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Le terme di Caracalla

Le terme di Caracalla inaugurate nel 216 d.C dall’imperatore Marco Aurelio Antonino Bassiano, detto Caracalla, appartenente alla famiglia dei Severi originaria di Leptis Magna, sono tra i più grandi e meglio conservati complessi termali dell’antica Roma. 

Situati nella zona meridionale della Capitale, sul Piccolo Aventino, le terme furono completate negli anni successivi all’inaugurazione e alla morte di Caracalla, avvenuta nel 217 d.C, dagli imperatori Elagabalo e Severo Alessandro. Le terme furono in attività fino al 537 d.C, quando durante la guerra tra i Goti e i bizantini, il capo dei Goti Vitige distrusse, durante l’assedio di Roma, l’acquedotto che forniva acqua alle terme, provocando la chiusura dell’edificio. 

Per rifornire di acqua il complesso fu appositamente costruito l’acquedotto Antoniniano nel 212 d.C, deviando una parte dell’acqua Marcia. La conservazione della struttura è stata possibile anche perché la zona non è stata interessata dalla costruzione di edifici nelle epoche successive e divenne un’area coltivata, in particolare a vigneti. 

Il complesso dopo la chiusura fu oggetto, nel corso del Medioevo, di attività di spoliazione delle prestigiose decorazioni marmoree che lo ornavano, statue, colonne e molti altri materiali infatti furono impiegati in edifici costruiti nel medioevo, in particolare nelle chiese, altri entrarono nelle collezioni dei ricchi signori, ed altri ancora vennero purtroppo fusi nelle calcare per ottenere calce. 

Le terme di Caracalla sono di notevole ampiezza, costeggiate dalla via Nova, esse hanno forma rettangolare e circondate da un recinto porticato su due livelli, in cui ai lati sono visibili i resti di due grandi esedre con ambienti absidati, negli altri due lati si trovavano rispettivamente  delle tabernae e nell’altro un’ampia entrata con scalinata, che permetteva di accedere al giardino interno, al cui centro sorgeva l’edificio termale, intorno all’entrata vi erano due ambienti chiusi adibiti a biblioteche e due grandi cisterne. 

Il corpo centrale, suddiviso in molti ambienti, era dotato di quattro entrate su ogni lato, era presente il calidarium ampia sala di forma circolare con vasca anch’essa circolare, dotato di alte finestre per illuminare l’ambiente e 8 colonne di notevoli dimensioni, il tepidarium di dimensioni più ridotte con due vasche, il frigidarium con volte a crociera sostenute da otto colonne in granito e vasche contenenti acqua fredda, la natatio cioè la piscina che era scoperta e con colonne in granito, una delle quali oggi situata a Firenze nella piazza di Santa Trinità. Vi erano anche degli spogliatoi, in latino apodyteria, che presentavano un piano superiore e due palestre, vi si trovava anche il laconicum ossia la sauna. Tutti questi ambienti avevano mosaici pavimentali, molti dei quali ancora visibili e nicchie alle pareti create per ospitare statue. 

La caratteristica principale di questo complesso termale sono gli ampi ed articolati sotterranei, ben tre livelli di gallerie capaci di far transitare anche carri, che si estendono sotto l’intera struttura e consentivano agli schiavi e chi ci lavorava di operare per il buon funzionamento delle terme, ospitavano infatti immense caldaie per riscaldare gli ambienti, tubature per convogliare l’acqua ai piani superiori, depositi per il legname e per le merci. Di straordinaria importanza fu anche il ritrovamento di un mitreo nei sotterranei, creato per lo svolgimento dei culti riguardanti il dio Mitra, cui la famiglia imperiale era devota, sono visibili dei banconi su cui si svolgevano i banchetti degli adepti del culto, ambienti per ospitare gli animali e la fossa sanguinis per contenere il sangue dei sacrifici. 

Dalle terme provengono importanti capolavori artistici, in particolare la scultura del supplizio di Dirce, meglio nota come Toro Farnese, la possente statua rappresentante Ercole, la Flora Farnese entrate, dopo il ritrovamento, nelle collezioni della famiglia Farnese ed oggi visibili al Museo Archeologico di Napoli ed un mosaico policromo raffigurante 28 atleti conservato oggi ai Musei Vaticani. 

Beatrice Gargiulo 

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Beatrice Gargiulo

M. Beatrice Gargiulo, studentessa di archeologia, ama l’arte, la storia e dedicare il tempo libero alla lettura.
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