Natura & Scienze

Circuiti nervosi e profumo di mandorle

«Una sera d’inverno, appena rincasato, mia madre accorgendosi che avevo freddo, mi propose di prendere, contro la mia abitudine, un po’ di tè. Dapprima rifiutai, poi, non so perché, mutai parere.»

In uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, Marcel Proust descrive in modo straordinario la quasi mistica associazione tra l’odore di mandorla di una madeleine e il forte stato emotivo evocato da ricordi, apparentemente cancellati. Ritrae in modo sublime un tuffo selvaggio e involontario nelle tiepide reminiscenze dell’infanzia.

«Appena la sorsata mescolata alle briciole del pasticcino toccò il mio palato, trasalii, attento al fenomeno straordinario che si svolgeva in me. Da dove veniva? Che senso aveva? Dove fermarla?»

Queste ultime righe tratte da “La ricerca del tempo perduto” trovano fondamento scientifico nella stretta associazione neuroanatomica tra i sistemi olfattivo e limbico, ed è proprio rifacendoci ai principi della neuroanatomia che proveremo a rispondere agli interrogativi del protagonista, ad analizzare il motivo di «quel fenomeno straordinario.»

Sistema olfattivo e sistema limbico – Per una chiara comprensione dei complessi e romantici eventi descritti da Proust è fondamentale dare una definizione neuroanatomica dei due sistemi coinvolti. Entrambi comprendono strutture molto antiche dal punto di vista filogenetico; questo vuol dire che sono molto conservate anche in specie differenti.

Il sistema olfattivo, come ogni complesso sensoriale, comprende una rete di neuroni che trasferisce le informazioni dalla periferia – che è la regione che riceve in primis lo stimolo – alla corteccia cerebrale.

Anche il sistema limbico, che è forse la regione più misteriosa e affascinante dell’encefalo, è un complesso di connessioni nervose coinvolto nel controllo degli stati emotivi e della memoria. Quindi parliamo di un intricato gioco di connessioni nervose che costituisce una macchina di reti fortemente connesse e comunicanti.

Odori, memoria ed emozioni – Sulla base delle definizioni appena date appare chiaro come gli odori, più delle altre percezioni, possano evocare risposte istintive e dalla forte componente emotiva.

L’implicazione del sistema limbico nella formazione dei ricordi, le sue afferenze olfattive e al contempo l’ancestrale ruolo nella regolazione dell’istintività spiegano quindi perché quella madeleine assaporata in una cupa e fredda giornata aveva lo stesso retrogusto emotivo «del pezzetto di maddalena che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o di tiglio.»

Amigdala e paura – Quello scritto da Proust è un passo di grande bellezza, ma i ricordi nascosti nei meandri del sistema nervoso non hanno solo la finalità di rimediare alla tristezza di un freddo pomeriggio.

Un caso molto affascinante è quello dell’amigdala una delle strutture che fanno parte del sistema limbico e quindi centro connesso alle vie olfattive nonché intercalato lungo i circuiti mnemonici.

L’amigdala (dal greco amigdalos, mandorla, per via della forma) è implicata nel controllo del dolore e della paura. La paura è un meccanismo di difesa fondamentale: se un animale ha paura tenderà a salvaguardarsi e quindi a sopravvivere, di conseguenza diventa peculiare salvare un ricordo spiacevole come meccanismo di protezione; è stato infatti dimostrato che un ricordo associato ad uno stato di malessere e paura viene fissato con maggiore efficienza, soprattutto se accompagnato ad un input odoroso.

A tal proposito un team di studiosi ha compiuto un esperimento che ha messo in evidenza come i ragazzi ricordino, in modo straordinariamente dettagliato, ogni particolare di un evento della loro vita estremamente traumatico, prendendo in analisi la morte della madre di Bambi al cinema.

È stato visto come un evento doloroso da bambini, la visione del film, sia associato al vivido ricordo, nonostante la tenera età, di ogni dettaglio. Tra tutti i mammiferi l’uomo è quello che è in grado di riconoscere la minore gamma di molecole odorose, quanto basta, tuttavia, per farsi ammaliare dal profumo di mandorla e scrivere un grande capolavoro della letteratura contemporanea.

Domenico Macari

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