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L’insonnia e il suo circolo vizioso

Tra i disturbi del sonno più comuni al mondo, l’insonnia è così radicata nella nostra società da essere in fondo accettata.

A volte dormire può diventare un’esperienza spiacevole. Il letto è lì, ti ci siedi sopra, ti sdrai, ma il sonno proprio non arriva. Pensi a com’è andata la giornata, a cosa fare per cercare di dormire, ma tutti i tentativi sembrano essere un po’ un buco nell’acqua. Come un esaminatore indiscreto, il letto ti pone in una costante prova che dovresti superare. Può capitare di non riuscire a scrollarsi di dosso la giornata che è appena trascorsa, o, al contrario, di accorgersi che il peso della giornata trascorsa piombi inaspettatamente sulle tue spalle. Continui a scrollare la home di Facebook, di Instagram, magari metti anche un film su Netflix. In fondo, pensi che in qualche modo dovrai pur chiudere gli occhi, e forse la tecnologia può farti sentire meno preda della solitudine. Però continui a girarti nel letto. Hai ancora gli occhi aperti. Controlli la sveglia, vedi se si è fatto giorno. Niente, è ancora notte. Attivi questo simpatico circolo vizioso e il giorno dopo ti svegli (se hai dormito) come se non avessi dormito per giorni. Il problema è che il lusso di non dormire, o di dormire male, non puoi permettertelo. Perché devi andare al lavoro, oppure perché devi studiare. E allora ti arrabbi pure, perché di giorno sei uno zombie. Chi è insonne sperimenta, generalmente, queste fasi e queste sensazioni. Ma procediamo per gradi.

Che cos’è l’insonnia? L’insonnia è un disturbo del sonno, il più comune disturbo del sonno. Essa consiste nell’alterazione del ciclo del sonno, sia dal punto di vista della qualità che della quantità. Quando, esattamente, ci si può definire insonni? Per intenderci, una persona insonne può avere difficoltà ad addormentarsi, oppure il suo sonno può essere disturbato frequentemente durante la notte, o ancora ci si sveglia molto presto senza più riaddormentarsi. Se si soddisfa almeno una delle precedenti condizioni e se questi sintomi si verificano almeno tre notti a settimana per almeno tre mesi, allora si è insonni. In Italia, ben nove milioni di persone soffrono di insonnia cronica (soprattutto donne ed anziani). Anche molte celebrità soffrono o hanno sofferto di insonnia: Marylin Monroe, ad esempio, ma anche Lady Gaga, George Clooney, Michael Jackson… L’insonnia è la causa o l’effetto? I tipi di insonnia sono diversi, e possono sussistere per vari motivi. Esiste l’insonnia dovuta alle cause patologiche: nel momento in cui il corpo soffre, l’insonnia può essere una manifestazione di questa sofferenza. Alcune malattie associabili, sotto questo punto di vista, all’insonnia sono: cefalea, dermatite atopica, intolleranze alimentari, ipertiroidismo. L’insonnia è diffusa anche tra le persone affette da patologie neurologiche come l’Alzheimer e il Parkinson.

Ma veniamo ad un altro punto molto importante e tanto studiato. L’insonnia è collegata anche alle cause psicologiche. Nel momento in cui si va dal medico curante, e quest’ultimo ci assicura che non abbiamo patologie organiche associabili all’insonnia, allora molto probabilmente il motivo per cui non facciamo sogni tranquilli è psicologico. La notte non appare sempre come un’amica. Può scrutarti, trasmettere soggezione, far emergere un vortice di emozioni così forte da immobilizzare il corpo e lo spirito. Il buio, l’improvvisa calma delle ore notturne, l’essere soli con il proprio io, possono essere fattori disturbanti. Il corpo è vigile, rigido, un soldato sull’attenti. Hai paura di lasciarti andare, forse non hai molta fiducia in te stesso e la notte, il sonno, non fanno altro che fartelo notare. Oppure pensi che dormire non sia poi così necessario. Magari sei un soggetto particolarmente attivo, vitale ed energico, e ti chiedi quale sia il senso di dormire. Dopotutto, le ore notturne possono sembrare quasi uno spreco. Ma, consapevolezza dolorosa per chi è insonne, dormire è fisiologico. Non c’è veglia senza sonno.

Non solo l’ansia: l’insonnia è connessa anche alla depressione. L’insonnia è, infatti, molto comune tra chi soffre di depressione (Taylor et al., 2005). Tuttavia, è bene e corretto specificare che gli studi riguardo all’insonnia e alle cause psicologiche ad essa legata sono tanti e non tutti uniformi alla stessa idea. Se, generalmente, si considera l’insonnia come un campanello d’allarme di patologie psicologiche, si stanno avanzando studi che, al contrario, considerano l’insonnia la causa della patologia psicologica del soggetto. Ad esempio, Daniel Freeman (docente di psicologia clinica ad Oxford) ha guidato una ricerca che ha ribaltato la concezione dell’insonnia come sintomo delle difficoltà psichiche. Nel 2017, questo studio si è avvalso di 3755 studenti (i quali, naturalmente, soffrivano di insonnia) del Regno Unito, notando che, curando l’insonnia, gli studenti registravano anche un miglioramento a livello psichiatrico. D’altro canto, è pur vero che la correlazione tra l’insonnia e le cause psicologiche che attribuisce all’insonnia il sintomo piuttosto che la causa va per la maggiore. 

Come si cura l’insonnia? Appurato che dormire bene ed in modo sano è fondamentale per il corpo e per lo spirito, vi sono diversi modi per curare l’insonnia. Piccoli accorgimenti possono aiutare a limitare il problema: evitare la caffeina e le bevande eccitanti, evitare di utilizzare lo smartphone e il PC minimo due ore prima di andare a dormire; trascorrere del tempo all’aria aperta; meditare; provare rimedi naturali come la melatonina, la valeriana, la camomilla. La terapia cognitivo – comportamentale è molto utile per i pazienti che soffrono di insonnia: questa terapia è eseguita in 4-8 sessioni individuali o di gruppo, ed aiuta il paziente a conoscere gli effetti dell’insonnia, conoscere le tecniche di rilassamento stabilendo anche un programma di sonno regolare. Vi è, poi, solo sotto stretta indicazione del medico, anche la terapia farmacologica.

L’insonnia, quindi, è un disturbo molto comune, è curabile ma non va sottovalutato: un’adeguata terapia può non solo far dormire meglio, ma anche essere più sereni.

Aurora Scarnera

Foto di Roberto Filippini

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Aurora Scarnera

Classe 1998, frequenta il primo anno di Filologia Moderna presso l’Università di Napoli Federico II. Giornalista pubblicista dal 2020 e cantante occasionale, scrive articoli dai tempi del liceo. Curiosa del mondo, crede fermamente nel valore dell’informazione e nella forza del suo veicolo trasmissivo.

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