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Come e perché studiare una lingua orientale?

di Ilaria Arnone

Cosa studi? Cinese e Indi? Giapponese e Coreano? E perché?

Queste e tante altre domande vengono rivolte a noi studenti di lingue orientali, sin dall’inizio della nostra carriera universitaria.
In effetti, le reazioni delle persone che vengono a conoscenza della nostra materia di specializzazione sono le più disparate, e sono sia negative che positive.

La più comune è “Bravo/a, queste sono le lingue del futuro!”; se solo sapessero cosa vuol dire per un italiano imparare una lingua così lontana dalla nostra cultura come il cinese o il giapponese, probabilmente la risposta più comune sarebbe: “Condoglianze”.

Ovviamente si scherza, ma è pur vero che la complessità di apprendere una lingua è già notevole di per sé, ma se in più si immagina un alfabeto completamente diverso, o una lingua che ne possiede ben tre o, peggio ancora, una lingua che non ne possiede affatto, qualcuno di voi potrebbe iniziare a non sentire più il pavimento sotto i piedi.

A chi vuole intraprendere questo tipo di studi, il suggerimento migliore che si possa dare è sicuramente quello di mettere da parte per un po’ tutto ciò che conosciamo della nostra lingua. Non si tratta solo del modo di parlare, ma anche e soprattutto del modo di pensare che rende una lingua occidentale così differente da una orientale.

Ed è proprio il nostro modo di pensare che deve adattarsi alla lingua che studiamo, in modo tale da non pensare più in italiano, bensì in cinese, giapponese, swahili, urdu ecc. … Ciò non significa dimenticare la propria lingua, bensì arricchirsi di un patrimonio che appartiene a terre lontane.

Non basta pensare all’aspetto esotico della cosa, che pure potrebbe esserci, ma bisogna essere anche estremamente pratici per affrontare uno studio di questo tipo: spirito di adattamento, apertura, desiderio di ricercare un punto di contatto tra te e una persona che sta dall’altra parte del mondo.

Se possiedi queste caratteristiche, allora lo studio delle lingue orientali fa al caso tuo. Resterai affascinato dall’universo che ti si presenterà davanti, sia per quanto riguarda la cultura di un popolo, sia per le diversità linguistiche che possono essere le più disparate e che incontrerai sin dall’inizio.

Il fatto che in cinese per dire “ciao” si usa dire “你好” (nĭ hăo), che letteralmente significa  “Tu bene”, ci fa pensare che possa essere una sorta di augurio affinché la persona con cui stiamo parlando riceva del bene, o che stia bene in quel momento.

Un’altra particolarità nel cinese parlato è che quando si fa un elenco di persone si tende a inserire 我, ovvero “io” per ultimo. Quindi, mentre in italiano diremmo “Io, mamma e papà andiamo al cinema”, in cinese sarà più solito sentire “Mamma, papà e io andiamo al cinema”. Questo è solo uno dei tanti esempi di come una cultura fatta di rituali e di rispetto nei confronti delle gerarchie sociali, abbia delle ripercussioni sulla lingua della gente che ne fa parte.

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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