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In Argentina l’aborto sarà legale (forse), una buona notizia

In Argentina pochi giorni fa la Camera ha approvato il progetto di legge per la legalizzazione dell’aborto.

I movimenti femministi come Ni Una Menos con tantissimi cittadini hanno atteso in strada il verdetto.

Dopo 19 ore di discussione, finalmente la notizia: il disegno è stato approvato.

I deputati favorevoli erano 131, 117 quelli che hanno votato contro.

Ma l’esito ormai è chiaro, nonostante la sottile differenza di voti, nonostante la netta opposizione della Chiesa cattolica, che si fa sostenitrice di movimenti pro-vita.

L’aborto in Argentina era ammesso solo in caso di stupro o di pericolo di vita della madre, ma questo giorno ha segnato una svolta epocale.

Anche se con le dovute precisazioni.

Alla proposta di legge originaria è stata aggiunta l’opzione dell’obiezione di coscienza. Il movimento femminista che si batte da anni per la legalizzazione dell’aborto non ammette l’obiezione di coscienza, perché la negazione della volontà di far abortire si estende dal singolo medico alla clinica stessa. Questo potrebbe essere un problema per le numerosissime donne che praticheranno l’interruzione di gravidanza.

In Argentina si stima che siano circa 400 mila le donne ad abortire clandestinamente ogni anno. Pratiche che non assicurano un trattamento medico adeguato e spesso portano anche alla morte.

Un’altra modifica è che si potrà accedere al servizio 10 giorni dopo la richiesta, non 5 come si era precedentemente concordato.

Insomma, la strada per una legge veramente equa e rispettosa nei confronti dei diritti delle donne è ancora lunga, ma pare che l’Argentina ci stia arrivando.

Nel frattempo, i cittadini si riuniscono e fanno festa per le strade. Un giorno memorabile per la storia delle donne di questo Paese.

E con l’Argentina vogliamo festeggiare anche noi, con la speranza che la Chiesa e i movimenti pro-vita si facciano sempre più piccoli rispetto all’innegabile importanza di leggi come questa. Di decisioni che spettano alle singole donne.

Giorni fa è apparso anche a Milano un cartellone pro-vita che si vantava di essere da parte delle donne schierandosi contro la pillola abortiva definendola “avvelenata”, dolorosa e pericolosa e associandola alla famigerata mela. Una propaganda inammissibile, ma soprattutto disinformazione scientifica.

Un diritto che, anche quando viene riconosciuto, richiede eterna lotta.

Una lotta che continua ininterrotta anche in Polonia, con proteste che vanno avanti ormai da mesi contro la nuova proposta di restringere ancora il diritto all’aborto.

Che sia l’Argentina, la Polonia o l’Italia stessa, l’aborto è una questione ora più che mai attuale. Che l’abbiano già legalizzato da decenni, che sia appena stata approvata una legge in merito o che sia una pratica considerata illegale e provochi la morte di centinaia di donne innocenti.

L’aborto nel 2020 continua ad essere oggetto di lotta, di proteste e di opposizione.

Noi per oggi festeggiamo.

Ma da domani, come sempre, lottiamo.

Angela Guardascione

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La Redazione

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