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A scuola di blasfemia con Pierz

Abbiamo ancora tanto da raccontarvi sul Festival delle arti per la libertà di espressione contro le leggi antiblasfemia, Ceci n’est pas un blasphème, organizzato e diretto da Emanuela Marmo. 

Oltre alla mostra gratuita presso il PAN di Napoli, infatti, sono stati organizzati una serie di eventi che si svolgeranno a Napoli fino al 30 settembre. 

Il primo evento si è tenuto lo scorso venerdì 17 – ma non ha portato sfortuna – presso l’Ex Asilo Filangieri. Si è trattato di un talk show blasfemo, condotto da Luca Iavarone, che ha avuto come protagonisti attori, fumettisti e cantanti. Tra loro c’era anche Pierz, all’anagrafe Luca Piersantelli, autore di “Ravioli Uèstern” e “La Bibbia 2”.

Sì, perché a quanto pare la Bibbia non ha diritti d’autore e lui ha pensato di scriverne un seguito, visto che il primo libro finiva malino. 

Dopo il suo intervento sono riuscita a fermarlo per fargli qualche domanda, ed è stato così gentile da non scappare via mentre cercavo di capire come far funzionare il mio registratore. 

Grazie, Pierz. 

Perché è così divertente dar fastidio ai credenti?

«In realtà quando ho iniziato a fare le vignette anticlericali non avevo come scopo quello di dar fastidio a nessuno, volevo soltanto ridere. Quando ho fatto la Bibbia 2, insieme a Davide La Rosa, ci siamo divertiti come degli animali, tra di noi, ma non avevamo lo scopo di far incazzare qualcuno, era solo un gioco. Quando poi è uscito il mio primo fumetto anticlericale e sono arrivati i credenti incazzati a commentare su Facebook, allora abbiamo iniziato a litigare; e da lì è nata la voglia di fare qualcosa che li avrebbe fatti uscire di testa.

La prima cosa che mi è venuta in mente è stata disegnare un fumetto sull’evoluzione darwiniana. La Bibbia 2, che sembra il fumetto più blasfemo che potessi fare, l’ho fatto solo per divertirmi. C’è una vignetta in cui Gesù si lava le mani col sapone e poi ci soffia sopra, e dalle stigmate escono bolle di sapone. Non è cattiva e non è nemmeno blasfema, non volevo insultare Gesù, era soltanto divertente. Ma la gente si è incazzata e da lì è nata una rivalità. Così ho deciso di attaccarli con qualcosa contro la quale non possono assolutamente controbattere: l’evoluzione darwiniana. Quella è un dato di fatto, non può essere smentita… e loro vengono che mi recitano dei dogmi… ma non si può usare un dogma contro la verità! L’evoluzione è un dato di fatto, è vera.

Quella è stata la mia mossa per rispondere agli insulti, le vignette su Gesù non volevano essere una sfida, volevo soltanto far ridere»

Hai mai avuto problemi con la censura?

«Solo su Facebook. No, magari! Mi sarei fatto un sacco di soldi altrimenti! Quando arriva la censura puoi far scoppiare una polemica, uscire sui giornali e farti un sacco di pubblicità! L’importante non è parlarne bene, ma è parlarne»

Le bestemmie creative, ci pensi o ti vengono spontanee?

«All’inizio era più difficile, ma adesso la mia mente le tira fuori naturalmente. All’inizio ci pensavo di più, stavo lì a dire “ah, voglio fare una battuta su questo…”, mentre adesso ogni cosa che mi succede la trasformo in automatico in una battuta. E visto che vivo in un paese cattolico, spesso mi vengono battute su Gesù o sul cattolicesimo.

Se vivessi in Afghanistan sarei morto, perché mi verrebbero battute sull’Islam e su Maometto; se vivessi in Bangladesh sarei morto, perché mi verrebbero le battute sul Buddha, e anche lì uccidono per la religione… quindi… è così che sono fatto! Scusatemi… per favore non uccidetemi!»

Ma visto che non c’è due senza tre, hai pensato a fare la trilogia della Bibbia? 

«In realtà sì, ma per colpa del Covid non abbiamo potuto farla. Sarebbe dovuta uscire a Lucca 2020 e doveva essere argentata… Ho anche un altro progetto in mente, ma è ancora segreto e non ne posso parlare…»

Noi speriamo che la Bibbia 3 o qualcos’altro… veda la luce molto presto. Abbiamo tanto bisogno di ridere e con lui ci riusciamo benissimo! 

Nadia Rosato 

Foto di Giovanni Allocca 

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Nadia Rosato

Nadia Rosato, napoletana di nascita e di residenza. Laureata in Filologia Moderna. Ho la luna in gemelli. Il modo migliore per farmi fare una cosa è dirmi che non posso farla.

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