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Parigi 2024, tutto ciò che c’è da sapere sulle Olimpiadi francesi

A 100 anni esatti dall’ultima volta che la città francese ha ospitato l’evento, i Giochi Olimpici ritornano a Parigi dal 26 luglio all’11 agosto 2024. 

La capitale francese diventerà, così, la seconda città, dopo Londra (1908, 1948 e 2012), ad ospitare tre volte le Olimpiadi estive, dopo le edizioni del 1900 e del 1924.

Le Olimpiadi di quest’anno saranno protagoniste di tantissime novità, dalle cerimonie di apertura e chiusura alle nuove discipline inserite all’interno del programma: andiamo a scoprirle insieme!

Per quanto riguarda la cerimonia di apertura, non si terrà in uno stadio come è successo per quasi tutte le edizioni precedenti, ma si terrà lungo la Senna, il fiume simbolo di Parigi. 

I 10mila partecipanti, che rappresenteranno in tutto 206 delegazioni, sfileranno lungo la Senna per sei chilometri sui tipici battelli parigini. Le delegazioni, alla fine del percorso, sbarcheranno all’Esplanade du Trocadéro, di fronte alla Torre Eiffel, in cui verrà montata la tribuna autorità e si terranno le esibizioni finali e le cerimonie ufficiali.

Per quanto riguarda gli sport, una delle prime novità è l’introduzione della break dance – chiamata anche breaking, b-boying o b-girling – all’interno del programma olimpico, inserita per svecchiare i Giochi e renderli più appetibili per le nuove generazioni – come ha affermato lo stesso presidente CIO Thomas Bach.

I Giochi Olimpici di Parigi 2024 hanno anche registrato un nuovo primato grazie alle gare di surf. Il surf, introdotto con le Olimpiadi di Tokyo 2020, vedrà lo svolgersi delle gare sull’isola di Tahiti, la più grande isola della Polinesia Francese, situata a 15.700 chilometri da Parigi con ben oltre 22 ore di distanza di aereo. In questo modo, diventerà l’evento olimpico più lontano che si terrà al di fuori della città ospitante.

Per la prima volta all’interno della storia dell’evento, la maratona sarà aperta anche agli atleti dilettanti. Non si svolgerà in contemporanea a quella ufficiale, ma sullo stesso percorso e nelle stesse condizioni degli atleti olimpici. Dal momento in cui non tutti hanno lo stesso livello, affinché gli atleti vivano al meglio l’esperienza, saranno offerti formati di gara differenti. All’interno del sito web ufficiale si può leggere che: “Con questo evento, Parigi 2024 invita i francesi a trarre ispirazione […] dai valori olimpici e a integrarli nella loro vita quotidiana”.

Inoltre, per la prima volta il logo dei Giochi Olimpici sarà lo stesso dei Giochi Paralimpici. Lo stemma è l’insieme di tre simboli iconici per la Francia: la medaglia d’oro, la fiamma e Marianne, un simbolo della rivoluzione e del popolo francese.

Tony Estanguet, leader della candidatura per le Olimpiadi di Parigi 2024 e tre volte campione Olimpico di canoa, ha affermato che la scelta di optare lo stesso simbolo per entrambi i giochi “è per dire che abbiamo la stessa ambizione per questi due eventi, mettere gli atleti Olimpici e Paralimpici sullo stesso livello e celebrare i Giochi allo stesso modo”.

È molto interessante anche l’idea dietro alla creazione della mascotte dell’evento: si chiamano Phryge Olimpica e Phryge Paralimpica, e sono stati creati attorno all’idea di un berretto frigio, cappello tipico francese, simbolo della Rivoluzione Francese del 1789 e adottato successivamente dai sostenitori della Repubblica.

Il berretto frigio, come spiega Tony Estanguet, è un oggetto molto popolare che va ad indicare libertà, e le due mascotte sono state create per andare oltre i confini delle divisioni e raccontare come lo sport sia un linguaggio universale di unione, oltre ad essere un mezzo per la pace.

Irene Ippolito

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Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
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