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Pringles: la patatina che nasce da un computer

Le Pringles, nate alla fine degli anni Sessanta, sono tra le patatine più famose al mondo, anche grazie alla loro confezione: il celebre tubetto che le mantiene impilate una sopra all’altra e sempre croccanti. 

Le Pringles sono conosciute anche per la loro forma, che è stata definita come un paraboloide iperbolico.

Le patatine nel famoso tubo rosso nascono quando la Procter & Gamble chiede al chimico Fredric Baur di sviluppare delle nuove patatine che non si rompessero e che non fossero troppo unte, un prodotto da poter portare ovunque in giro, senza il rischio che si sbriciolassero.

Baur trascorre due anni alla ricerca della soluzione perfetta, creando il tubo per contenerle ma non riuscendo a trovare una soluzione per delle patatine che avessero anche un buon sapore.

La P&G chiamò al lavoro Alexander Liepa, che fu l’unico ad ultimare il lavoro avviato, e Gene Wolfe, l’ingegnere meccanico che creò la macchina per produrre le patatine a livello industriale. Ci sono voluti molti anni per riuscire a impacchettare lo snack senza romperlo, quindi sono stati condotti tanti studi per ottimizzare l’intero processo di produzione.

Per questo motivo si è deciso di adagiare le patatine una sopra l’altra, in una pila verticale, creando un unico blocco per garantirne il perfetto stato di conservazione.
Inoltre, nemmeno la forma dello snack è casuale: è funzionale per il confezionamento ma anche per esaltare il gusto, infatti, per assaporare le Pringles si deve poggiare sulla lingua la parte convessa (che è l’unica salata), in questo modo, chiudendo la bocca, si genera l’inconfondibile scrocchio.

Copertina: simplemost.com

La Redazione

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