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A Milano hanno scoperto una stella, si chiama Margherita Hack

Margherita Hack si è spenta a Trieste il 29 giugno 2013 all’età di 91 anni, come una delle stelle che tanto le hanno fatto compagnia.

Eppure la sua immagine oggi ha ancora più luce.

A renderle omaggio, a cento anni dalla nascita, è stato il Comune di Milano che, il 13 giugno scorso, ha inaugurato una statua a lei dedicata, installata in largo Richini, nei pressi dell’Università Statale della città.

Le sue braccia, color dell’oro, sono in alto, e così il suo sguardo.

La scultura rappresenta la scienziata intenta a guardare verso il cielo, con le mani che, intrecciate, mirano all’infinito, come stessero stringendo un cannocchiale. 

270 centimetri in bronzo: così, concentrata e serena, come nata da una delle galassie che studiò per decenni, è stata immortalata Margherita. 

La statua è la prima dedicata a una donna su suolo pubblico a Milano e la prima, in tutta Italia, intitolata a una donna di scienza.

Di Sguardo fisico, questo il nome scelto per la statua, si è occupata l’artista bolognese Daniela Olivieri, detta Sissi, vincitrice del concorso di idee lanciato poco meno di un anno fa, a luglio 2021, a cui hanno partecipato otto artiste, tra italiane e internazionali.

da Finestre sull’arte

Margherita Hack nasce a Firenze nel 1922 ed è considerata con ragione una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana. Cresce specializzandosi nello studio della scienza astrofisica e spingendo la sua voce ben oltre i confini nazionali.

È stata la prima dirigente donna di un Osservatorio Astronomico in Italia, svolgendo parallelamente un’importante attività di divulgazione e dando un considerevole contributo alla ricerca per lo studio e la classificazione spettrale di molte categorie di stelle.

Atea, femminista e vegetariana, Margherita viene da una famiglia in cui la religione, protestante da parte del padre e cattolica da parte della madre, e l’ordine stabilivano il ritmo della giornata. 

Dalla serietà dell’ambiente familiare la ragazza si distacca prontamente, impegnandosi con assiduità negli studi e negli sport: tra questi, la pallacanestro e l’atletica erano i suoi favoriti.

Si iscrive alla Facoltà di Fisica presso l’Università di Firenze, e lì si laurea con una tesi in Astrofisica relativa dedicata a una ricerca sulle cefeidi, una classe di stelle variabili. Si apre in questi anni alla spettroscopia stellare, che diventerà il suo principale campo di ricerca, e all’amore, ritrovando Aldo De Rosa, amico d’infanzia e poi marito.

Dal 1948 comincia a insegnare Astronomia in qualità di assistente e non abbandonerà mai il mondo accademico, portando avanti la docenza e l’attività di divulgatrice scientifica, con conferenze, incontri e articoli.

Si sposta tra Firenze e Milano, dove insegna Astrofisica e Radioastronomia presso l’Istituto di Fisica dell’Università di Milano e collabora con numerose università straniere in qualità di visiting researcher, ogni volta accolta con maggiore curiosità e interesse.

Nel 1964 ottiene finalmente l’ordinariato, con la cattedra di Astronomia presso l’Istituto di Fisica teorica dell’Università di Trieste. È in questo momento che assume l’incarico della direzione dell’Osservatorio Astronomico, che manterrà per oltre vent’anni, fino al 1987.

In pensione dal 1997, Margherita ha continuato con il suo incarico di direttrice del Centro Interuniversitario Regionale per l’Astrofisica e la Cosmologia (CIRAC) di Trieste, e con il suo infaticabile impegno per la diffusione di una mentalità scientifica e razionale.

È stata una donna dalla voce forte, una ribelle in un campo dominato da uomini e credenze, una luce da seguire nell’infinita possibilità che offre la scienza, una pioniera coraggiosa in volo ma ben salda al suolo.

Ha dato impulso a un’istituzione che, sì esisteva, ma era scarna, per l’assenza di ricercatori e per la scarsa qualità della strumentazione scientifica.

Unica tra gli altri, oggi è modello per tante. La sua risonanza è arrivata oltre i confini, della terra e anche del cielo. E a Milano, da poco, riesce a guardare ancora in su, con lo stesso sguardo di quando era una ragazzina e la compostezza che sempre l’ha distinta.

Benvenuta Margherita, non avrai messo piede su una stella, ma sei la prima scienziata a poggiare i piedi sul suolo italiano, per restare.

Stefania Malerba
Fonte copertina Amnistia Internacional

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Stefania Malerba

Sono Stefania e ho poche altre certezze. Mi piace l’aria che si respira al mare, il vento sulla faccia, perdermi in strade conosciute e cambiare spesso idea. Nel tempo libero imbratto fogli di carta, con parole e macchie variopinte, e guardo molto il cielo.
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