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Mettimi in tasca così non mi perdi

È un mestiere difficile quello di chi accompagna chi scrive e lo sanno fare in pochi.

Oggi avrei voluto dirti un po’ di cose e l’avrei fatto entrandoti negli occhi col chiasso dei miei. Una parte di me ti ha lasciato.

Un giorno, all’improvviso.

Un giorno, all’improvviso, ho fatto qualcosa che facevi anche tu, proprio nello stesso modo in cui la facevi tu. Ti somiglio così tanto.

Per ogni strappo al motore, a mia discolpa dico che il controllo lo ha la storia che sto raccontando, non io. Come se fossi sempre strafatta, posseduta, o entrambe le cose.

Dunque per favore, non rallentarmi se sto andando troppo veloce. C’è una continuità che non può essere spezzata.

La morte non è niente. Sei solo nascosta nella stanza accanto o chissà dove. Ma sei sempre tu. Continui a ridere. Conservi tutto quanto il tuo significato.

Sono ad oltre metà strada e vorrei un tuo giudizio su questo mio modo di resistere. Resistere a ciò che imprigiona, ai pregiudizi, ai giudizi affrettati.

E ancora, resistere alla voglia di giudicare e a tutta quanta la cattiveria che si esprime. Resistere alla voglia di arrendersi, al vittimismo, al bisogno di parlare di me.

Vorrei parlarti di me, solo di me, e no a scapito di altri. Vorrei parlarti delle mie mode, delle ambizioni, del centro delle cose, laterali e perdute.

Riprenditi la pelle di un tempo, quella scorticata e precisa. Non togliere il respiro ai tuoi polmoni. È la tua forza e non c’è tempo.

Quando casa è in disordine, e lo è, io penso al peggio che ho provato. C’è di mezzo un muro. Ci sono io che mi sbriciolo a gentile richiesta.

C’è questo mio modo che mi porta a saltare nelle pozzanghere da quand’ero bambina, con o senza i miei stivaletti di gomma. È tutto quello che sento.

E sento anche te. Dentro. Ovunque. E mi nascondo dal mondo e forse anche un po’ da me stessa. Come dentro un abbraccio. Tutto in un abbraccio. Il tuo.

“C’è una legge della psicologia secondo la quale se tu formi nella tua mente l’immagine di quel che vorresti essere, e riesci a conservare quell’immagine abbastanza a lungo, presto diventerai esattamente come quello che pensi.” W.J.

E così alla fine, non hai nulla di cui avere paura. Il cuore delle persone non è qualcosa che puoi comprendere solo perché dici di volerlo fare.

Ci vuole molto altro. E se non hai paura significa che non sei davvero consapevole e folle. E poi ci vogliono gli abbracci.

Francesca Scotto di Carlo

Vedi anche: Accendi la luce

Francesca Scotto di Carlo

Ventinove anni, napoletana. Di sé dice di essere un «cumulonembi», testarda, indistruttibile, assertiva. Scrittrice, umanista, attivista, è una di quelle persone con la voglia di cambiare il mondo, un passo alla volta.
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