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Scream VI: top o flop? (senza spoiler)

Sono ormai passati quasi trent’anni dall’uscita del primissimo Scream, con il tanto compianto Wes Craven alla regia.

Questa saga non ha solo creato la maschera più famosa della cinematografia dell’orrore, ma riuscì a risollevare l’intero genere in quegli anni.

E ora? Il sesto capitolo sarà stato all’altezza delle aspettative?

Diciamolo: Scream ha segnato un’epoca.

Lo fece con l’intelligenza dei dialoghi, i colpi di scena ben studiati ma soprattutto con l’approccio comico e metacinematografico che ha contribuito alla creazione del filone delle parodie, fra cui la più famosa di tutte, Scary Movie.

Il ritorno del nostro amato Ghostface sul grande schermo con Scream 5 dopo ben undici anni aveva già vivificato l’effetto nostalgia, ma il successo al botteghino aveva fatto intuire molto bene che in tempi brevi ci sarebbe stato anche un altro sequel.

Forse un po’ troppo brevi.

Proprio così, Scream 6 non convince del tutto. Ma vediamo nel dettaglio perché.

La storia riprende dove l’avevamo lasciata nel capitolo precedente. Samantha e Tara Carpenter stanno affrontando la difficoltà del fare i conti con il proprio passato e con gli efferati omicidi che le avevano viste protagoniste.

Ma dal passato non si può fuggire e alla fine un nuovo Ghostface torna a mietere vittime, questa volta cercando di incolpare proprio Sam.

I presupposti sono abbastanza banali ma numerosi elementi potevano rendere questa pellicola incredibilmente interessante: l’ambientazione a New York con la possibilità di omicidi più innovativi e la presenza di un Ghostface molto più violento del solito.

Anche la peculiarità dell’assassino di indossare una maschera appartenente al primo killer offre a tutti gli effetti un’ottima novità estetica.

Le possibilità ci sono tutte e il film sembra andare in un’ottima direzione grazie ad un incipit che sa dosare molto bene efferata crudezza e colpo di scena, come del resto anche i capitoli precedenti ci avevano abituato.

Purtroppo però più il film va avanti e più ci rendiamo conto di trovarci dinanzi ad un’occasione sprecata.

L’aura di mistero del nuovo assassino e il suo supposto piano geniale si dipanano in una sceneggiatura scialba e purtroppo sempre più ripetitiva.

I personaggi abbandonano ogni caratterizzazione ben definita e si chiudono in maniera sempre più in stereotipi privi di spessore, con reazioni umane al limite del surreale, anche per una saga come Scream che dovrebbe fare del comico un suo elemento propulsore.

Ma soprattutto, un elemento molto sfavorevole è la monoespressività della protagonista Sam, alias Melissa Barrera, che non riesce assolutamente a reggere il ruolo della vecchia Sidney.

Purtroppo nemmeno la presenza di Courteney Cox come l’amata giornalista Gale riesce a far ripartire il film che più va avanti e più rende manifesta la sua mancanza di qualsivoglia tipo di critica metacinematografica.

Nessun guizzo che lo possa davvero distinguere da un qualsiasi altro horror e forse è questa la colpa più grave.

Le stesse regole sembrano gettate nel film giusto per ricordare allo spettatore che sta guardando la saga di Scream, ma poi non hanno alcun seguito nella pellicola, lasciando confusi e infastiditi.
Un vero peccato, considerando l’importanza che meritava questa saga. Evidentemente i tempi ridotti per la sua produzione sono pesati molto sul progetto finale.

Non resta che sperare in un prossimo sequel fatto con la giusta creatività. Ma la domanda resta: cosa ne pensate voi?

Santomartino Gabriel

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Gabriel Santomartino

Classe 97, aspetto di laurearmi in lettere moderne e nel mentre mi nutro di romanzi, racconti e miti come ci si potrebbe nutrire solo di ambrosia. O di una pasta al forno, volete mettere? Appassionato in maniera megalomane di letteratura, fumetti e film col segreto proposito di conoscere un giorno una formula per leggere le emozioni all’interno dell’anima. E di diventare scrittore, ovviamente. Quando le idee sono troppe mi rifugio nella natura, magari con una cioccolata calda.
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