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La pacca sulla spalla più importante sarà sempre la mia

Il limite di me stessa sono io, e allora, mi prendo per mano, una decisa stretta di mano e vado avanti con la consapevolezza di non dover dimostrare niente a nessuno.

Divano azzurro, l’acqua è troppo calda, la bevo tra poco. Sorriso grande. Dalla finestra vedo una luce strana, sembra tutto virato in bianco e nero, come le foto antiche. Suonano i Nirvana, l’album è Nevermind, il più significativo della band, dicono. Pare che rappresenti in pieno la concezione cobainiana della società consumista nella quale siamo immersi fin dalla nascita. In copertina, un bambino che nuota sott’acqua inseguendo una banconota da un dollaro, immagine ripresa dal testo di In Bloom nel verso Sell kids for food (Vendi i bambini in cambio di cibo).

Armi e procreazione, dunque. 

Mi stupisco per come sono cambiata, e ne ho le prove e pure gli indizi. Lo so perché sono un intellettuale, una scrittrice, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace, e mentre scrivo un articolo che devo consegnare, rammento di come sia respirare senza ansia, e mi ritrovo a sorridere pensando che metaforicamente essere fuori tempo, essere fuori luogo, è bello e mi piace. 

Avevo bisogno di mettere quel punto per muovermi ancora più avanti, scrollando le spalle ma ricordando con fermezza il percorso confuso e tortuoso che mi ha portata qui, e che ha definito in modi riconoscibilissimi la mia voce, e i miei occhi, rendendoli sempre più alti e a me sempre più chiari e familiari. Non soffro più le frasi ed i ricordi concatenati ad alcuni tempi. Ho avuto paura. Tremendamente. Quando ti dicono che le cure hanno funzionato, ti senti come a chi hanno dato un’altra possibilità.

Ho capito. Ho capito che quella forma embrionale di me non solo merita più carezze di quanto io non gliene abbia mai fatte ma necessita anche e sopratutto di essere difesa con forza. Sempre.

Francesca Scotto di Carlo
Foto di Giovanni Allocca

Vedi anche: Tentativo di sopravvivenza numero uno

Francesca Scotto di Carlo

Ventinove anni, napoletana. Di sé dice di essere un «cumulonembi», testarda, indistruttibile, assertiva. Scrittrice, umanista, attivista, è una di quelle persone con la voglia di cambiare il mondo, un passo alla volta.
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