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Il mondo ha sempre conosciuto il colore?

I colori tinteggiano la nostra vita, ravvivando ogni singola parte di tutto quello che ci circonda. Siamo in grado di distinguerli e ne conosciamo i nomi ma non la loro storia.

I colori inglobano tanti anni di storia, in quanto sono tanti i tempi trascorsi da cui si sono avute le prime estrazioni, parlando sempre di colori naturali.


L’uso dei colori conosce origini antichissime ed è stato un passo molto importante per lo sviluppo delle società. Inizialmente si estraeva il colore dal mondo animale, vegetale e minerale per poter aggiungere un tocco in più al bianco ed al nero, considerati successivamente nel periodo Rinascimentale da Leonardo Da Vinci gli estremi della gamma cromatica, e i greci li differenziavano tra di loro per tenebrosità e limpidezza. Questo è un pensiero che rimase invariato anche nel Medioevo, fino a che nell’Ottocento Goethe teorizzò – attraverso uno studio – che i colori primari fossero il risultato dell’interconnessione della luce col buio.

Inizialmente, i colori naturali venivano utilizzati per tingere filati, colorare le pietanze e per la realizzazione di cosmetici. Preservavano, inoltre, molteplici benefici rispetto ai colori industriali, inaugurati nel 1856 la prima volta da William Henry Perkin per produrre il viola.


I diversi aspetti positivi del colore naturale risiedono soprattutto nel campo dell’ecologia, in quanto sono totalmente biodegradabili ed ecocompatibili dacché non presentano processi chimici nella loro composizione; un altro beneficio sta, invece, nella resa: essendo un colore naturale e non sintetico, filtra meglio nelle pareti del materiale in cui si va ad immergere, specialmente in tessuti come la lana e la seta, il benessere che si riscontra indossando un capo colorato con tinte naturali è evidente dalla calzata comoda e giusta di quel prodotto.


Oltretutto, i colori naturali sono anallergici, per cui nonostante nel tempo siano state sempre di più le tinte sintetiche create di diverse sfumature, la ricerca al passato è tutt’oggi presente attraverso svariati studi che ci permettono di conoscerne la storia e i suoi dettagli. 

Uno degli studiosi più celebri, Michael Pastoureau (classe 1947), ricopre un ruolo importante nello studio della storia e della simbologia dei colori. 

Infatti, per ogni colore Pastoureau ha fornito delle monografie che rappresentano l’evoluzione del colore dal Medioevo ai nostri giorni, con annesso supporto iconografico, dando spazio a tante curiosità.
Servendoci degli operati di Pastoureau, apprendiamo che nell’Antica Roma nessuno si vestiva di blu, che i primi oggetti di design venivano tinti con colori pastello e che in principio l’azzurro non era associato ai maschietti né il rosa alle femminucce, come è stato ed è (seppur ingiustamente) solito credere.
A dire il vero, secondo lo studioso, in antichità il rosso era un colore maschile poiché veniva associato alla guerra, e quindi simbolo di virilità; mentre il blu era ritenuto un colore prettamente femminile in quanto lo si collegava al mantello della Vergine.


Determinante per la scelta dei colori è stato un importante evento storico, ossia la Riforma protestante, la quale stabilì che il rosso sarebbe diventato un colore per le donne, il blu per gli uomini, il rosa per le bambine e l’azzurro per i bambini. 

I colori sono parte della nostra esistenza, come dice lo stesso Pastoureau: “Il principale compito del colore è di classificare, associare, creare codici e sistemi di segni.”

Alessandra Lima 

Illustrazione di Sonia Giampaolo

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Alessandra Lima

Sono Alessandra, classe 2001 e studentessa di lettere moderne all’Università di Napoli “Federico II”. Mi interessano la letteratura, l’arte e la fotografia, da cui quasi sempre traggo ispirazione per la scrittura che è, a sua volta, una mia passione. Rendo la penna un tramite per lasciare a chi mi legge la possibilità di comunicare col mio mondo interiore e i miei interessi.
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