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“Gladiatori”, la mostra al MANN ha fatto scacco matto

«Uri, vinciri, verberari, ferroque necari», il giuramento dei gladiatori nel Satyricon di Petronio: «Sopporterò di essere bruciato, legato, bastonato, ucciso per questo giuramento».

Un mondo molto più complesso di quello che crediamo è stato quello dei gladiatori e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli non ha esitato a farcelo scoprire.

Mentre tutti erano in preda al panico per la pandemia, i curatori del MANN hanno deciso di portare alla vita il mondo dei gladiatori attraverso una mostra che ci permette di entrare nel vivo di quest’universo: è il dietro le quinte di un mito che ha attraversato i secoli ma, stavolta, con l’obiettivo di restituire una storia meno romanzata rispetto a quella a cui siamo abituati a vedere in televisione e quindi di raccontare la storia di ragazzi strappati alla propria terra e costretti a riconquistarsi la libertà attraverso il sangue e la possibile morte in un anfiteatro. È, tuttavia, fondamentale ricordare che non si trattava di giochi gladiatori, bensì di munus, che significa impegno, dono, un dono che si manifestava attraverso il sangue: ogni gladiatore, nel munus, offriva una parte di sé. Nulla va inteso come un gioco bensì come qualcosa di sacro.

Mercoledì 31 marzo 2021, si è tenuta in diretta Facebook, l’anteprima digitale della mostra ma, dal 28 aprile è stato possibile immergersi in un mondo apparentemente semplice ma che, in realtà, è tutto da scoprire e avrete tempo per farlo perché la mostra finirà il 6 gennaio 2022.

Il progetto scientifico dell’allestimento è stato a cura di Valeria Sanpaolo, già conservatrice presso il MANN, invece, il coordinamento è stato diretto da Laura Forte, responsabile dell’ufficio mostre e dell’archivio fotografico al MANN. Tra le partnership più importanti c’è sicuramente quella con il Parco Archeologico del Colosseo e con quello di Pompei, fondamentali per la realizzazione di itinerari espositivi sui legami tra l’antica città vesuviana e popoli quali egizi, greci, etruschi e romani.

La mostra inizia nell’atrio del Museo dove, ad accogliervi troverete il monumentale rilievo proveniente da Pompei che rappresenta, come in un diario, il racconto di una tipica giornata del munus gladiatorium.

Ma il fulcro della mostra si trova nel Gran Salone della Meridiana che, attraverso le forme curve, diventa un vero proprio anfiteatro romano nel quale vengono ospitati 160 straordinari reperti, che descrivono un vero e proprio viaggio in sei sezioni:

  • dal funerale degli eroi al duello per i defunti;
  • le armi dei Gladiatori;
  • dalla caccia mitica alle venationes;
  • vita da Gladiatori;
  • gli Anfiteatri della Campania;
  • i Gladiatori “da per tutto”;

E se le curve accolgono la magnificenza delle armi gladiatorie è al centro della sala, nel punto centrale dell’esposizione, che ritroviamo una vera e propria palestra dei gladiatori con tanto di armi, elmi, scudi e corazze.

Inoltre, attraverso la tecnologia AR Tour, il visitatore diventa il protagonista della mostra: con indosso degli occhiali 3D dotati di realtà aumentata e lenti completamente trasparenti, quando il visitatore guarderà un reperto verranno attivati degli ologrammi che spiegheranno cosa si ha di fronte; gli occhiali sono poi corredati di audio attraverso cui avviene lo storytelling, ideato e realizzato assieme allo staff del Museo così come tutta la componente grafico-digitale. Il vantaggio di questa nuova tecnologia è ovviamente il risultato di aprire l’arte anche alle generazioni più giovani, con la possibilità di migliorare l’aspetto educativo poiché l’impatto tecnologico risulta, inevitabilmente, più accattivante rispetto ad una guida in carne ed ossa.

Dal soffitto della Meridiana cadono 14 teli, larghi un metro e mezzo e lunghi tredici metri, tutti di colori diversi, campionati dalla sezione degli affreschi e accostati in modo creativo e contrastante attraverso le varie sfumature. Questi 14 teli raffigurano i graffiti rivenuti sulle mura della città di Pompei: questi rappresentano i combattimenti tra gladiatori, i personaggi di rilievo e gli allenatori, insomma, una vera e propria sintesi grafica del passato.

