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Cosa leggiamo quest’estate? Scelte opinabili e pochi consigli

L’estate è arrivata, nonostante il cattivo tempo, le piogge che continuano a bagnare l’Italia e le nuvole che non sembrano voler andar via.

Se siamo a questo punto, significa che, bene o male, l’abbiamo sfangata anche quest’anno.

Ed eccoci infatti a parlare di consigli di lettura estivi, da mare e da montagna, da collina per chi vuole, da barca per chi può e da divano per tutti.

Si sconsigliano copertine rigide e volumi troppo considerevoli. L’enciclopedia Treccani è senza dubbio una scelta interessante ma, almeno per questa stagione, meglio esposta in libreria piuttosto che caricata su una spalla.

So che i cultori del libro come oggetto sacro non saranno felici di immaginare le briciole di cibo – i taralli a questo scopo sono perfetti – che si infilano tra le pagine, orribilmente sgualcite, ingiallite, bagnate di salsedine e con le orecchie a margine, marchiate da appunti e brutte sottolineature, che partono storte per finire ancora peggio di come erano partite.

Ma meglio un libro mal ridotto perchè letto, piuttosto che uno in perfette condizioni, “poco usato – praticamente nuovo”, che non ha potuto godere neanche del privilegio di essere sfogliato.

Per i non amanti della carta stampata, ricordo che c’è una miriade di dispositivi mobili che aspettano solo voi.

Quindi, cominciamo.

Per chi vuole commuoversi, si consiglia Fame d’aria, quella che probabilmente soffriremo sotto i quaranta gradi di agosto. La storia, scritta da Daniele Mencarelli, tratta di un padre, burbero e stanco, e di un figlio, silenzioso e disabile. Il centro della narrazione è l’evoluzione del rapporto tra i due, colpito a ripetizione dal peso della malattia e affiacchito a un tempo dal rimorso e dalla paura.

Altro consiglio di lettura, di stile differente, è God save the Queer di Michela Murgia. La scrittrice, fervente femminista e cattolica, spiega il delicato rapporto tra femminismo e cattolicesimo, rispondendo a dubbi, interrogativi e incoerenze che le sono state mosse negli anni o che si è posta lei stessa. Una proposta innovativa, per chi, se non in Dio, crede almeno nel potere delle parole.

Dal repertorio dei cinque finalisti del Premio Strega, per scelta personale, si propone Mi limitavo ad amare te di Rosella Postorino, un libro che riporta il lettore sul conflitto che, a fine Novecento, ha scosso l’ex Jugoslavia, così come oggi si continuano a scuotere Russia e Ucraina, in una guerra silente che, giorno dopo giorno, continua a contare più vittime e più carnefici.

Il resto delle proposte del Premio che, come temi principali, vede i rapporti familiari, la necessità della solitudine e la capacità di comprendere e accettare, per primi se stessi e i propri limiti, e poi quelli degli altri, la lascio qui, che è sempre utile.

Per chi ha già letto Nel modo in cui cade la neve e Fabbricante di lacrime – libro più venduto del 2022 – questa non sarà una novità. Stigma, il nuovo atteso titolo dell’autrice Erin Doom, che ha svelato da poco la sua identità a Che tempo che fa, è in libreria.

Per chi cerca un giallo, lascio qualche consiglio: la storia di Madame le commissaire e il quadro misterioso di Pierre Martin, l’avventura tutta italiana di Il quarto testimone scritta da Paolo Pinna Parpaglia e L’enigma dello zodiaco di Iacopo Cellini

Se invece, nelle serate estive, vi piace cercare il romanticismo guardando l’orizzonte, perfetti per voi sono La piccola libreria sul Tamigi di Frida Skybäck e In amore vince chi rischia di Anna Premoli.

Per finire, se avete poco tempo o vi distraete facilmente e preferite i racconti, c’è Napoli stanca, una raccolta dei racconti di 17 scrittori a cura di Mirella Armiero.

Ogni proposta è sindacabile e tutte sono valide.

Qualsiasi sia la vostra scelta, tra queste, al mercatino o in libreria, non è detto che sarà quella giusta, ma almeno vi avrà offerto un ottimo argomento di cui discutere con i vicini di ombrellone. 

Stefania Malerba

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Stefania Malerba

Sono Stefania e ho poche altre certezze. Mi piace l’aria che si respira al mare, il vento sulla faccia, perdermi in strade conosciute e cambiare spesso idea. Nel tempo libero imbratto fogli di carta, con parole e macchie variopinte, e guardo molto il cielo.
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