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Colori e cubismo all’ombra del Vesuvio: Picasso in mostra a Santa Maria Maggiore a Pietrasanta

Dal 10 maggio e fino al 28 settembre 2025 la Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta – LAPIS MUSEUM ospiterà la mostra “Picasso. Il linguaggio delle idee”.

In questa esposizione – curata da Joan Abelló e Stefano Oliviero – sarà possibile visionare oltre 100 opere: incisioni, manifesti, costumi teatrali, ceramiche e fotografie del pittore, scultore e litografo spagnolo Pablo Picasso. Spagnolo di nascita, ma francese di adozione, Pablo Picasso è stato uno dei più influenti artisti del XX secolo, noto per la sua straordinaria versatilità e per aver rivoluzionato il concetto stesso di arte.

Con una grande padronanza tecnica ben presto abbandonò il realismo accademico per esplorare nuove vie espressive e la ricerca, personale e artistica, lo portò a destrutturare la realtà.

In questa mostra, in cui il linguaggio delle idee vuole esplorare i diversi medium attraverso i quali l’artista riesce a trasmettere le proprie idee, sarà possibile osservare un Picasso diverso, un Picasso “altro”, un artista notevolmente eclettico capace di riprodursi in varie forme d’arte.

“Una mostra polivalente che ruota su due grandi assi. Il primo basato sulla tipologia artistica che Pablo Picasso ha utilizzato nella sua lunga vita con lavori su carta, su ceramica e con le incisioni.

Il secondo racconta i rapporti di amicizia che ha avuto con diversi artisti, come Angel Fernandez de Soto, del quale è esposta un’opera interessantissima, e i gli amici fotografi dell’ultimo periodo della sua vita, come Edward Quinn e Andrè Villers, che l’hanno accompagnato in diversi posti in Costa Azzurra in Francia, dove Picasso ha realizzato alcune grandi opere prima di morire nell’aprile del 1973”.

Così lo spagnolo Joan Abellò, curatore della mostra insieme a Stefano Oliviero, ha illustrato i contenuti della mostra “Picasso. Il linguaggio delle idee”.

Gazzetta di Napoli

La rassegna, prodotta da Navigare srl, patrocinata da Regione Campania, Città di Napoli, Consolato di Spagna a Napoli, Instituto Cervantes Napoli e CIU Unionquadri, si compone di 8 sezioni, con un totale di 103 opere di collezioni private: Picasso, Arlecchino e i saltimbanchi; Le Tricorne; Le incisioni; Le ceramiche; Paloma; Manifesti; L’Amico vagabondo divertente; Le fotografie, con alcune opere originali uniche e delle riproduzioni realizzate in gran parte dopo le opere di Pablo Picasso ed Edition Madoura ceramiche.

Ampio spazio è dedicato quindi al linguaggio delle forme: una panoramica completa sulla vita dell’artista andaluso abbraccerà la sua attività di pittore, scultore, ceramista.

La mostra si concentrerà sulle sculture, sulle ceramiche, sul lavoro dell’artista spagnolo per il teatro, sulle incisioni e sui manifesti che Picasso stesso realizzò in occasione di alcune sue mostre.

Picasso e Napoli

La mostra riporta Picasso nella città partenopea, in cui soggiornò nella primavera 1917 e dalla quale apprese tanto: Napoli offrì a Picasso uno spettacolo umano e urbano straordinario; la vita di strada, il teatro popolare, il colore, le maschere della commedia dell’arte – come Pulcinella (che divenne, con i costumi di Picasso, un’opera dei Balletti russi, che portarono in scena anche Le Tricorne con le musiche di Manuel de Falla) – e il caos del Mediterraneo alimentarono la sua sensibilità per il grottesco, il tragico e il comico mescolato insieme.

A Napoli e Pompei, Picasso rimase colpito dalle forme classiche, dall’arte antica e dalla scultura greco romana, difatti questa influenza si rifletté in una fase detta neoclassica: dal 1917 fino al 1925 le figure divennero più monumentali e armoniose rispetto al periodo cubista precedente.

“In lui uomo e artista sono due aspetti che hanno sempre coinciso, portandolo a vivere in uno spazio che cambia in funzione delle sue esigenze”.

La mostra sarà visitabile sino al 28 settembre.

Apertura 9:30 -19:30 (lunedì-venerdì) e 9:30 – 20:30 (sabato, domenica e festivi).

Info su www.navigaresrl.com.

Antonietta Della Femina

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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