Sociale

A San Gregorio Armeno “Io non apro”: la strada delle meraviglie resta chiusa

Conosco molto bene San Gregorio Armeno, percorro quella strada abitualmente, un po’ meno nell’ultimo periodo, causa quarantena e Covid-19, ma scommetterei che l’atmosfera è sempre la stessa: magia, odori, storia.

A San Gregorio Armeno è sempre un po’ Natale, è sempre un po’ festa. Tra l’odore della sfogliatella, gli artigiani sempre sorridenti, i presepi e le loro statuine, “Guarda, quest’anno c’è anche quella di Liberato!”.

Ma arriviamo ad oggi, maggio 2020: gli artigiani non sorridono più come prima. Pur essendo stato loro concesso, molti hanno deciso di non riaprire le loro botteghe al pubblico.

Napoli in generale, ma come ben sappiamo soprattutto la zona storica, è da sempre caratterizzata dalla presenza di turisti provenienti da ogni parte del mondo per ammirare le bellezze partenopee. Da mesi, a causa del lockdown, le strade napoletane sono deserte e dei turisti non vi è neanche l’ombra. Come molti settori dell’economia, anche l’artigianato si ritrova in ginocchio e senza i presupposti per ripartire. Tra le vendite che sono bloccate e la produzione ferma, l’intero settore sta pagando amaramente le conseguenze del Covid-19. Tutto ciò che gli artigiani possono fare è protestare contro ciò che la pandemia ha loro tolto e contro le autorità regionali e comunali. Il grido di protesta, lo slogan presente su cartelli e striscioni è inequivocabile: “Io non apro”.

Ciò che chiedono gli artigiani è un incontro con la Regione Campania al fine di concordare un piano di aiuti per portare avanti una tradizione secolare che dà lavoro, o almeno dovrebbe, ad una larga parte di lavoratori partenopei.

L’appello del Presidente dell’Associazione Corpo di Napoli Gabriele Casillo – è questo:

Rischiamo di vedere cancellato il Natale, perché Natale è sinonimo, nel Mondo, di questa strada.

Per questo motivo, abbiamo presentato una serie di richieste, come il ricorso ai fondi Unesco per aiutarci a sopravvivere.

Chiediamo un supporto anche all’Enel, che ci ha inviato bollette anche senza aver acceso lampadine.

Il Governo ci aiuti con il prolungamento della Cassa integrazione e speriamo che anche le grandi aziende possano ricordarsi di tutte le volte che abbiamo fornito le nostre location per eventi senza pretendere nulla.

Questo è il momento di restituire il favore”.

Attualmente le saracinesche delle botteghe restano abbassate, non potendo sostenere le spese di una eventuale riapertura, ma noi ci auguriamo di poter rivedere al più presto i sorrisi degli artigiani, dei commercianti, le loro meravigliose opere e l’immancabile Natale che, in caso contrario, non sarebbe magico come ogni anno.

Catia Bufano

Catia Bufano

Laureata in Lettere Moderne, studia attualmente Filologia Moderna presso l’università di Napoli Federico II. Redattrice per La Testata e capo della sezione Fotografia. Ama scrivere, compratrice compulsiva di scarpe, non vive senza caffè. Il suo spirito guida è Carrie Bradshaw, ma forse si era già capito.

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