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La pittura è femmina – Tamara de Lempicka

Soprannominata “la donna d’oro” e “la baronessa pittrice”, Tamara de Lempicka è stata la regina indiscussa dell’art decò al femminile.

Ammirata per le sue opere e il suo fascino, è nota per i suoi ritratti di donne che rimandano all’universo dell’eros.

La vita

Maria Gurwik-Górska nasce a Varsavia nel 1898. All’età di 9 anni perde il padre e, poco dopo, compie un viaggio in Italia con la nonna, dove ha modo di vedere lo splendore delle città italiane della cultura.

Da adolescente, ha il privilegio di formarsi nelle scuole private più importanti d’Europa: prima a Losanna, di nuovo in Polonia ed, infine, a San Pietroburgo. Qui conosce l’uomo che diventerà suo marito, l’avvocato Tadeusz Łempicki, che gli darà lo spunto per creare il suo nome d’arte: Tamara de Lempicka. La coppia avrà una bambina, Kizette, soggetto frequente dei dipinti dell’artista.

Nel 1918, in seguito alla Rivoluzione russa, la famiglia si sposta definitivamente in Francia. Qui Tamara avrà modo di approfondire i suoi studi pittorici e affermare la sua fama di ritrattista.

Dichiaramente bisessuale, divorzia nel 1928. Molte delle sue amanti diventano, in seguito, modelle dei suoi ritratti. Regina indiscussa dei salotti culturali parigini più in voga, ammise in tarda età di non essere stata una madre molto presente per la figlia Kizette.

Viaggiò in tutta Europa e in America, dove si trasferì definitivamente con il secondo marito, il barone Kuffner, e la figlia. Intorno alla sua misteriosa e affascinante figura, nel tempo si sono create le più disparate leggende metropolitane: sembra che Gabriele d’Annunzio fece una corte spietata alla pittrice, la quale rifiutò le avances con decisione e con epiteti poco generosi nei confronti del poeta.

Abbandonata la pittura negli anni ’60, Tamara de Lempicka muore in Messico nel 1980 circondata dall’affetto di Kizette.

Le opere

L’arte di Tamara de Lempicka è fortemente influenzata dal post-cubismo. Nelle sue opere ogni oggetto o soggetto sembra essere incastonato in una forma geometrica, come se si trattasse di una vetrata colorata. Altro elemento chiave dei lavori della pittrice sono le linee spesse e ben delineate che danno alle immagini una profondità unica.

In “Autoritratto sulla Bugatti verde” l’artista si ritrae mentre, spavalda e sensuale, è alla guida di una macchina sportiva. Lo sguardo è provocante e quasi di sfida, rivolto verso lo spettatore: è un’immagine all’apparenza innocua, ma in realtà carica di eros.

Autoritratto sulla Bugatti verde – Tamara de Lempicka (1929)

Come già detto, buona parte delle opere di de Lempicka ha come soggetto la figlia Kizette. Sono decine i suoi ritratti, come “Kizette in rosa”, dove la bambina è ritratta mentre legge un libro, teneramente chinata su se stessa.

Kizette in rosa – Tamara de Lempicka (1926)

Per de Lempicka è importante dare spazio all’eros femminile, elemento facilmente ritrovabile nelle sue amanti: molte di esse, infatti, divennero modelle della pittrice, regalandoci la possibilità di vedere dei ritratti molto sensuali e certamente innovativi per l’epoca. Questo è il caso di “Rafaela su fondo verde (Il sogno)”, nel quale è ritratta una delle amanti storiche di Tamara, Rafaela Fano, modella parigina conosciuta per essere la donna più bella del mondo del suo tempo, che si innamorò dell’artista quando aveva solo diciassette anni.

Alessia Capasso

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Alessia Capasso

Irpina di nascita, comunicatrice per scelta. Il primo libro che ho letto: un'antologia di miti greci a sette anni. Mi sento veramente felice quando visito un castello antico. Parlo di cultura, con uno sguardo sempre rivolto al passato, e tematiche sociali.
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