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Lucha libre, il wrestling mascherato

Stiamo nel Messico degli anni ’30, tutto sembra essere normale finché un bel giorno nacque uno stile di wrestling un po’ insolito, ma – a parer mio – intrigante. 

Maschere, manovre aeree continue a scapito della forza fisica sono solo due degli elementi caratteristici della lucha libre, stile di wrestling molto più veloce del wrestling tradizionale.

Le regole di questa disciplina sono molto simili a quelle del wrestling statunitense; tuttavia, vi sono alcune differenze. 

Prima differenza, è il divieto di eseguire il piledriver sull’avversario: si tratta di una mossa in cui il lottatore mette la testa dell’avversario tra le gambe, lo alza girandolo a gambe all’aria e lo lascia cadere sedendosi o inginocchiandosi.

Altra differenza è che solitamente sono presenti due arbitri; il tap out è assente e la propria resa viene annunciata verbalmente ad un arbitro.

Inoltre, nella lucha libre vengono spesso effettuati dei match che vedono tre wrestler affrontarne altri tre, chiamati trios match, dove vengono nominati due capitani, uno per ogni squadra. 

Per poter vincere il match, è necessario schienare/sottomettere o far contare fuori il capitano della squadra avversaria o almeno due membri del team.

Altri tipi di combattimenti molto diffusi sono i two out of three falls match, chiamati anche dos de tres caídas o luchas campales, dove il tempo non ha alcun limite. 

L’utilizzo delle maschere (o máscaras) nella lucha libre è altamente diffuso, ed aiuta a definire la gimmick – ossia le caratteristiche e il comportamento – dell’atleta, e viene messo spesso in palio in match chiamati máscara contra máscara.

Ma in che consistono questi match? Nei máscara contra máscara, lo sconfitto deve consegnare la propria maschera al vincitore, e nel caso in cui voglia rimascherarsi dovrà utilizzare una gimmick differente.

Perdere la propria maschera è considerato un vero e proprio disonore, e di solito gli organizzatori dello show offrono un premio in denaro ai wrestler per convincerli a perdere una contesa del genere.

Vi sono anche casi in cui i wrestler partecipano ai match senza alcuna maschera, mettendo quindi in palio i propri capelli: in questo caso si parla di màscara contra cabellera.

Oppure, nel caso in cui entrambi i wrestler non dovessero disporre di una maschera, si tratterrà di un match cabellera contra cabellera.

Irene Ippolito

Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
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