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La ragazza del chewing gum

Nella vita accadono molte cose. Mai, però, avrei immaginato di trovarmi in questa situazione.

Sto chiacchierando con due ragazze, abbiamo fatto amicizia; tra le chiacchiere, improvvisamente, una dice all’altra: “Falle vedere che sai fare”.
Nunzia, occhi grandi, uno spazietto simpatico tra i denti anteriori, inizia a masticare una gomma e in un attimo sulla sua lingua compare una formina, un omino scolpito perfettamente nel chewing gum.
Sono talmente stupita che decido di raccontare la sua storia.

SEDICI ANNI E SFERE PERFETTE
Nunzia ha sedici anni, aspetta l’autobus per andare e tornare da scuola, attende e in quelle attese non legge un libro, non chiacchiera, scolpisce.
“Mi sono accorta che realizzavo delle sfere perfette con la lingua e la gomma da masticare, era un gioco. Mi sono chiesta se da quella sfera avrei potuto creare altro. Così nelle ore che mi separavano da casa ho scolpito l’omino, è stata la mia prima forma, poi è arrivata la rosa e, infine, la sfida.
Una mia amica lavorava in un bar; quando le raccontai che sapevo fare l’omino di gomma, lei non mi credeva. Scommettemmo che avrei realizzato una tazzina da caffè, ci ho impiegato una settimana, ma alla fine ci sono riuscita”.
Ridiamo, facciamo qualche battuta e poi arriviamo alle curiosità più specifiche.
“In molti mi chiedono cosa riesco a fare con le Big Babol. In realtà dipende tutto dalla consistenza della gomma, la Big Babol è piena di zucchero e non si modella bene, io ho bisogno di dividere la scultura in pezzi per poi assemblarla”.

LA RAGAZZA DEL CHEWING GUM
Passata la parte della forte curiosità, ci dedichiamo all’introspezione. Sicuramente il clima goliardico della conversazione ci trasporta, ma Nunzia racconta e nel suo racconto io colgo qualche ricordo, qualche piccola nota malinconica. Non è una persona ordinaria, non c’è dubbio. Mi racconta della sua passione per la recitazione grazie alla quale ha superato la timidezza, mi racconta che nel suo ambiente la sua abilità, perché di abilità si parla, è quasi un motivo di vergogna. Io, dal mio punto di vista, lo trovo un talento, così la spingo a parlare dei suoi progetti, di cosa sia effettivamente “La ragazza del chewing gum” e chi sia Nunzia Mita.

Ma allora sei famosa?
La prendo in giro e lei sorride.
“Io non sapevo nemmeno come chiamarla la pagina Facebook, mi capitava di giocare con gli amici che scommettevano sulla mia abilità nello scolpire con la gomma, non l’avevo mai presa seriamente. Sono stata invitata a Tù sì que vales e ai Soliti ignoti, molti mi dicevano che sono un’attrice e che questa abilità non mi serviva. Io non lo so, ho deciso di portare una storia in giro con le mie formine accompagnata da alcuni strumenti musicali”.

Nunzia sta parlando a ruota libera, io appunto qualcosa e mi diverto ad ascoltare, questa ragazza del chewing gum è “un’Amelie pugliese con aderenza alla realtà e uno svincolarsi attraverso i sogni la cui fine è ridicola”. Un’affermazione grande, che però ha le proprie fondamenta solo se osservata. Per questo il suo corto di San Valentino è un piccolo teatro dell’assurdo, divertente e un po’ malinconico.

Oggi è stata una giornata produttiva, chi si immaginava che da una gomma da masticare uscissero le storie.

disegno di Leonardo Batista

 

La Redazione

Ciao! Sono la Redazione de La Testata – Testa l’informazione. Quando non sono impegnata a correggere e pubblicare articoli mi piace giocare a freccette con gli amici.
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