Il ciclo spiegato ai maschi, e Miryam Gison, libraia.
È arrivato il Marchese. Ho le mie cose. È quel periodo del mese. Sono indisposta. È l’ora del mar Rosso.
Queste sono solo alcune delle espressioni e dei termini utilizzati per parlare delle mestruazioni.
Ma da dove nasce questa reticenza nel pronunciare questa parola?
Perché c’è un alone di vergogna intorno al ciclo? Con quello che ci costa poi una vita mestruale!
È proprio da queste importanti questioni che si è deciso di partire in quello che è stato il primo appuntamento del bookclub Archetipe Narrazioni Ribelli, il primo gruppo di lettura partenopeo transfemminista nato dall’esigenza di Benedetta De Nicola di creare uno spazio fisico e intellettuale in cui potersi confrontare in merito a tematiche come gender gap, intersezionalità, carico mentale, endometriosi, vaginismo, femminicidio, tampon tax, maternità, aborto, grassofobia e tanto altro.
La scelta dei testi di cui si parlerà durante gli incontri è ben studiata e strizza l’occhio alla contemporaneità. Maggie Borrelli è l’ospite perfetta per introdurci in questo viaggio alla scoperta della letteratura delle donne e sulle donne: il suo Il ciclo spiegato ai maschi, pubblicato da Marotta&Cafiero, è un libro dal titolo così ribelle che risulta totalmente affine alle tematiche del bookclub, che si occuperà di narrazioni femministe e femminili.






Il ciclo visto dagli occhi di un uomo
Il ciclo spiegato ai maschi è un titolo volutamente provocatorio, che non nasce dalla pretesa di voler insegnare qualcosa, ma dalla volontà di creare un filone narrativo specifico con la collana “Le Mosche Bianche”: “tutto è partito con La Costituzione spiegata ai giovani fascisti, e, oltre al mio libro, in futuro uscirà anche L’amore spiegato agli omofobi” – spiega l’autrice.
Il libro vuole essere inclusivo e l’intento di Maggie Borrelli è proprio quello di avvicinare due mondi che sembrano a volte inconciliabili, attraverso l’unico mezzo che può abbattere il muro divisorio che si è creato tra l’universo delle donne e quello degli uomini: l’empatia.
“Spesso e volentieri ci troviamo davanti a uomini che non si rendono conto di quanto sia complesso essere donna e vivere nel corpo di una donna” – afferma Benedetta De Nicola.
Ma come si fa a spiegare una cosa così tanto particolare come le mestruazioni a qualcuno che non la vivrà mai nella vita?
Semplice: far mettere, letteralmente, un uomo nei panni di una donna.
Questo è quello che accade a Marco, che una mattina si sveglia e si ritrova nel corpo Martina.
Durante il primo appuntamento di Archetipe Narrazioni Ribelli, è stato possibile immergersi negli estratti del testo, che sono stati letti da Luca Arenella:
«All’improvviso, Marco inizia ad avvertire delle forte fitte al basso ventre. In un dormiveglia scombussolato dal dolore intermittente, non sa se svegliarsi definitivamente o abbandonarsi alla sensazione di calma che arriva a fitta terminata, credendo che non ne arriverà un’altra e poi un’altra ancora.
Deve essere stata quella specie di formaggio che chiamano mozzarella che c’era sulla pizza, anche se è davvero strano che i crampi siano così in basso, pensa Marco ancora sotto le coperte.
Una folgorazione, un pensiero lo fa scattare a sedere sul letto. Si tasta e si rende conto che nulla è cambiato, si trova ancora nel corpo di Martina. Cazzo, questo può significare una cosa sola. Pensa mentre si precipita fuori dal letto quasi cadendo per la fretta.
Corre in bagno e automaticamente si siede facendo pipì, prende la carta igienica e quasi con terrore si pulisce, sentendo una viscosità che non aveva percepito durante il suo primo giorno da donna. Prende la carta igienica e capisce che ciò che maggiormente temeva è arrivato.
Guarda la carta, per un attimo e inorridisce. Il colore che vede non è quello che si aspettava. Oh mamma mia, ma sembra nero, non sembra neanche sangue, ma che schifo.
Marco va in iperventilazione, non so che cosa fare. Tutte le volte che Luna ha provato a parlargli del ciclo, a fargli capire che non c’era nulla di male a conoscere il funzionamento delle mestruazioni e che nonostante fosse un uomo sarebbe stato opportuno approfondire questo argomento per poter essere a lei più vicino, Marco si è sempre rifiutato. Ora ripensa a quanto gli sarebbe servito ascoltare Luna.
Avrebbe saputo cosa fare con i crampi e perché, a differenza delle ferite e di come è abituato a vedere il sangue, quello che vede su quel pezzettino di carta è così scuro da non sembrare neanche sangue.»




Mestruazioni: una parola ancora tabù
Come rivela Miryam Gison, Il ciclo spiegato ai maschi ha avuto risonanza già da Tribùk, l’evento che rappresenta un’iniziativa di incontro diretto tra editori e librai: tra le bozze proposte, è stato il testo che ha riscosso più interesse, soprattutto tra gli uomini.
Dopo anni e anni in cui le donne hanno sempre tentato di nascondere gesti normali come quello di prendere un tampax dalla borsa, quasi come se fosse qualcosa per cui provare disagio, il romanzo scelto per il primo incontro di Archetipe Narrazioni Ribelli rappresenta un testo necessario: “Questo libro è un manifesto. Quante di noi avevano l’abitudine di nascondere l’assorbente nella manica della maglietta, quando veniva il ciclo a scuola e dovevano andare in bagno? Quando ho visto che le bozze del libro venivano prese con naturalezza ho provato un senso di libertà” – continua Miryam Gison.
Per l’autrice stessa è stato importante utilizzare la parola “mestruazioni”, nonostante suoni strana o cacofonica, perché tutto parte anche dal chiamare le cose con il proprio nome, per non nasconderle e svuotarle di significato: “è stato necessario anche all’interno del libro usare il termine specifico perché dà forza e carattere, altrimenti ne perdiamo il senso” – racconta infatti Maggie Borrelli.



