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Sant’Anna dei Lombardi, il Rinascimento toscano a Napoli

Il bellissimo complesso monumentale di Sant’Anna dei Lombardi, sito in Piazza Monteoliveto (Na), è stata il luogo di un incontro tra teatro, arte rinascimentale e Storia per l’evento “L’artista straniero”, ispirato e dedicato al maestro toscano Giorgio Vasari.

L‘iter programmato e realizzato per la serata del 15 Dicembre dalla Cooperativa Sociale ParteNeapolis con la partecipazione della Compagnia Teatrale “La Bambara”, prevede un viaggio tra le cappelle, i segreti e i preziosi tesori di questa splendida, sottovalutata chiesa.

Al suo interno, opere di altissima qualità artistica, pittorica e culturale vengono ignorate dalla gran parte di coloro che del Largo Monteoliveto hanno fatto la loro seconda casa; i giovani e giovanissimi amano passare il loro tempo tra aperitivi e chiacchiere, mangiando una pizza al cartoccio seduti sui bordi della fontana.

Proprio di fianco, il complesso monumentale di Sant’ Anna di Lombardi custodisce, con elegante cura, affreschi di Battistello Caracciolo, sculture quattrocentesche in terracotta, bassorilievi rinascimentali e, in particolar modo, la spettacolare Sagrestia del Vasari. Il pellegrinaggio nella Chiesa prevede una visita guidata, l’incursione di quattro attori – intrattenitori e comic relief di tanta ironia quanto potenziale culturale – e la possibilità di visitare l’edificio nelle sue profondità.

La bellezza dell’insieme e della commistione di performance e sapere è indicibile, incredibile. Tuttavia, per uno storico dell’arte l’attenzione è rivolta ai materiali, alle architetture e alle pitture, a ciò che rende la Chiesa corporea e maestosa, alle sue componenti concrete. E alle tecniche, le competenze, il lavoro che le hanno rese tali.

Nella sua lunga storia, il Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi ha subito numerose trasformazioni, diventando scrigno di più periodi artistici, in essa coesistenti con grande coerenza estetica.

Fondato nel 1411 da Gurello Origlia, fu successivamente affidato ai padri olivetani. L’ampliamento ad opera di Alfonso II d’Aragona, lo rese poi uno dei favoriti della corte aragonese. Prese il suo attuale nome svariato tempo dopo, quando Ferdinando I delle Due Sicilie dispose l’allontanamento degli olivetani.

L’arciconfraternita dei Lombardi, privata della propria chiesa in seguito a problematiche strutturali, si trasferì a Sant’Anna, attribuendole il suo nome definitivo. La facciata fu ricostruita in seguito ai bombardamenti delle Seconda Guerra Mondiale, che causarono danni specialmente all’atrio gotico.

L’equilibro delle architetture, appartenenti principalmente al tardo gotico, sorregge una struttura ricca di cappelle (cinque per lato) e piccoli ambienti adiacenti alla navata centrale. Le sculture della Chiesa sono puramente rinascimentali, intrise di un classicismo equilibrato e rasserenante.

Il soffitto barocco e taluni affreschi risalenti al Seicento, come quelli di Battistello Caracciolo che circondano il grande organo restaurato nel 1904 o le grandi tele della cappella d’Avalos, si compenetrano in una sinfonia di stili che colpisce l’occhio con potente ricchezza espressiva. La cappella Piccolomini è tipicamente fiorentina, uno dei maggiori esempi dell’arte toscana a Napoli. Tra le cappelle, è la più notevole.

Il fiore all’occhiello di questa opera d’arte, a cui basterebbe quanto appena descritto per potersi definire tale, sono però le due sagrestie e il Compianto sul Cristo Morto dello scultore modenese Guido Mazzoni. La Sagrestia vecchia (ex refettorio dei frati olivetani) è il regno di Giorgio Vasari.

Gli affreschi che trionfano in tutta la loro abbondanza su soffitti e pareti dell’ambiente sono un tripudio di colore e sinuose curve. La stanza è illuminata dall’abilità vasariana, il suo manierismo capace di scavalcare i confini dello Stato pontificio per poter fiorire, finalmente, a Sud.

L’opera di Guido Mazzoni, invece, risale a qualche anno prima (circa 1492). Lo stesso Giorgio Vasari descrive l’arte del Mazzoni usando queste parole: […] uno scultore […] chiamato Modanino da Modena, il quale lavorò al detto Alfonso una Pietà con infinite figure tonde di terracotta colorite, le quali con grandissima vivacità furono condotte, e dal re fatte porre nella chiesa di Monte Oliveto di Napoli, monasterio in quel luogo onoratissimo; nella quale opera è ritratto il detto re inginocchioni, il quale pare veramente più che vivo; onde Modanino fu da lui con grandissimi premii rimunerato.

Con il Compianto del Cristo Morto parliamo di un’evocativa, vivissima scultura in terracotta smaltata in cui ogni figura è trattata con minuzia e attenzione quasi maniacale al particolare. Nessun dettaglio è lasciato al caso, il risultato finale perfettamente rispondente ai criteri estetici dell’epoca, equilibrio armonico, dinamismo, rispetto della bella forma classica e al contempo restituzione fedele di lineamenti, linee e abiti. Realismo e bellezza, movimento e solidità.

In questo paradigma, tutta Sant’Anna dei Lombardi vede rispecchiata se stessa; attraverso questo paradigma, il complesso prende vita e offre, a chiunque la visiti, lo spettacolo della sua secolare ed imperitura meraviglia.

Sveva Di Palma

Foto di Raffaele Iorio

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Una se vuoi vedere di più sull’evento (clicca qui ) l’altra se vuoi ammirare ancora meglio Sant’Anna dei Lombardi.

La Redazione

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