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Pe’ fforza vuleva ‘e nummere

È il mitico don Gaetano, in Così parlò Bellavista, l’uomo sfregiato da un guappo.

È “l’assistito”, una figura al limite tra leggenda, paranormale e ciarlatano. Si tratta di un uomo ritenuto capace di riportare dai defunti, in sogno o in visioni mistiche, i numeri vincenti da giocare al Lotto.

Non per forza numeri secchi, ma, a volte, veri e propri racconti da interpretare secondo la Smorfia: testo che traduce uomini, fatti e circostanze in numeri da 1 a 90. 

E la Serao, vista l’inquietante situazione venutasi a creare con l’introduzione del gioco del lotto, ne ha denunciato, apertamente, gli effetti devastanti che si riflettevano sulla società. 

A Napoli riflettono. Qui è dove il bene e il male si confondono. Noi ne vediamo le cuciture, le giunture, le crepe e le imperfezioni. E la bellezza. La tanta bellezza. Nonostante tutto. 

Il Paese di cuccagna, è il romanzo scritto dalla celebre scrittrice di adozione partenopea Matilde Serao, e, rappresenta una denuncia vera e propria di quella che vuole essere la rovina morale e sociale della città di Napoli e provincia, perseguitata dal gioco del lotto. 

Apparso nel 1890, e per la prima volta, sulle pagine del quotidiano napoletano il Mattino, sotto forma di puntate, l’anno seguente fu trasformato in volume presso l’editore Treves di Milano.

Con il paese di cuccagna, l’autrice, acuta osservatrice della realtà, ne andò a cogliere un aspetto assai sentito, a quell’epoca, dal popolo napoletano, appunto il gioco del lotto, inventato a Genova, intorno alla seconda metà del secolo sedicesimo, ma introdotto, solo nel 1682, nel capoluogo campano. 

Durante il periodo dell’unificazione d’Italia il lotto si diffonde un po’ dappertutto, sia pure con caratteristiche differenti, ma trova il terreno ideale per attecchire a Napoli più che altrove. Da ciò la convinzione che il gioco del lotto sia nato a Napoli.

Il carattere fatalista e creativo del popolo napoletano riesce a creare una filosofia dei numeri, attribuendo loro un significato. L’evento di cronaca, il fatto curioso di cui si è spettatori o protagonisti o qualsiasi avvenimento può regalare i numeri vincenti. Purché sia ben interpretato.

E i sogni sono una fonte inesauribile di situazioni da interpretare. In qualche caso l’interpretazione non è nemmeno necessaria. Infatti, un caro estinto può apparire in sogno e dare esplicitamente i numeri da giocare. Da questo deriva, a torto o a ragione e sia pure in maniera indiretta, il carattere superstizioso che viene attribuito ai napoletani.

“Io mi distruggo, è quello che voglio; nell’attesa, in questo clima asmatico creato dalle convinzioni, in questo mondo di oppressi, io respiro; respiro a modo mio.”

Sogni disillusi e miseria. Sentirsi perso dentro e fuori. Ritrovarsi per poi perdersi di nuovo. È la tentazione di esistere. 

Francesca Scotto di Carlo 

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Francesca Scotto di Carlo

Ventinove anni, napoletana. Di sé dice di essere un «cumulonembi», testarda, indistruttibile, assertiva. Scrittrice, umanista, attivista, è una di quelle persone con la voglia di cambiare il mondo, un passo alla volta.
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