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Le cose che non lasci andare – in una tazza di te – 

Io ti ho promesso, che, per ogni volta che mi sentirò triste e insicura, cercherò di vedermi attraverso i tuoi occhi. 

Sto per i fatti miei. E penso, uh se penso. Se chiudo gli occhi e penso a dove vorrei essere ora, la Norvegia è, probabilmente, la meta più quotata nella mia testa.

Il freddo. Quello che vorrei in questo momento. Troppo facile. Facile dire. Urlare al mondo la verità significa prendere sul serio qualcosa che non lo è affatto. 

“È la nostra immaginazione la causa dell’amore, non l’altra persona.” M.P.

Mentre guardavamo i colori, nonna A. Ha detto di volerne uno trasparente. E subito, la prima cosa a cui ho pensato, è stata che, no, non fosse divertente. 

Le ho chiesto come mai. Come mai ne volesse uno trasparente. E lei, mi ha detto che, le sue mani sono brutte, e che non le tiene di attirare l’attenzione su di esse.

Dentro un sorriso ho pianto. E poi detto che, le sue mani, raccontano tutta quanta la storia della sua vita. Raccontano una storia d’amore, impegno e dolore. 

Queste mani, nonna A. Hanno toccato e tenuto cose che noi, qui e adesso, possiamo solo contemplare. Queste mani che, ho visto nude, sopra un tavolo, le ho viste pallide, e poi combattere. E vincere. E poi perdere. Perdere tutto.

Certe mani, son fatte per essere abitate, e in queste mani, io, avrei voluto abitare sempre. 

Abbiamo optato per lo smalto rosso.

A volte, gli altri, trovano la bellezza in ciò che ci fa sentire insicuri. 

Oggi poche, essenziali, parole.

Francesca Scotto di Carlo 

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Francesca Scotto di Carlo

Ventinove anni, napoletana. Di sé dice di essere un «cumulonembi», testarda, indistruttibile, assertiva. Scrittrice, umanista, attivista, è una di quelle persone con la voglia di cambiare il mondo, un passo alla volta.
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