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Ceci n’est pas une blasphème, il festival si presenta ufficialmente

La conferenza stampa di oggi, 1 settembre, ha reso l’imminente fine dell’estate più leggera. Presentato ufficialmente, presso la Sala di Stefano del PAN, il festival Ceci n’est pas une blasphème

A parlare del progetto due donne il cui sodalizio è straordinario: l’assessora alla Cultura del Comune di Napoli Annamaria Palmieri e la direttrice artistica del progetto Emanuela Marmo. A completare il volto – sfaccettato e sfacciato – del festival anche Agostino Granato, responsabile degli allestimenti, la curatrice del catalogo Anna Sirica, l’autore Antonio Mocciola e l’illustratrice Yele. Questi ultimi, i due artisti, per intenderci, sono i portavoce delle sezioni live e subvertising dell’evento. 

Un evento che ha come scopo la liberazione dell’arte, il suo svincolarsi da qualsiasi credo che non sia il proprio, autogenerato. Il Festival è l’arte che si riprende il suo dominio, espandendosi in tutta la sua gloriosa e ‘propria’ sacralità. Parliamo, infatti, di un progetto che nasce con l’intenzione manifesta di essere “arte per la libertà d’espressione contro la censura religiosa”.

Una impalcatura grandiosa, sì, creata con il patrocinio del Comune di Napoli ma, come viene sottolineato durante la conferenza, totalmente autofinanziata. La libertà vera, spesso, comincia da qui.  Svincolandosi da qualsiasi influenza esterna, si può parlare di arte pura, cercare una verità ed una voce scevra da condizionamenti. Le mostre, gli eventi, dureranno per gran parte del mese di settembre. 

L’inizio ufficiale, stabilito per il 17 settembre, darà il via ad una serie di progetti che termineranno il 30 settembre. Una mostra al Pan di Napoli,  ma anche happening, performance live e stand-up comedy, talk con autori e filosofi. Gli eventi di Ceci n’est pas une blasphème prenderanno due weekend, svolgendosi il 17, il 18 e 19 all’Asilo Filangeri e il 24 e il 25 al Lanificio 25.

Le arti censurate menzionate sul sito ufficiale dell’evento (https://articensurate.it/) sono quelle che rivendicano il loro essere profondamente laiche, svincolate da qualsiasi giudizio divino, superiore, metafisico. Un’arte, tutto sommato, non religiosa ma incredibilmente spirituale. Lo spirito strettamente umano, appartenente alle emozioni, alla sessualità, all’umorismo sconveniente. Ben oltre i dogmi e la morale, c’è un campo. Ceci n’est pas une blasphème ci aspetterà lì.  

Il programma intero degli eventi, così come le modalità di partecipazione, contatti e media partner sono sul sito ufficiale di Arti Censurate. Un sito, un portale verso l’ampliamento di orizzonti e prospettive, un cammino iniziatico verso l’abbandono di stigma e crismi, con meta finale l’apertura di cuore e mente. 

Perché, come dice un filosofo famoso di qualche secolo fa, “La mente non si apre, se prima non si è aperto il cuore”. 

Sveva Di Palma

Foto di Giovanni Allocca

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Sveva Di Palma

Sveva. Un nome strano per una ragazza strana. 32 anni, ossessionata dalla scrittura, dal cibo e dal vino, credo fermamente che vincerò un Pulitzer. Scrivo troppo perché la scrittura mi salva dal mio eterno, improbabile sognare. È la cura. La mia, almeno.

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