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Il gelato: una storia millenaria

Per poter conoscere le origini del dolce più famoso del mondo bisogna tornare molto indietro, praticamente agli albori della storia dell’umanità.

Innumerevoli civiltà si sono contese il primato della sua creazione. Da Oriente a Occidente, la sua storia è lunga è intricata, ma una sicurezza permane, tacita e indiscutibile nel corso dei secoli: l’uomo è sempre stato goloso.

Le prime tracce del gelato possono essere scorte addirittura nella Bibbia, quando Isacco offrì ad Abramo del latte di capra misto a neve. Da quel momento la storia dell’umanità è stata segnata dal peccato di gola, ci dicono.

Tornando seri, i più antichi riferimenti alla prelibata pietanza risalgono addirittura alla Cina di oltre 2000 anni fa, dove i manicaretti a base di miele, frutta e neve erano straordinariamente apprezzati.

Ma non si tratta dell’unico riferimento, ovviamente. Abbiamo testimonianze simili nei banchetti dei Greci, Egizi, Persiani e Romani.

Ad esempio è ben documentato che Alessandro Magno durante le sue marce non poteva rinunciare alle sue miscele di ghiaccio e frutta.

Secondo alcuni il primo ad introdurre davvero il gelato nelle mense fu lo stesso Nerone, con le sue “nivatae potiones”. Conoscendo però la simpatica tendenza dell’imperatore a vantarsi ben oltre i suoi meriti, non possiamo essere del tutto certi di questa tradizione.

Ma in questo crogiolo infinito di popoli innovatori una prima vera svolta nella storia del gelato la abbiamo davvero nel Medioevo con la creazione del sorbetto, dalla parola di etimologia araba sherbet, letteralmente “dolce neve”.

Gli Arabi in effetti furono i primi a scoprire come conservare al meglio queste bevande, ovvero ponendole in recipienti circondati da ghiaccio e sale. E giù di golosità!

Da quel momento, il sorbetto iniziò ad essere reclamato dalle più rinomate corti europee. Il suo momento di maggior splendore, però, si ebbe nel Cinquecento, con l’afflusso di nuovi ingredienti dal nuovo mondo come il caffè ed il cacao. Ciò permise continue sperimentazioni.

Infatti è proprio nel Cinquecento alla corte di Caterina de Medici che nacque un primo vero antenato del gelato moderno. Ad opera del più straordinario cuoco dell’epoca?

No, grazie alla mano di uno dei più famosi architetti rinascimentali, Bernardo Buontalenti. Questi infatti fu il primo nella storia ad inserire nella consueta ricetta la panna, il latte e l’uovo.

Ebbene sì, ogni volta che gusterete il vostro gelato, ricordatevi che l’ha ideato un architetto. Un motivo in più per non rinunciare ai vostri poliedrici sogni.

Da questo momento la storia del gelato si snoda in quella delle innovazioni aggiunte di volta in volta dalle personalità più volenterose e geniali e, con una punta di patriottico orgoglio, anche italiane.

Non possiamo non citare il gentiluomo palermitano Francesco Procopio dei Coltelli, che, con la sola sorbettiera ereditata dal nonno, partì per Parigi aprendo il primo caffé-gelateria della storia, conquistando il palato dello stesso Luigi XIV, l’arcinoto Re Sole. Il suo famosissimo Café Procope esiste tutt’oggi.

Sempre un italiano, Giovanni Bosio, apre nel 1770 la prima gelateria a New York, diffondendo oltreoceano il famoso dolce.

E possiamo concludere la nostra storia con l’invenzione del cono, avvenuta sempre in terra americana ad opera di, indovinate? Esatto, un italiano, Italo Marchioni che nel 1903 decise di far brevettare negli uffici di Washington il suo stampo per creare coppe e cialde di gelati.

Non so voi, ma per premiare questi talenti italiani credo proprio bisogna festeggiare. Anche se l’estate è quasi finita, da oggi nessuno vi prenderà per folli quando gusterete il vostro latte di capra misto a neve!

Gabriel Santomartino

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Gabriel Santomartino

Classe 97, aspetto di laurearmi in lettere moderne e nel mentre mi nutro di romanzi, racconti e miti come ci si potrebbe nutrire solo di ambrosia. O di una pasta al forno, volete mettere? Appassionato in maniera megalomane di letteratura, fumetti e film col segreto proposito di conoscere un giorno una formula per leggere le emozioni all’interno dell’anima. E di diventare scrittore, ovviamente. Quando le idee sono troppe mi rifugio nella natura, magari con una cioccolata calda.
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