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Mixed by Erry: tra storia e leggenda

I ricordi più belli di questi miei primi 28 anni di vita li ho sicuramente in gran parte nella mia infanzia: un’infanzia felice, spensierata e carica d’amore. 

Nonostante i continui alti e bassi che l’esistenza ci propina, non ricordo un solo “momento no” che non si sia concluso con una pacca sulle spalle o con un sorriso. 

Dopo la morte dei miei nonni, io e la mia famiglia ci siamo occupati della manutenzione del terreno attorno al loro casolare; dopo il lavoro e dopo la scuola andavamo tutti lì. Ricordo il tragitto verso il terreno – appena 5 minuti d’auto – come un “viaggio”, un viaggio fatto di verde e musica. 

Avevamo una Fiat panda 4×4 con un lettore di cassette: il repertorio era vasto, si passava da Gigione ai Pink Floyd (tutto ci si può recriminare, tranne la duttilità). Spesso erano audiocassette comprate ai mercatini delle pulci e 2 su 10 erano originali. Ancora oggi alcune sono custodite a casa dei miei genitori, piccoli cimeli legati a tanti bei momenti. 

Chi è nato tra gli anni ’70 e gli anni ’90 sa di cose sto parlando: per quanto bella possa essere la “velocità” di fruizione che ora viviamo, la lentezza del copiare una cassetta e la pazienza del riavvolgere il nastro è inspiegabile. 

Ed è proprio su questo lavoro di calma che alcuni nel post “boom economico” italiano han creato il loro “business”; pari a quello delle sigarette di contrabbando, vi era lo spaccio delle cassette, lo spaccio della musica. 

A Napoli, città intraprendente e dove professionisti lavoravano a nero, una famiglia emerse in questo particolare settore della pirateria: i fratelli Frattasio, oggi protagonisti della produzione NetflixMixed by Erry”. 

Peppe, Angelo e Enrico – “Erry” sono tre fratelli di Forcella, quartiere modesto di Napoli, dove insieme al padre Pasquale hanno una vendita di contrabbando di tè spacciato per whisky. Enrico ha la passione per la musica e vorrebbe fare il dj, ma la sua poca presenza scenica blocca la sua “carriera”; mentre rincorre il suo sogno, per mantenersi lavora in un negozio, dove è possibile acquistare stereo e cassette ed è proprio in queste 4 mura che inizia il suo lavoro di duplicatore…

Pochi anni e numerosi miliardi di lire dopo con i due fratelli fonda una casa discografica per coprire i suoi “ingressi” economici, ma questa mossa non trae in inganno un finanziere che a distanza di qualche tempo dall’inizio delle indagini, procede al loro arresto. Nel frattempo però le loro cassette vanno oltre confini e la loro diviene un’azienda internazionale. 

Ma quanto c’è di vero in questo film? “Tratto da una storia vera”, ma il film è pur sempre romanzato. Enrico ora ha 60 anni e fa scatole, Angelo è un grossista di scarpe e abbigliamento, Peppe si occupa di telefonia. La loro, seppur dai tratti goliardici, è una storia di riscatto – anche se tardivo -. 

Vivere a Napoli non è facile, ma nascervi ancor meno…e nascere in una famiglia dove ci si arrampica per campare di stenti inevitabilmente (?) ti plasma; gli errori e i crimini si pagano davanti alla legge e i fratelli Frattasio, i primi in Europa ad essere condannati per pirateria, hanno pagato. 

L’unica costante, l’unico filo conduttore? L’amore viscerale per la musica.

Qualche curiosità

  • Ciò che è narrato nel film non corrisponde, almeno non completamente, alla realtà; Erry stesso ci consiglia di leggere “Mixed by Erry” di Simona Frasca, edito da “ad est dell’equatore”.
  • Chi è il regista di questa pellicola? Il salernitano Sydney Sibilia, già produttore di Smetto quando voglio e L’incredibile storia dell’isola delle Rose.
  • La colonna sonora di Mixed by Erry è ‘O dj (Don’t give up) di Liberato, scritta appositamente per il film. Il testo narra proprio la storia di Erry e del suo sogno di fare il dj.  

“Don’t give up,

Tu si ‘o piezzo, i’ songo ‘o DJ,

Don’t grow up,

È pe’tté che faccio ‘o DJ”. 

Antonietta Della Femina

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Antonietta Della Femina

Classe ’95; laureata in scienze giuridiche, è giornalista pubblicista. Ha imparato prima a leggere e scrivere e poi a parlare. Alcuni i riconoscimenti e le pubblicazioni, anche internazionali. Ripete a sé e al mondo: “meglio un uccello libero, che un re prigioniero”. L’arte è la sua fuga dal mondo.
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