Light and fight: luce e lotta nelle opere di Zehra Doğan

A Calasetta (Sant’Antioco, Sardegna), presso la Fondazione MACC, settembre si illumina con i colori e le ombre delle opere di Zehra Doğan, artista e giornalista curda. La sua mostra – aperta fino al 30 settembre – non è solo esposizione, ma atto di resistenza.
Zehra Doğan ha trasformato la propria vita, segnata dalla prigionia e dalla censura, in una testimonianza artistica che non lascia indifferenti.
Ogni tela racconta un grido soffocato, un ricordo inciso, un’identità che lotta per non dissolversi.
I segni materici, i colori forti, la scelta di materiali di recupero – giornali, cartoni, tessuti – rendono la sua arte testimonianza di corpi e terre ferite, e allo stesso tempo potente affermazione di libertà.
Camminare tra le sue opere significa sostare tra macerie e germogli, ascoltare il dolore ma anche la forza di rinascere. È un’arte che scuote, che chiede allo spettatore di prendere posizione, di non voltarsi dall’altra parte.
La luce che filtra non cancella il caos: lo attraversa, per generare nuovi significati. In questo, Zehra Doğan regala allo spettatore uno spazio di riflessione collettiva e intima, in cui la fragilità si trasforma in energia vitale.
Chi è Zehra Doğan?
Zehra Doğan è un’artista, giornalista e attivista curda, nota per il suo impegno politico e sociale attraverso l’arte e la scrittura. Nata nel 1989 a Diyarbakır, nel sud-est della Turchia, ha studiato Belle Arti all’Università di Dicle e ha cofondato nel 2012 JINHA, la prima agenzia di stampa curda gestita esclusivamente da donne.
Nel luglio 2016, Doğan è stata arrestata a Nusaybin, città al confine con la Siria, e successivamente incarcerata nella prigione di Diyarbakır. Sebbene inizialmente accusata di “appartenenza a un’organizzazione illegale”, è stata condannata nel 2017 a 2 anni, 9 mesi e 22 giorni di carcere per “propaganda terroristica”, a causa di un suo dipinto che rappresentava la distruzione di Nusaybin.
Durante la sua detenzione, ha creato oltre 300 opere utilizzando materiali di fortuna come sangue mestruale, spezie, caffè e giornali, che riusciva a far uscire dalla prigione nascosti tra i panni sporchi. Queste opere sono state esposte in mostre internazionali, tra cui “Avremo anche giorni migliori” al Museo di Santa Giulia di Brescia e “Il tempo delle farfalle” al PAC di Milano.
Doğan ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio per la Libertà di Espressione nel 2019 e il Premio Carol Rama nel 2020. La sua arte continua a essere un potente strumento di denuncia e resistenza contro l’oppressione e la censura.
Lucia Russo
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