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Il tesoro nelle acque di San Casciano dei bagni

Nelle vasche termali di quello che fu un importante santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni è stata fatta dagli archeologi, impegnati nelle ricerche, una rivoluzionaria scoperta.

Sono state riportate alla luce 24 statue di bronzo, perfettamente conservate, che da più di duemila anni erano in quelle vasche, che ne hanno permesso la conservazione.

San Casciano dei bagni è un santuario in provincia di Siena attivo, secondo i dati, già nel III secolo a.C, ha una lunga storia che dura fino al V secolo d. C, quando con il declino dell’impero romano e la venuta del cristianesimo fu abbandonato e tutti gli arredi furono sepolti nelle vasche poi sigillate.

Proprio grazie alla chiusura di queste vasche con colonne, immersi nelle acque, tutti questi reperti, tra cui delle iscrizioni in lingua etrusca, monete, elementi anatomici indicanti le parte guarite, e le 24 statue, sono giunti fortuitamente fino a noi intatti.

La particolare composizione chimica dei fanghi termali ha evitato l’erosione dei materiali. Queste opere sigillate nelle vasche e completamente coperte dai fanghi caldi, grazie ai quali si è creata una patina minerale sulla loro superficie, non essendo più entrate in contatto con l’atmosfera si sono preservate.

In questo luogo vi è l’incontro tra due culture che continuano nel corso del tempo a vivere insieme, come testimoniano le iscrizioni in lingua etrusca e latina; il santuario infatti continuò a svolgere la sua funzione anche dopo la conquista romana.

Famoso per le sue acque che donavano benefici, come dimostrano i numerosi ex voto anatomici rinvenuti, il santuario era articolato in numerose piscine, terrazze, altari per il culto delle divinità e fontane. Probabilmente fu dedicato al culto di Igea, dea della salute e Apollo in quanto sono state rinvenute statue raffiguranti queste due divinità.

Le 24 statue di bronzo ora trasferite nei laboratori per essere studiate e restaurate, sono secondo gli esperti di fattura locale e databili tutte tra il II secolo a. C ed il I d.C. Esse rappresentano oltre le già citate Igea ed Apollo anche matrone e fanciulli, alcune alte più di un metro, dono delle più altolocate famiglie della nobiltà etrusca e romana, molte delle quali risiedevano nella zona, ma anche di frequentatori del santuario.

Questo deposito votivo contenente statue di bronzo è sicuramente uno dei più consistenti ritrovati finora, molti studiosi hanno infatti acclamato la scoperta definendola di notevole importanza.

Lo studio dei reperti ritrovati consentirà di illuminare maggiormente su quelli che furono i rapporti tra mondo etrusco e romano, e quanto la cultura etrusca abbia contribuito nello sviluppo di Roma, la quale ha assorbito molti usi e costumi etruschi, ma anche sulla produzione artistica stessa frutto degli influssi di numerose civiltà e del genio degli artisti del tempo.

Un ulteriore tassello per conoscere sempre più approfonditamente quello che fu il mondo antico, la cui cultura è parte integrante della nostra.

Beatrice Gargiulo

Foto: Today

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Beatrice Gargiulo

M. Beatrice Gargiulo, studentessa di archeologia, ama l’arte, la storia e dedicare il tempo libero alla lettura.
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