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Premi Oscar: la storia del premio più ambito d’America

Dal 1929, le premiazioni degli Oscar sono il punto più alto della carriera di ogni attore, regista o professionista del campo: ecco la storia del famoso premio cinematografico.

Tra esibizioni musicali, sketch comici e lussuosi abiti di ogni tipo, la 96° edizione degli Oscar è ormai giunta al termine da qualche giorno, e come ogni anno abbiamo atteso con ansia di conoscere i vincitori tanto discussi.

Ogni appuntamento ci regala dei momenti memorabili: quest’anno siamo stati tanto divertiti dalla performance musicale dell’attore Ryan Gosling, che in uno sgargiante smoking brillantinato color magenta, ha portato in scena sul palco del Dolby Theatre la canzone I’m Just Ken, tratta dal film Barbie, accompagnato dal chitarrista Slash.

La famigerata statuetta dorata, rappresenta il raggiungimento di un grande traguardo, dato dal duro lavoro che ogni lavoratore del cinema svolge, incastrandosi come ingranaggi di una macchina (quasi) perfetta. Ma qual è l’origine di questo premio tanto desiderato?

Il premio Oscar – anche detto Academy Award – viene conferito annualmente dall’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, un’organizzazione fondata da Louis B. Mayer – dirigente della casa di produzione Metro-Goldwin-Mayer – nel 1927.

Trentasei membri appartenenti a diversi settori del cinema vennero radunati da Mayer, e queste personalità del settore vengono oggi considerati come i fondatori dell’Academy.

Il soprannome “Oscar” dato al premio dorato, fu coniato per una divertente casualità: nel momento in cui una direttrice dell’Academy, Margaret Herrick, vide le statuette, affermò che queste assomigliassero a suo zio Oscar, conferendogli così questo nomignolo.

La prima edizione della cerimonia di consegna dei premi ebbe luogo nella Blossom Room dell’Hollywood Roosevelt Hotel di Los Angeles il 16 maggio 1929, nonostante i nomi dei vincitori furono annunciati qualche mese prima.

Ci sono diverse regole che permettono ad un film di essere candidato agli Oscar: esso, ad esempio, deve essere stato rilasciato nella città californiana durante l’anno solare precedente, e deve essere stato presente nelle sale per almeno sette giorni.

Dal punto di vista degli standard per i premi, nel 2020 sono entrate in vigore nuove regole per la rappresentazione e l’inclusione, che diventano uno dei requisiti principali per il premio più importante. Infatti, perché un film possa essere candidato nella categoria di Miglior film, dovrà rispettare alcuni criteri riguardanti il genere, l’orientamento sessuale, l’appartenenza a minoranze e la disabilità. Il film dovrà rientrare in almento due delle quattro categorie, sia per il cast che per la troupe che ha lavorato alla pellicola.

Questa decisione è arrivata dopo che nel 2016 l’Academy è stata bersagliata da critiche riguardo un’apparente incapacità nella riconoscenza dei professionisti legati a delle minoranze, poichè per il secondo anno consecutivo, tutti i candidati nelle principali categorie di recitazione erano dei caucasici.

Infatti, Cheryl Boone Isaacs – il primo presidente afro-americano donna dell’Academy – ha espresso amarezza e frustrazione riguardo la mancanza di inclusione, annunciando che era tempo di «grandi cambiamenti».

Anche per questo motivo, il regista Spike Lee ha dichiarato: «Possiamo vincere un Oscar di tanto in tanto, ma un Oscar non può cambiare radicalmente il modo di condurre gli affari di Hollywood. Non sto parlando delle star. Sto parlando dei dirigenti».

Ilaria Perris

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Ilaria Perris

Classe 2003, cinefila, sognatrice e napoletana. Studentessa di cinema e audiovisivo all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Appassionata di letteratura, arte, critica cinematografica e musica. Credo fortemente nel potere e nella libertà della scrittura e della corretta informazione.
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