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“I Prìncipi della terra: la mia vita tra i Maasai”: la mostra di Stefano Lotumolo a Sant’Anna dei Lombardi

Stefano Lotumolo nel 2015 ha scelto di intraprendere un viaggio alla scoperta del mondo e alla ricerca di sé stesso. Durante questi sette anni ha vissuto a stretto contatto con culture enormemente diverse dalla nostra e ha deciso di raccontarle a noi tramite la fotografia. 

“I prìncipi della terra: la mia vita tra i Maasai” è il titolo della mostra fotografica di Stefano Lotumolo che, in collaborazione con New Art Way, sarà inaugurata oggi, 31 luglio 2023, a partire dalle 17:00, all’interno del Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi, nel cuore del centro storico di Napoli. 

In un costante dialogo tra passato e presente, la cappella dell’Assunta darà spazio fotografie che mostrano, attraverso volti ed espressioni, la realtà delle tribù dei Maasai e le loro antichissime tradizioni. Stefano Lotumolo ha immortalato momenti intimi e frammenti di una vita molto diversa da quella che conosciamo noi. 

Stefano Lotumolo  e l’organizzatore della mostra Tommaso Zijno ha accettato di raccontarmi qualcosa in più sul suo viaggio e sulla genesi della mostra. 

La mostra si chiama: “i prìncipi della terra”, come mai hai scelto questo titolo?  

«Perché i Maasai negli anni sono stati dei grandi maestri per me. Sono molto legati agli elementi della terra, nonostante le difficoltà, perché come tante altre comunità dell’Africa non hanno accesso all’acqua potabile e quindi sono costretti a ad arrangiarsi come possono. Nonostante questo, in questi anni la nostra connessione mi ha permesso di rivedere un sacco di cose della mia vita e loro sono diventati i miei principi», ha raccontato Stefano Lotumolo. 

È stato difficile stringere rapporti con le persone del posto o ti sei sentito subito accolto? 

«Mi sono sentito subito accolto. È nato tutto in maniera particolare. Nel 2015 ho lasciato il mio posto sicuro e il primo paese che ho visitato è la Tanzania. Non parlavo inglese. Lì ho incontrato Philipo, che ora è il mio migliore amico di una vita, e anche lui non parlava inglese, eppure in un certo senso abbiamo iniziato subito a capirci. È stato uno di quegli incontri che devono avvenire, che sono necessari. Per me è stato così fin dall’inizio. Poi ovviamente c’è voluto tempo per trasformare il nostro in un rapporto di sincerità, rispetto e amicizia. Ci siamo conosciuti a poco a poco. Durante questi sette anni di viaggi ho avuto modo di vedere e di documentare situazioni molto particolari e molto forti a livello emotivo. Questo ci ha portato insieme a realizzare il sogno di aprire questa piccola organizzazione di volontariato, Radici Globali, con la quale abbiamo da poco concluso la costruzione del primo pozzo. Adesso stiamo facendo un altro importante intervento, grazie al quale tutta la comunità avrà accesso all’acqua potabile».  

Per te è stato dura vivere in maniera tanto diversa dal modo in cui eri abituato?  

«In realtà, il nostro modo di vivere l’ho messo molto in discussione, perché sotto alcuni aspetti è privo di spiritualità. Siamo tutti in lotta l’uno con l’altro per avere qualcosa in più, mentre quel qualcosa in più poi toglie tanto. Vivere insieme ai Maasai, per me, non è mai stato difficile. Anzi, è stato importante per rivedere tantissime cose della mia vita. Ovviamente non ho viaggiato sempre e solo in Tanzania, però loro mi hanno permesso di vedere che la semplicità è qualcosa che può veramente cambiare le nostre vite. Accontentarsi di qualcosa in meno restituisce tantissimo. Ad esempio, in Tanzania si vive veramente collegati alla natura, in un modo che noi non riusciamo a immaginare. Ogni volta che uscivo durante la notte mi trovavo di fronte a un cielo dipinto di stelle. Quando alzo la testa da casa mia, vedo solo buio. L’inquinamento atmosferico non ci permette di godere dei doni che il mondo ci ha fatto e che vivendo come siamo abituati, stiamo dimenticando. Mentre noi sfruttiamo la natura, loro la vivono». 

Come mai avete scelto il Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi per ospitare la mostra? 

«Abbiamo scelto Sant’Anna per il contatto con la bellezza artistica del luogo. Ci piaceva l’idea di creare un confronto con il Rinascimento fiorentino e di realizzare un circuito semantico con l’ambiente. Noi cerchiamo di rifuggire lo spazio asettico, anche per disorientare un po’ il visitatore che si troverà a guardare foto di tutt’altra tipologia e tutt’altra fattura rispetto alle opere che ci sono intorno e, da questo contrasto potrebbero scaturire riflessioni più profonde», ha spiegato Tommaso Zijno. 

La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 18:00 e la domenica dalle 12:30 alle 17:00. 

Vi aspettiamo oggi alle 17:00 per l’inaugurazione! 

Nadia Rosato 

Stefano Lotumolo 

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Nadia Rosato

Nadia Rosato, napoletana di nascita e di residenza. Laureata in Filologia Moderna. Ho la luna in gemelli. Il modo migliore per farmi fare una cosa è dirmi che non posso farla.
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