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Digidog è il nuovo cane poliziotto?

Digidog, questo è il nome dei nuovissimi cani robot che il dipartimento di polizia di New York ha testato per le strade della città.

Automi creati dalla Boston Dynamics, pesano intorno ai 40 kg, posseggono sensori, telecamere e un sistema di comunicazione a due vie che permette a chi lo guida di vedere l’ambiente circostante, mentre alcuni presentano anche un braccio meccanico. Possono correre a tre miglia e mezzo all’ora e salire le scale.  

Digidog è entrato in azione nei primi mesi di quest’anno nel Bronx, come riporta il New York Times. 

Il robot è stato utilizzato dalle forze dell’ordine durante l’intervento in un appartamento, dove due uomini armati, che si erano finti idraulici, si erano introdotti con il fine di rapinare gli abitanti della casa e li avevano tenuti diverse ore in ostaggio.

Gli agenti hanno ritenuto opportuno mandare il cagnolino robotico avanti, per verificare se nell’appartamento ci fossero ancora i rapinatori ed entrare poi in sicurezza.

Lo stesso era avvenuto anche ad ottobre, quando era stato utilizzato a Brooklyn durante una sparatoria e nel Queens.

Pensato per essere utilizzato in tutte quelle situazioni altamente rischiose, che metterebbero in serio pericolo gli agenti e i loro fidati amici  a quattro zampe, che li accompagnano nelle operazioni, il cagnolino robotico ha suscitato però molte perplessità. 

La deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez ha scritto su twitter il suo giudizio negativo, affermando: “Quando è stata l’ultima volta che  abbiamo visto una tecnologia di questo livello usata per l’istruzione, l’assistenza sanitaria o le politiche della casa?”. 

Questa domanda sorge spontanea considerando i molti soldi spesi per questi robot, circa 75.000 dollari ciascuno, soldi che potevano essere impiegati per un miglioramento sociale nei quartieri più poveri ed abbandonati a loro stessi. Quartieri in cui, la disoccupazione, l’abbandono scolastico, le degradanti condizioni di vita vanno ad alimentare la criminalità. 

Ed è proprio in questi posti che digidog ha fatto la sua comparsa.  

Anche molte associazioni per i diritti civili hanno espresso le loro preoccupazioni circa un possibile uso troppo aggressivo di questi mezzi, che potrebbero violare la privacy delle persone. 

Si teme anche che in futuro i digidogs possano essere armati ed usare tecnologie più raffinate, per poter riconosce non solo le targhe delle auto ma anche i volti delle persone che incontrano per strada. 

Tutte queste associazioni chiedono maggiore trasparenza circa queste nuove tecnologie, che i dipartimenti di polizia stanno cominciando ad usare.

E proprio sulla scia di tutte queste perplessità ed anche per le manifestazioni di Black Lives Matter, che il consiglio comunale di New York ha approvato il Public Oversight of Surveillance Technology Act, secondo cui la polizia deve essere chiara e trasparente sulle tecnologie utilizzate.

Sempre su Twitter il dipartimento di polizia di New York ha replicato facendo notare che sono molti anni che robot simili vengono utilizzati in situazioni di pericolo e possono essere di notevole aiuto per preservare la vita di agenti e cani. 

Numerose sono le operazioni in cui i robot utilizzati hanno dato un contributo importante. 

A fine Aprile scorso però, a causa dell’aumento delle proteste anche da parte della popolazione, che ha visto nuovamente Digidog trotterellare indisturbato per le strade di Manhattan senza che la sua presenza fosse stata dichiarata preventivamente da parte della polizia, ha portato alla decisione da parte del dipartimento di polizia di New York, di chiudere il contratto di 94 mila dollari stipulato con la Boston Dynamics. 

Questi robot sono normalmente utilizzati da aziende di costruzioni, energia e servizi, per compiti troppo pericolosi, monotoni oppure di sorveglianza. All’inizio della pandemia da Covid-19 modelli simili furono utilizzati anche dal personale sanitario.

La speranza è sempre quella che non si degeneri, ma ci si limiti a cogliere le opportunità positive che strumenti simili offrono, affinché apportino realmente un aiuto concreto alla società e al lavoro.

Beatrice Gargiulo

Vedi anche: Black Lives Matter, Blackout Tuesday e I Can’t Breathe: cosa sta accadendo in America

Beatrice Gargiulo

M. Beatrice Gargiulo, studentessa di archeologia, ama l’arte, la storia e dedicare il tempo libero alla lettura.

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