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Antsy – Pronto, sono il tuo malessere, riesci a sentirmi?

Quando un disagio che emerge dal profondo ci chiama, rifiutare non dovrebbe essere contemplata come risposta.

Tutti i “poi” finiscono per diventare dei “mai”, nell’ingenua convinzione che il tempo possa lenire ogni ferita.

Ma non c’è niente di terapeutico nel susseguirsi delle stagioni, raggiungere il proprio benessere interiore è un percorso arduo che si sceglie da soli di intraprendere, per il quale essere affiancati da un adeguato supporto può fare la differenza.

Nasce Antsy, un’applicazione innovativa, nel perfetto spirito della nuova frontiera della psicologia online, che ha avuto una brusca impennata negli ultimi due anni, durante e a seguito della pandemia che ha messo a repentaglio i nostri equilibri, abitudini e certezze di una vita intera.

A portata di smartphone, basta scaricarla per mettersi in contatto con psicologi e psicoterapeuti professionisti, disponibili ogni giorno per aiutarci a superare le sfide alle quali la vita quotidiana inevitabilmente ci sottopone.

Siamo di fronte a uno stravolgimento della concezione di terapia?
Cosa ne sarà delle tanto rigide quanto confortarti regole del setting?
Lo scetticismo, come accade per ogni progresso, dilaga e si chiude in una posizione conservatrice-oppositiva, spaventata dalla portata delle opportunità che la tecnologia ci fornisce di uscire fuori da quegli schemi che si dimostrano essere, giorno dopo giorno, restrittivi e ormai obsoleti.

Vogliamo forse negare come le innovazioni tecnologiche abbiano non solo reso ogni tipo di servizio più facilmente accessibile, ma persino creato nuove possibilità quando il mondo sembrava essersi fermato sotto le strette di un virus imprevedibile? Per qualche motivo, quando si tratta di benessere psicologico, suona strano che la risposta possa arrivare da uno schermo, che per chiedere e ottenere aiuto basti un click e ancor di più che una rivisitazione del genere possa funzionare.

Una diffidenza tutta italiana, tra l’altro, considerando come la telepsicologia all’estero sia ormai una realtà diffusissima e più che affermata, a dimostrazione della mutata, evoluta percezione che si ha del rapporto terapeutico tra psicologo e paziente.

Gli ultimi due anni, però, sono anche serviti ad abbattere – sebbene solo in parte – un pregiudizio ben sedimentato nel pensiero comune, che riguarda la psicologia in senso lato e, più nello specifico, la terapia e chi decide di sottoporsi ad essa.

Ci muoviamo lentamente verso la normalizzazione dei disagi di natura psicologica e ci sembra adesso più plausibile come essi possano affliggere ciascuno di noi, sebbene in maniera diversa e del tutto particolare. La monotonia della quotidianità e lo stress che essa provoca, sentirsi ansiosi o particolarmente nervosi senza un apparente motivo, provare, forse per la prima volta, la paura di perdere i propri cari o di ammalarsi non sono più, ormai, sentimenti troppo difficili da comprendere e accettare, perché ci hanno accumunati, unendoci nella sofferenza di non poterci rifugiare in un abbraccio.

Rivolgersi ad un professionista della salute mentale va pian piano a spogliarsi di quella pesante, ingombrantissima veste di tabù che per anni ha ricoperto le scienze psicologiche di perplessità, sospetto e persino timore.

Abbiamo imparato, durante questa convivenza forzata con i nostri pensieri, ad ascoltarci di più nel quotidiano, ad analizzare i nostri stati d’animo, a non giudicarci troppo severamente per i nostri vissuti emotivi, ad accettarli, contenerli e a dirigerli verso qualcosa di positivo – o almeno ci abbiamo provato.

Gestire le incombenze della vita di tutti i giorni e la frustrazione che essa spesso può generare non è semplice, specie quando si presentano problemi la cui risoluzione non può essere posticipata o persino ignorata.

