Primo PianoSociale

Perché la gentilezza salverà il mondo 

Non solo una parabola moderna. Essere gentili è un momento di connessione umana.

Quando sono uscita di casa c’era il sole. Arrivata in classe faceva caldo e ho pure abbassato il riscaldamento, io. Io che ho freddo sempre. E poi, improvvisamente la grandine.

Al di là di quelle che sono le definizioni banali o scontate, è facile ricorrere ai ragazzi, agli alunni, che di fronte a una domanda apparentemente semplice, offrono uno sguardo ampio e significativo.

Abbiamo bisogno di gentilezza. Quella leggera. Quella potente. Quella che ci rende pienamente umani. Quella che sosteneva Rousseau. Quella che sembra essere l’opposto di ciò che siamo oggi.

Cercherò di usare questi sguardi a mio favore. Niente paura. Trovando sempre il modo. Rafforzo il muscolo della gentilezza. Ripeto in silenzio. Il seme è piantato. Che sia nel fango, nelle condizioni più avverse, o nel mio giardino curato. 

I frutti arriveranno. Percepisco la voce di nonna A. Che dice che tutto andrà bene. E poi, c’è quella perdita più importante. C’è la progressiva e quasi totale scomparsa di quel valore cardine dell’essenza umana, la gentilezza

La gentilezza non ha pretese. La gentilezza vuole spontaneità volta a consolidare, elaborare e aumentare l’autostima. La gentilezza ci rende felici. È il mio stile di vita vincente. 

Vuole essere il risultato di quel mix che prevede una buona dose di autocontrollo, una sicurezza personale certa, e, quel sentimento di stima nei confronti degli altri, a consapevolezza raggiunta. 

Una persona gentile riflette, elabora, considera e risponde in maniera pacata. Produce gentilezza e mira a non degenerare in fenomeni conflittuali. Meno arrabbiature più serenità. 

A un certo punto della lezione, abbiamo capito. Abbiamo capito che siamo felici. Abbiamo capito che la non gentilezza che abbiamo subito, non la dobbiamo subire all’infinito. 

Se rendi felice qualcuno sei gentile. E in fondo, quanto è bello vedere la gente felice?

Non mi sono sentita mai tanto bambina. 

Francesca Scotto di Carlo

Leggi anche: Mettimi in tasca così non mi perdi

Illustrazione di Francesca Scotto di Carlo

Francesca Scotto di Carlo

Ventinove anni, napoletana. Di sé dice di essere un «cumulonembi», testarda, indistruttibile, assertiva. Scrittrice, umanista, attivista, è una di quelle persone con la voglia di cambiare il mondo, un passo alla volta.
Back to top button