Questi teli, questi fumetti del passato, sono poi direttamente collegati alla settima sezione della mostra: la Gladiatorimania. Qui gli elementi guida sono rappresentati dai fumetti della Scuola Italiana di Comix. Nella mostra sono esposti pezzi molto particolari: dalle riproduzioni di elmi e armature fino alla ricostruzione di arene attraverso i lego e scene della vita quotidiana dei gladiatori attraverso i diorami. La mostra termina poi con un’attenzione sui gladiatori moderni, gli atleti di oggi, e su tutto quello che è stato ispirato dalla figura del gladiatore quindi cartoni animati, carte da gioco e sagome di fumetti a grandezza reale così da catturare non solo l’interesse degli adulti ma anche quello dei più piccini che si trovano nella condizione di percepire in modo più semplice e concreto quella che era la figura del gladiatore.

Tutto l’allestimento scenografico nasce da un ragionamento sviluppato in seguito allo studio di materiali e set cinematografici a tema romano: si parte con due grandi portali posti all’ingresso degli auditorium realizzati interamente in legno rappresentanti l’entrata di un anfiteatro con tanto di mattoni, travertino, arco a tutto sesto e una grata che rende la scenografia ancora più reale; proseguendo poi si arriva all’interno del cavedio dove sono stati ricreati oggetti utilizzati dai gladiatori durante i loro duri allenamenti: c’è, ad esempio, della sabbia sul pavimento, al tempo usata sia per attutire le cadute che per assorbire il sangue dei gladiatori, c’è la botola che serviva per far uscire gli animali durante i combattimenti e ci sono anche contenitori con all’interno dei finti gladio in legno che venivano usati durante l’allenamento per evitare un’eventuale ribellione da parte dei gladiatori. Insomma, tutto è stato ricreato ad hoc per far sì che il visitare sia completamente immerso nel mondo gladiatorio.

Durante tutta la durata della mostra, inoltre, sarà messa in scena una rassegna cinematografica sul tema dei gladiatori con film scelti in collaborazione con la Mediateca di Santa Sofia del Comune di Napoli e, ovviamente, saranno fatte una serie di conferenze nell’ambito degli incontri di archeologia dedicati esclusivamente alla mostra. Ci saranno poi anche dei laboratori didattici interamente per i bambini.

Ma la mostra è arricchita anche da una particolare installazione: Gladiatori di carta, ideata da Sara Lovari e Mauro Maurizio Palumbo e posta nella saletta Ambassador del Museo proprio per creare un filo conduttore tra la parte archeologica e l’esposizione off, quindi la Gladiatorimania. Così, grazie alla creatività dell’arte contemporanea, pesanti armature, elmi e calzari diventano leggerissimi involucri di carta.

Per tutta la durata della mostra, posto accanto a queste creazioni ci sarà poi un video che vedrà protagonisti i due ideatori del progetto: in un primo momento si vedrà Sara Lovari costruire una grandiosa armatura con carta riciclata e, subito dopo apparirà Mauro Maurizio Palumbo che vestirà elmo e calzari di cartone brandendo una spada fatta di fogli riciclati. Il progetto parte dall’idea di legare la fantasia con la realtà dei nostri giorni: un rimando all’emergenza sociale dei senza tetto, uomini che, avvolti da cartoni nelle lunghe notti fredde, diventano dei veri e propri gladiatori senza armatura, quelli che combattono per sopravvivere sotto l’ombra di un cartone. 

Per non mancare in nulla, il cantiere all’ingresso del MANN è brandizzato con le illustrazioni di Blasco Pisapia, autore del volume Nico e l’elmo del Gladiatore e, è ora possibile acquistare il volume I Gladiatori, un libro per ragazzi a cura del servizio educativo del Museo ed edito da Panini con le bellissime illustrazioni della Scuola Italiana di Comix ideate da Mario Testa.

A breve partirà anche la nuova piattaforma ICT del Museo grazie alla quale di potrà partecipare ad una visita virtuale assistita da una guida reale remota con funzionalità e-learning; in più, sarà possibile selezionare particolari percorsi tematici o focus su singoli reperti: la navigazione sarà totalmente autonoma e includerà tutti i prodotti digitali realizzati dal Museo

E allora che altro aggiungere, adesso tocca a voi immergervi nell’affascinante mondo dei Gladiatori.

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Mariachiara Di Costanzo

Foto di Giovanni Allocca

Vedi anche: Papavero, un fiore tra la vita e la morte

Mariachiara Di Costanzo

Sono Mariachiara Di Costanzo e tra un latte al nesquik e una tisana al karkadè mi diletto in un mondo fatto di Vogue, tanti sogni e libri sull’antica Grecia. Scrivo poesie di passioni che provano gli altri e amo cantare a squarciagola. Vorrei riuscire ad entrare nella testa delle persone, un po’ come il ritornello della loro canzone preferita.

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