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L’antichissima tradizione dell’albero di Natale e le sue origini

Durante il periodo natalizio un angolo della nostra casa è riservato all’albero di Natale, addobbato con palline di diversi colori, fiocchi e ghirlande, illuminando l’intera zona in cui viene preparato. 

L’abete è stato considerato da sempre un albero magico, benedetto dai Greci – i quali simbolicamente lo attribuivano alla rinascita rappresentata dal nuovo anno –  alla dea Artemide (protettrice delle nascite) e collegato dagli Egizi alla nascita di Biblo.


L’origine di questa tradizione è molto antica, infatti, le sue radici si considerano affondate nella cultura celtica: gli antichi sacerdoti dei Celti, i druidi, consideravano l’abete come il simbolo di una lunga vita, poiché era destinato a restare verde anche d’inverno.


Con l’arrivo di questa stagione, gli alberi sempreverdi venivano ornati con fiaccole, nastrini e animaletti votivi per conquistarsi il favore degli spiriti. Oltre ai Celti, anche i Romani durante le Calende di gennaio, avevano l’abitudine di decorare le loro case con i rami di pino.

Un’altra tra le testimonianze che riportano la tradizione dell’albero di Natale è quella sul popolo dei Vichinghi, abitanti dell’estremo Nord dell’Europa che sia nella settimana precedente e sia nella successiva al solstizio d’inverno, erano soliti addobbare gli alberi di abete con frutti perché credevano che quest’albero potesse augurare il ritorno del sole grazie ai suoi poteri magici: non perdere le foglie neanche con le bassissime temperature invernali.


Con la diffusione del Cristianesimo l’albero di Natale assunse anche un significato cristiano, conferitogli dalla scena biblica dell’Eden che narra della notte in cui si celebra la nascita di Cristo. Durante questa notte, l’albero, posto al centro del giardino dell’Eden, diventa l’albero intorno al quale l’umanità ritrova il perdono.


Così, andò ad affermarsi anche nelle tradizioni cristiane, anche se al posto dell’abete veniva utilizzato l’agrifoglio che con le spine andava a simboleggiare la corona di Cristo, e le bacche con cui veniva addobbato assumevano le sembianze delle gocce di sangue che sgocciolavano dal suo capo.

L’origine della tradizione dell’albero di Natale che conosciamo al giorno d’oggi, si fa risalire nel 1441 in Estonia, per essere precisi in piazza del Municipio perché si dice che lo scopo fosse quello di far ballare insieme giovani uomini e donne, tutti riuniti intorno all’albero, affinché potessero trovare la propria anima gemella.


Un altro precedente racconto a cui attribuire l’origine di questa tradizione si è diffuso in epoca medievale e veniva celebrato il 24 Dicembre, in Germania: Adam und Eva Spiele, ossia il gioco di Adamo e di Eva che consisteva nel cercare di ricreare l’immagine del Paradiso riempiendo le piazze e le chiese di alberi di frutta, i quali vennero sostituiti successivamente dagli abeti, visto che ricoprivano una funzione “magica” per il popolo.

Dalle varie testimonianze possiamo notare che l’albero veniva posizionato e addobbato in luoghi che fossero simbolo della vita pubblica, quand’è che la tradizione dell’albero di Natale entrò tra le mura di casa?: nel XVII secolo e agli inizi del secolo successivo per poi diffondersi dalla Germania al resto del nord Europa.


Gli alberi di Natale andarono poi a diffondersi sempre di più, diventando molto popolari, quando iniziarono a commerciarli in Svizzera e in Germania.

In Italia, invece, chi addobbò per la prima volta un albero di Natale fu la regina Margherita al Quirinale, nella seconda metà dell’Ottocento.
L’abete, tipico simbolo Natalizio che scalda l’atmosfera delle nostre case nel mese di dicembre, ha conquistato intere generazioni a partire dal dopoguerra… coinvolgendo adulti e bambini nella sua realizzazione.

Alessandra Lima

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Alessandra Lima

Sono Alessandra, classe 2001 e studentessa di lettere moderne all’Università di Napoli “Federico II”. Mi interessano la letteratura, l’arte e la fotografia, da cui quasi sempre traggo ispirazione per la scrittura che è, a sua volta, una mia passione. Rendo la penna un tramite per lasciare a chi mi legge la possibilità di comunicare col mio mondo interiore e i miei interessi.
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