Antsy nasce in risposta a questo bisogno di immediatezza e accessibilità che solo il web può garantire, fornendo a chiunque senta di averne bisogno la possibilità di confrontarsi con un professionista, senza dover fissare alcun appuntamento o inserirsi in sovraffollate liste d’attesa – come se il benessere psicologico potesse essere messo in secondo piano e non influenzasse ogni aspetto della nostra esistenza.

Quanto spesso ci è capitato negli ultimi due anni di sentirci “antsy”? Letteralmente “to have ants in your pants/avere le formiche nei pantaloni”, provare un’irrequietezza senza riposo, l’urgenza di risolvere un conflitto che talvolta non riusciamo neanche a individuare e, di conseguenza, comunicare.

Una sensazione spiacevole che ci fa desiderare di poter parlare con un professionista proprio in quel preciso istante, non tra qualche giorno, settimana o addirittura mese.

Antsy è la prima app di supporto emotivo e psicologico in tempo reale, senza vincoli di abbonamento, per prenderti cura del tuo benessere quotidiano in modo immediato grazie al supporto di un network di psicologi certificati pronti ad ascoltarti, qualunque sia la natura del tuo disagio.

Sviluppata da un team di giovani professionisti del digitale, in collaborazione con psicologi e psicoterapeuti accreditati e iscritti all’Albo, l’app rappresenta uno spazio confortante e riservato, tutela la privacy in linea con il codice deontologico dell’Ordine degli Psicologi, rimodellando i parametri del setting psicologico sulla base della possibilità di ampliare gli spazi terapeutici, facendoli approdare su piattaforme online.

Non è, infatti, la “stanza delle parole” a fornire i presupposti per un counseling produttivo, ma la natura stessa dell’alleanza terapeuta-paziente, la particolare relazione che essi istaurano in un clima d’ascolto, comprensione ed empatia.

Sebbene l’ambiente di lavoro in cui si svolgono le sedute sia radicalmente diverso, le risorse messe in campo nel consulto, come le conoscenze e le qualità relazionali proprie dello specialista, restano invariate, in quanto indipendenti dal contesto. A dirla tutta, la terapia online presenta degli innegabili vantaggi rispetto a quella classica, come il trovarsi in un ambiente familiare, in cui ci si sente già a proprio agio, e la mancanza della necessità di doversi spostare, rischiando non solo di arrivare in ritardo per i più svariati imprevisti, ma anche di non riuscire a fissare appuntamenti a causa dell’impossibilità di incastrare i propri impegni con quelli del terapeuta.

Per il lancio dell’applicazione, Antsy mette a disposizione fino a fine ottobre i suoi professionisti offrendo un servizio di prova gratuita, regalando una consulenza della durata di 30 minuti a chiunque sentisse di averne bisogno. Aderire all’iniziativa è semplicissimo, basta richiederlo attraverso la landing page di Antsy o con un messaggio privato ai profili Instagram e Facebook. L’accesso al servizio di videochiamata è immediato, attivo tutti i giorni dalle 8:00 alle 20:00.

A partire dal prossimo mese, scaricando l’app, senza vincoli o abbonamenti, sarà possibile richiedere un consulto pagando la sola prestazione in base alla sua durata, al costo di 1€/minuto – che a conti fatti risulta essere inferiore all’onorario medio richiesto in presenza e spesso anche online.

Quanto desideri tirare un sospiro di sollievo da tutto questo caos?
Chiedere aiuto non fa di te una persona debole.
È un gesto di un’incredibile potenza, che richiede una certa dose di autoconsapevolezza.
Una dimostrazione d’amore a te stesso – il regalo più bello che potresti farti.

Rebecca Grosso

Vedi anche: Alessitimia – L’incapacità di dar voce ai propri sentimenti

Rebecca Grosso

Un giorno non avrò bisogno di presentazioni. Niente presuntuose ambizioni, solo una lontana speranza per una persona a cui stanno strette le definizioni. Mi piace selezionare le parole giuste ma il Negroni lo prendo sbagliato. Osservo molto, penso troppo e credo in poche cose di estrema importanza. Lascio un pezzo di me in ogni articolo che scrivo.

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