Tampon tax e pink tax: le tasse che pagano solo le donne
In Italia le donne sono costrette a pagare una tampon tax, ovvero un’IVA su assorbenti, coppette mestruali e tamponi, quasi come se potessero scegliere se avere o meno le mestruazioni.
L’imposta sul valore aggiunto è attualmente al 10%, rendendo i prodotti per il ciclo beni di lusso e non prodotti di prima necessità, come dovrebbero essere.
Come sottolineato durante il primo incontro di Archetipe Narrazioni Ribelli, il testo di Maggie Borrelli si sofferma brillantemente anche su questa tematica:
«Una volta arrivato in farmacia, mostra la dottoressa, dietro lo sportello di plexiglass, la scatola vuota, e mentre attende che gli venga portato il medicinale, si guarda attorno.
Tra caramelle alla frutta, condom, integratori e prodotti per il viso, vede nello scaffale in fondo tantissimi tipi di diversi di assorbenti. Potrei aver finito anche quelli, non è giusto, ora li prendo così almeno la prossima volta ci sono già.
Oh mamma, speriamo di non doverlo sperimentare di nuovo, pensa scoraggiato. Compra il pacco che più di tutti assomiglia a quello trovato nel bagno di Martina, e lo porta allo sportello, dove, intanto, è tornata anche la dottoressa.
“Sono 20,45 euro, paga in contanti o con carta?”
Per un attimo Marco è convinto di non aver capito bene.
“Mi perdoni, quant’è?”
La dottoressa spazientita: “sono 20,45 euro”.
“Contanti, grazie” risponde Marco.
Mentre esce con una bustina in mano, pensa a quanto gli sia costato, e si rende conto di quanto sia ingiusto che in ogni mese migliaia di donne, magari anche in ristrettezza economica, debbano spendere i loro soldi per qualcosa che dovrebbe essere gratuito. Luna ha ragione a battersi per questo, tutti dovrebbero farlo, anche noi uomini, è praticamente una tassa sulle mestruazioni.»



Archetipe Narrazioni Ribelli e la necessità del congedo mestruale
Durante il primo appuntamento di Archetipe Narrazioni Ribelli si è parlato anche della necessità di rivendicare il diritto delle donne ad ammettere di sentirsi uno schifo e di non essere in grado neanche di alzarsi dal letto, rendendo indispensabile il congedo mestruale.
L’estratto scelto vuole sottolineare l’importanza di concedersi la libertà di poter mestruare in santa pace, perché avvertire l’urgenza di fermarsi non significa essere pigre o svogliate.
Spesso le donne nelle pubblicità vengono rappresentate mentre fanno le cose più estreme, dal climbing all’equitazione, ma è l’ora di smontare la concezione che vede le donne come super donne: “la narrazione costante che quando sei donna e hai il ciclo devi poter fare tutto è giusta, ma non significa che chi vive con difficoltà le mestruazioni non debba sentirsi nella propria comfort zone” – afferma Maggie Borrelli.
“Se il pigiama buffo, i calzini con i conigli e la faccia atterrita fossero un kit di sopravvivenza sarebbe certamente quello che più caratterizza Marco in questi giorni.
Dopo la paura e il dolore provato in bagno ha deciso di rintanarsi nella sua stanza, come un moderno orso glitterato vestito da Barbie si chiude in letargo, sente la necessità di stare solo.
È come se il suo corpo gli chiedesse riposo e cura verso se stesso.
Questa sensazione gli è completamente estranea, mai era capitato di sentirsi in questo modo.
Non è come essere malati o stanchi, per quanto ci si senta doloranti e pigri, è come se il corpo, già intento a occuparsi nel processo delle mestruazioni, non possa dedicarsi ad altro e, data l’importanza di tutto questo, c’è bisogno che la custodia di questa trasformazione si preoccupi di sé.
Se non le stesse provando sulla propria pelle, con le proprie sensazioni, non avrebbe mai e poi mai pensato quanto potesse essere duro questo periodo per una donna.»


Archetipe Narrazioni Ribelli: il primo incontro è stato un successo
Il ciclo spiegato ai maschi uscirà il 17 giugno in tutte le librerie ed è un testo indispensabile, che deve essere regalato e consigliato a tutti, senza distinzioni, partendo dalle scuole.
Il primo incontro di Archetipe Narrazioni Ribelli è stato ricco di interventi e spunti interessanti e non poteva che concludersi con un gesto iconico: la distribuzione di assorbenti come gadget per tutte le partecipanti e tutti i partecipanti, da tenere per sé o regalare ad amiche e compagne, nel caso degli uomini, perché, come afferma Benedetta De Nicola, dando voce a un pensiero che accomuna tutte le donne: “tutte noi ci siamo stufate, di avere paura, vergogna di essere quello che siamo. Di essere corpi politici femminili.”



A cura di Francesca Arfè
Foto di Lorena Montella
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