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Francesca Ghiribelli e la sua poesia gotica: i forti cromatismi di Gotica Chimera

La poesia contemporanea conosce un momento di grande luce, grazie al magnetismo di poeti giovani, come Francesca Ghiribelli.

Classe ’88, dunque mia coetanea, è già poetessa ed autrice collaudata.

Le sue pubblicazioni Un’altalenta di emozioni (Bancarella editrice, 2009), Cuore zingaro – Amore a prima vista Vol. I (Il seme bianco, 2017) e Twins Obsession. Il diario di una gemella: ossessione (Policromia, PubMe, 2019) le sono valse numerosi prestigiosi premi. La sua ultima fatica è la raccolta di poesie Gotica Chimera. Un’opera che lei stessa presenta come dark poetry concentrata sulle sfumature dell’amore. Un amore, afferma la poetessa, che verso dopo verso si dipana e srotola sulla pagina, scivolando con fluidità nella mente del lettore.

Gotica Chimera, edito da Tulipani e pubblicato nel 2020, è una prosodia appassionata che studia gli accenti, l’intonazione, il ritmo della voce poetica. Perché è difficile pensare alla poesia di Francesca Ghiribelli senza immaginarla declamata a voce, letta ed interpretata. I forti cromatismi della sua lingua scritta sono musicali, in cerca di una armonia linguistica ma anche dell’animo. Come se, recitando i suoi versi, si cadesse in una sorta di trance shamanica guaritrice dello spirito.

Perché se anche i componimenti della Ghiribelli sono tavolta dolorosi, struggenti e nostalgici, il suo mondo delle emozioni è puro, positivo. La memoria di un amore fallito o passato non significa, nei versi di Francesca, una disillusione o una mancanza di speranza. La memoria dell’amore finito è potente nelle sue sfumature rosso carminio e nere, ma si permea anche di speranza, di accettazione di un’era che fu e non sarà. L’amore, appunto, gotico, dunque malinconico, scuro come il sangue e i fremiti della passione. Ma anche puro, pulito, intonso, legato alle molteplici metafore naturali a cui Francesca Ghiribelli si appiglia per dare voce al suo sentire.

 La vincitrice del prestigioso Premio Vincenzo Crocitti 2020 comunica in modo chiaro, veicolando un sentimento innegabile, una energia vitale fortissima che guida il verso al cuore del fruitore. Il gotico, linfa del romanticismo, prevede un repertorio iconografico di riferimento a cui Francesca Ghiribelli attinge senza mai risultare eccessivamente retorica. La misura, una importante qualità del poeta, viene scelta ed utilizzata dalla Ghiribelli per costruire un universo fatto di emozioni ma non di melodrammi. Il romanticismo c’è, è il perno attorno a cui Gotica Chimera ruota, ma non è mai uno sforare nell’esasperazione melodrammatica.  Dei corpi innamorati si cercano, si trovano, si amano e poi si perdono, mentre l’eco dell’incontro risuona nell’aria tutt’intorno, scolpendo il futuro degli amanti sfortunati.

Il canto di dolore squarcia la notte e riporta le anime vicine per un attimo, allontanate da qualcosa di ignoto, una forza ancestrale senza voce o nome. Lo spazio ed il tempo, ingoitati dal sentimento, cessano di esercitare il loro ruolo regolatore per passare in secondo piano, eclissandosi per la durata della lettura.

La poesia, dunque, vive un momento di grande luce, di illuminazione, in quanto il periodo storico che impedisce lo sguardo verso l’esterno lo sollecita verso l’interno, nel sottosuolo sommerso delle sensazioni e dell’indicibile. Il sottosuolo in cui ci trascina il verso passionale e dolce di Francesca Ghiribelli.

Buona lettura!

Sveva Di Palma

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Sveva Di Palma

Sveva. Un nome strano per una ragazza strana. 32 anni, ossessionata dalla scrittura, dal cibo e dal vino, credo fermamente che vincerò un Pulitzer. Scrivo troppo perché la scrittura mi salva dal mio eterno, improbabile sognare. È la cura. La mia, almeno.

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