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Bella ciao, l’inno della libertà

Sono sicura che tutti abbiamo sentito almeno una volta questa canzone, magari dai nostri nonni o genitori.

“Una mattina mi son svegliato

o bella ciao, bella ciao, 

bella ciao, ciao, ciao

una mattina mi son svegliato 

e ho trovato l’invasor”

Ci siamo mai chiesti cosa significa?

Il testo viene spesso associato alla lotta partigiana contro le armate nazifasciste nel periodo della Resistenza italiana, ma andiamo più nel dettaglio.

Prima di tutto è necessario cercare di capire le origini del brano. 

Di autore sconosciuto, Bella ciao potrebbe risalire ad una ballata francese del ‘500 che passò in Trentino per poi essere adottata dai partigiani italiani. 

C’è anche chi presume sia un testo influenzato dai canti di lavoro delle mondine, le lavoratrici delle risaie le quali, all’inizio del ‘900, rivendicarono i loro diritti sulle ore lavorative.

Insomma, non sapremo mai la vera nascita della canzone, possiamo però analizzare il significato del famoso inno facendo qualche salto indietro nel tempo.

Siamo nel 1943, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale e le truppe tedesche dominano sul territorio italiano, eppure il cambiamento è nell’aria. Si iniziano a formare, nel centro della nostra penisola ed in varie zone del Sud, alcuni movimenti di opposizione al nazifascismo che proclamano la liberazione del paese, i quali, più tardi, rappresenteranno la Resistenza italiana.

La Brigata Maiella, in Abruzzo, si muove sulle note di Bella ciao e l’inno viene portato al Nord Italia da alcuni partigiani. Immediatamente si diffonde a Reggio Emilia, cantato dal partigiano Vasco Scanzani, e nel modenese, mischiandosi e mutando grazie agli scambi culturali.

Insieme al brano, le brigate di partigiani, formate da gente comune, si muovono rapidamente verso Nord per liberare il paese e ci riescono il 25 aprile del 1945, quando il CLNAI annuncia l’insurrezione dei paesi occupati dai fascisti.

L’Italia è libera!

In realtà, la canzone fu poco cantata durante il periodo della Resistenza, ma ebbe piena diffusione dopo la Liberazione. Fu tradotta in molte lingue e celebrata al festival della Gioventù democratica di Praga nel 1947.

Da questo momento si diffuse rapidamente in ogni luogo del mondo e, negli anni ‘60, divenne l’inno dei cori studenteschi ed operai italiani contro i poteri più forti e le loro ideologie.

Oggi il suo significato è più ampio e rappresenta il simbolo della Resistenza contro gli abusi di potere e le violazioni dei diritti, in generale, da ogni tipo di “invasor”, per questo è diventato l’inno di diverse manifestazioni di tutto il mondo. 

Insomma, che sia stata cantata o meno nel periodo di guerra, poco importa, questo testo ci ricorderà sempre coloro che hanno combattuto a favore della libertà e ci esorta a fare lo stesso, per rendere il presente un posto migliore.

Martina Maiorano

Immagine di itagnol.com 

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Martina Maiorano

Ciao! Sono Martina Maiorano, classe 1996. Fin da piccola ho avuto due grandi passioni: i libri e il beauty. Frequento Lettere Moderne all’Universitá Federico II e da poco sono entrata nel team de La Testata, pronta ad accettare nuove sfide!
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