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Folclore e mitologia coreana: storia e sviluppi

Il folclore e la mitologia coreana rappresentano un patrimonio culturale ricco e complesso, che si è formato nel corso di millenni tramite l’integrazione di credenze sciamaniche, confuciane, buddiste e, recentemente, cristiane.

Ciò ha permesso di influenzare la società coreana ma anche la religione, la letteratura, l’arte e le pratiche quotidiane.

Ma come è nato tutto questo?

Origini e sviluppo storico del folclore

Le tradizioni folcloristiche coreane traggono origine dallo sciamanesimo, una pratica religiosa animistica in cui si crede che ogni elemento naturale possieda uno spirito. Gli sciamani, da sempre visti come intermediari tra mondo umano e spirituale, svolgevano rituali per placare gli spiriti e garantire il benessere della comunità.

Successivamente, sono subentrati anche il buddismo e il confucianesimo, intrecciandosi con lo sciamanesimo, dando vita a una mitologia sincretica che rifletteva le nuove influenze religiose. Molte storie popolari, ad esempio, iniziarono ad inserire principi confuciani come la pietà filiale e l’importanza della gerarchia sociale.

Queste tradizioni sono state trasmesse oralmente fino al V secolo, finché non iniziarono ad apparire le prime versioni scritte che hanno aiutato a preservare molte storie folcloristiche, come miti, leggende e racconti popolari, alcune delle quali le ritroviamo in opere come il Samguk Yusa del XIII secolo, compilato dal monaco buddista Il-yeon.

Abbiamo una vasta gamma di racconti e credenze del folclore coreano, come l’Imuldam, che si concentra sugli esseri soprannaturali: i dokkaebi sono i più comuni, considerati la versione coreana dei goblin, anche se è un termine con una concezione diversa da quella europea in quanto non hanno caratteristiche malvagie o demoniache. Sono, invece, piuttosto dispettosi e giocosi. Altra figura nota è gumiho, leggendaria volpe a nove code, spesso rappresentata come una creatura che può trasformarsi in un’affascinante donna per sedurre gli uomini.

Mitologia e miti fondativi

La mitologia coreana tramanda storie che si centrano sui miti della creazione del mondo e miti sull’origine della natura o del mondo sociale, spesso localizzati e che riguardano villaggi o clan specifici. I primi miti precedono le credenze buddiste, confuciane e taoiste, radicati invece nella tradizionale religione popolare coreana e nello sciamanesimo.

Un gran numero di miti sciamanici coreani andò perso a seguito dell’ascesa del confucianesimo, che sottolineò il pragmatismo e razionalismo. Parte di quelli che si credeva esistessero nei tempi antichi sono stati documentati da studiosi confuciani e buddisti, modificando le storie per adattarle alle proprie credenze.

Uno dei miti fondativi più emblematici è quello di Dangun Wanggeom, considerato il progenitore del popolo coreano. Dangun, secondo la leggenda, era figlio di Hwanung, il “Signore dei Cieli, e di Unghyeo, una donna-orso trasformata in umana a seguito di un rituale. Dangun, nel 2333 a.C., fondò il regno di Gojoseon, stabilendo la prima entità statale nella penisola coreana.

Un altro mito significativo è quello relativo a Namu Doryeong, il “Giovane Signore dell’Albero”, che racconta di un giovane nato dallo spirito di un albero sacro. Questo giovane salvò numerosi animali e un altro essere umano durante un grande diluvio, contribuendo alla rigenerazione della vita sulla terra. Il racconto riflette temi universali di salvezza e rinnovamento.

Negli ultimi anni, sono stati prodotti dei progetti mirati a preservare e reinterpretare le storie del folclore e della mitologia coreana per far avvicinare ad esse le nuove generazioni. Difatti, ci sono state delle produzioni animate, come Animentary Korean Folkrore, che raccontano antiche storie utilizzando tecniche di animazione tradizionale; oppure, sono stati prodotti anche film come Along with the Gods: The Two Worlds, dove integrano elementi mitologici in contesti moderni, così da rendere queste narrazioni accessibili ad un pubblico più ampio.

Irene Ippolito

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Immagine creata con canva

Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
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