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Sei poesie di Natale

È dicembre. 

Le luci degli alberi di Natale illuminano le case. Un altro Natale è già arrivato, momento di gioia e di riflessione. 

Ed ecco 6 poesie sul Natale particolarmente famose e adatte da leggere in questo periodo.

  • Er Presepio di Trilussa 

Ve ringrazio de core, brava gente,

pé ‘sti presepi che me preparate,

ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,

si de st’amore non capite gnente…

Pé st’amore sò nato e ce sò morto,

da secoli lo spargo dalla croce,

ma la parola mia pare ‘na voce

sperduta ner deserto, senza ascolto.

La gente fa er presepe e nun me sente;

cerca sempre de fallo più sfarzoso,

però cià er core freddo e indifferente

e nun capisce che senza l’amore

è cianfrusaja che nun cià valore.

Trilussa con la sua sagacia, immagina che a parlare sia proprio Gesù, che stanco di tanta ipocrisia tra gli uomini li ammonisce sulla loro superficialità. Non ha senso fare il presepe se poi si ha il cuore freddo ed indifferente.

  • Natale di Salvatore Quasimodo

Natale. Guardo il presepe scolpito,

dove sono i pastori appena giunti

alla povera stalla di Betlemme.

Anche i Re Magi nelle lunghe vesti

salutano il potente Re del mondo.

Pace nella finzione e nel silenzio

delle figure di legno: ecco i vecchi

del villaggio e la stella che risplende,

e l’asinello di colore azzurro.

Pace nel cuore di Cristo in eterno;

ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.

Anche con Cristo e sono venti secoli

il fratello si scaglia sul fratello.

Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino

che morirà poi in croce fra due ladri?

Anche Quasimodo guardando il presepe con tutti i suoi personaggi riflette sull’essere umano, che ogni giorno riversa tanta cattiveria sui suoi simili e si chiede se c’è qualcuno a questo mondo che sappia ascoltare il messaggio che Gesù ci manda.

  • È Natale di Madre Teresa di Calcutta

È Natale ogni volta

che sorridi a un fratello

e gli tendi la mano.

È Natale ogni volta

che rimani in silenzio

per ascoltare l’altro.

È Natale ogni volta

che non accetti quei principi

che relegano gli oppressi

ai margini della società.

È Natale ogni volta

che speri con quelli che disperano

nella povertà fisica e spirituale.

È Natale ogni volta

che riconosci con umiltà

i tuoi limiti e la tua debolezza.

Riflessione profonda di Madre Teresa di Calcutta sulla solidarietà che dovrebbe esserci ogni giorno, ogni giorno può essere Natale se ci si comporta con amorevolezza.

  • A Gesù bambino di Umberto Saba

La notte è scesa

e brilla la cometa

che ha segnato il cammino.

Sono davanti a Te,

Santo Bambino!

Tu, Re dell’universo,

ci hai insegnato

che tutte le creature sono uguali,

che le distingue solo la bontà,

tesoro immenso,

dato al povero e al ricco.

Gesù, fa’ ch’io sia buono,

che in cuore non abbia che dolcezza.

Fa’ che il tuo dono

s’accresca in me ogni giorno

e intorno lo diffonda,

nel Tuo nome.

Umberto Saba confida a questa poesia la sua speranza di avere sempre un animo buono. È questa quasi una preghiera che egli rivolge a Gesù bambino affinché gli infonda solo dolcezza nel cuore. 

  • La buona novella di Giovanni Pascoli

Erano pochi

i pastori che vegliavano sui monti

di Giudea. Quasi spenti erano i fuochi.

Ognuno guardava i cieli,

ognuno aveva vicino

il dolce, uguale ruminar del branco.

E un canto invase allora i cieli: “Pace

sopra la Terra!”. E i fuochi quasi spenti,

arsero e desta scintillò la brace.

Erano in alto nubi, pari a steli

di giallo, sopra Betlehem; già pronti

erano, in piedi, attoniti ed aneli,

i pastori.

Ed un angelo era, con le braccia stese,

tra loro, come un’alta esile croce

bianca; e diceva: “Gioia con voi! Scese

Dio sulla Terra”.

Mossero: e Betlehem, sotto l’osanna

dei cieli ed il fiorir dell’infinito,

dormiva. E videro, ecco, una capanna.

Ed ai pastori l’accennò col dito

un angelo: una stalla umida e nera,

donde gemea un filo di vagito.

Delicata poesia di Pascoli che con la sua abilità ricostruisce la notte della nascita di Gesù. L’evento desta i pastori dal sonno, ai quali l’angelo indica la strada per raggiungere la capanna.

  • Il Magico Natale di Gianni Rodari

S’io fossi il mago di Natale

farei spuntare un albero di Natale

in ogni casa, in ogni appartamento

dalle piastrelle del pavimento,

ma non l’alberello finto,

di plastica, dipinto

che vendono adesso all’Upim:

un vero abete, un pino di montagna,

con un po’ di vento vero

impigliato tra i rami,

che mandi profumo di resina

in tutte le camere,

e sui rami i magici frutti: regali per tutti.

Poi con la mia bacchetta me ne andrei

a fare magie

per tutte le vie.

In via Nazionale

farei crescere un albero di Natale

carico di bambole

d’ogni qualità,

che chiudono gli occhi

e chiamano papà,

camminano da sole,

ballano il rock an’roll

e fanno le capriole.

Chi le vuole, le prende:

gratis, s’intende.

In piazza San Cosimato

faccio crescere l’albero

del cioccolato;

in via del Tritone

l’albero del panettone

in viale Buozzi

l’albero dei maritozzi,

e in largo di Santa Susanna

quello dei maritozzi con la panna.

Continuiamo la passeggiata?

La magia è appena cominciata:

dobbiamo scegliere il posto

all’albero dei trenini:

va bene piazza Mazzini?

Quello degli aeroplani

lo faccio in via dei Campani.

Ogni strada avrà un albero speciale

e il giorno di Natale

i bimbi faranno

il giro di Roma

a prendersi quel che vorranno.

Per ogni giocattolo

colto dal suo ramo

ne spunterà un altro

dello stesso modello

o anche più bello.

Per i grandi invece ci sarà

magari in via Condotti

l’albero delle scarpe e dei cappotti.

Tutto questo farei se fossi un mago.

Però non lo sono

che posso fare?

Non ho che auguri da regalare:

di auguri ne ho tanti,

scegliete quelli che volete,

prendeteli tutti quanti.

Concludiamo con una della più famose poesie di Rodari, che con la sua fervida fantasia immagina di poter far comparire alberi di Natale con sopra doni di qualsiasi tipo dal cioccolato ai trenini ed anche i maritozzi, in ogni strada della città e la gioia di grandi e piccini nel prendere i regali dai rami. 

Beatrice Gargiulo 

Leggi anche: L’antichissima tradizione dell’albero di Natale e le sue origini

Beatrice Gargiulo

M. Beatrice Gargiulo, studentessa di archeologia, ama l’arte, la storia e dedicare il tempo libero alla lettura.
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