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La Psicologia nello Sport: quanto la mente influenza le prestazioni?

La psicologia nello sport è una componente cruciale delle prestazioni atletiche: saper gestire alcune dinamiche è fondamentale per non mettere a rischio la propria incolumità fisica, oltre che mentale.

Infatti, bisogna imparare a prendere consapevolezza di se stessi e delle proprie insicurezze in modo da dare il meglio di sé senza rischiare di farsi del male durante la nostra attività sportiva.

Uno degli esempi di come la mente possa influenzare la propria attività fisica in maniera negativa, è quello di Simone Biles alle Olimpiadi di Tokyo 2020: sembrava essere la favorita in qualsiasi disciplina che avrebbe conquistato, ma a causa dei suoi “twisties” (descritti, da chi ne soffre, come una improvvisa dissoluzione del senso dello spazio, una perdita di consapevolezza della propria presenza), che l’hanno portata a fare degli errori, non è riuscita ad andare avanti perché l’avrebbero messa in pericolo.

Aveva quindi deciso di mettersi in secondo piano per lavorare sulla consapevolezza di sé, lasciando spazio alle sue colleghe.

Ho raccontato ciò per far capire quanto sia importante riconoscere i propri limiti, i propri problemi, affinché si riesca a lavorare meglio su come risolverli e superarli.

Anche la fiducia in se stessi è importante per il successo sportivo: gli atleti che credono di poter affrontare e superare le sfide, con tutti gli ostacoli annessi, hanno maggiori probabilità di avere delle prestazioni positive. Inoltre, costruire l’autoefficacia – vale a dire la convinzione che si possa avere successo in situazioni specifiche – è un obiettivo comune nella psicologia dello sport.

Inoltre, è fondamentale per chi pratica sport usufruire di tecniche di rilassamento, respirazione e visualizzazione per affrontare l’ansia, sentimento che viene sperimentato spesso dagli atleti insieme allo stress prima delle competizioni. Questo perché la psicologia dello sport può aiutare a sviluppare strategie per gestire questi fattori emotivi che, se non sono controllati, possono influenzare negativamente le prestazioni.

È importante, infatti, saper gestire le proprie emozioni: la psicologia dello sport aiuta a saper riconoscere e gestire le emozioni, trasformando le reazioni emotive negative in energia positiva, così da potersi concentrare sulle prestazioni. 

A proposito della concentrazione, bisogna avere la capacità di concentrarsi e di focalizzarsi sulle attività che si stanno svolgendo, ignorando distrazioni esterne e mantenendo alta la concentrazione, affinché si riesca ad ottenere un lavoro svolto al meglio delle nostre potenzialità, senza però dimenticarsi di prendere delle pause per ricaricare le energie.

Un concetto importante in merito alla concentrazione, introdotto nel 1975 da Mihály Csíkszentmihályi, è quello del flow (o esperienza ottimale): questa condizione è uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa in un’attività, dove l’individuo che la applica è totalmente coinvolto in ciò che fa; quindi, potrebbe essere applicata tranquillamente anche in ambito sportivo.

Importante è anche l’uso della visualizzazione mentale: gli atleti, creando immagini mentali positive e dettagliate di esperienze desiderate o obiettivi, possono migliorare le prestazioni. 

Durante la visualizzazione, gli atleti possono immaginare di eseguire azioni specifiche correlate al loro sport affinché riescano poi replicarle nella realtà (un esempio può essere un giocatore di golf che inizia ad immaginare il perfetto swing di un bastone). È importante sottolineare che la visualizzazione deve essere sistematica e regolare per ottenere massimi benefici.

È molto importante anche saper affrontare le sconfitte e le critiche, così da imparare dai propri errori e rimanere concentrati sugli obiettivi a lungo termine, riducendo così l’impatto emotivo negativo delle critiche e delle delusioni.

In conclusione, il fattore psicologico nello sport è importante tanto quanto l’esercizio fisico: sono entrambe delle meccaniche che devono essere allenate in maniera costante così da evitare qualsiasi tipo di effetto negativo sul corpo e sulla mente.

Irene Ippolito

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Iris Ippolito

Sono Irene “Iris” Ippolito, classe 2002 nata e cresciuta a Napoli. Tra un libro ed un altro, ho scoperto di voler lavorare nel mondo dello spettacolo e della scrittura. La mia passione per lo spettacolo è nata grazie anche al laboratorio teatrale ScugnizzArt, che mi ha accompagnato alla scoperta di me stessa per ben 3 anni. Lo sport è quel mondo che mi ha dato la spinta di mettermi in gioco nella scrittura, diventando il mio migliore amico.
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