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Il mondo sordo è un gruppo etnico?

È noto che c’è un Mondo dei Sordi in Italia, così come negli Stati Uniti e in molte altre nazioni.

Negli Stati Uniti, il Mondo dei Sordi include alcuni milioni di cittadini la cui prima lingua è la Lingua dei Segni Americana e che si identificano come membri di quella cultura di minoranza. 

I termini inglesi deaf (“sordo”), hearing impaired (“non udente”) e deaf community (“comunità dei sordi”) sono invece usati comunemente per indicare un gruppo molto più ampio e variegato del Mondo dei Sordi. La maggior parte delle persone che sono nel gruppo più ampio comunica primariamente in una delle lingue parlate; non si identifica con il Mondo dei Sordi, non partecipa alle sue organizzazioni, non professa i suoi valori e non segue gli usi di questo Mondo; queste persone si considerano come udenti disabili. 

Dunque, in Italia come altrove, esiste un piccolo Mondo dei Sordi che usa la Lingua dei Segni Italiana e una numerosa popolazione di sordi che non la usa.

Quello meno ampio, chiamato “Mondo dei Sordi”, è un vero e proprio gruppo etnico e non un gruppo di disabili, e spesso l’incapacità di comprenderlo è alla base di alcune questioni etiche che riguardano la relazione della maggioranza con questa minoranza (come la consulenza genetica, i test genetici, la terapia genetica, gli impianti cocleari nell’infanzia e l’educazione).

Per prima cosa, le ragioni per cui il Mondo dei Sordi è un gruppo etnico sono le proprietà e i criteri che sono stati proposti dai sociologi per caratterizzare un gruppo sociale come gruppo etnico:

nome collettivo: il Mondo dei Sordi ce l’ha

sentimento di comunità: il riconoscimento di sé, e il riconoscimento da parte degli altri, è una figura centrale dell’etnicità. E infatti gli italiani nel Mondo dei Sordi hanno un forte sentimento di identificazione con quel Mondo e gli sono molto fedeli. Questo non è sorprendente: il Mondo dei Sordi offre a molti Sordi italiani quello che non possono trovare a casa: la possibilità di comunicare facilmente, un’identità positiva, e un surrogato della famiglia. Il Mondo dei Sordi ha la percentuale più alta di qualsiasi altro gruppo etnico di matrimoni tra i propri membri (quasi il 90%)

norme di comportamento: nella cultura Sorda, ci sono delle regole per mettersi in relazione con il Mondo dei Sordi. Per prendere delle decisioni (il consenso è la regola, non l’iniziativa individuale); per gestire le informazioni; per costruire il discorso; per ottenere una posizione di importanza; per gestire i debiti; e molte altre norme ancora

valori caratterizzanti: le persone sorde danno grande importanza alla loro identità Sorda, che il Mondo degli Udenti invece stigmatizza; danno importanza alla loro lingua dei segni e agiscono per proteggerla e arricchirla; danno importanza alla lealtà, alla propria cultura, agli istituti, al contatto fisico 

conoscenza: le persone Sorde hanno una conoscenza specifica della propria cultura. Sanno chi sono i loro leader (e ne conoscono le proprietà caratteristiche), sanno come la pensa la base del Mondo dei Sordi, sanno quali sono gli eventi importanti nella storia dei Sordi, sanno come gestire situazioni difficili con le persone udenti. Conoscono i valori del Mondo dei Sordi, i suoi usi, e la sua struttura sociale

usi: il Mondo dei Sordi ha i propri modi di presentarsi e di salutarsi, di fare a turno nel parlare, di parlare in modo diretto e di parlare in modo educato, e ha i propri tabù

struttura sociale: ci sono numerose organizzazioni nel Mondo dei Sordi italiano: organizzazioni atletiche, sociali, politiche, letterarie, religiose, etniche, di anziani, e altre ancora

linguaggio: la conoscenza della Lingua dei Segni è un tratto fondamentale dell’etnicità Sorda. Il Mondo dei Sordi si distingue nettamente dal Mondo degli Udenti perché usa un linguaggio che non è basato sul suono. La lingua dei segni del Mondo dei Sordi è al centro dell’autenticità di questo mondo

arti: in primo luogo, ci sono le arti linguistiche in lingua segnata: le narrazioni, i racconti, l’oratoria, l’umorismo, i racconti folcloristici, i giochi di parole, la pantomima, e la poesia. Poi, ci sono le arti teatrali e visive che rappresentano la cultura e l’esperienza dei Sordi. Così come gli americani sostengono e propagandano la storia del “sogno americano”, alcune narrazioni di successo Sordo rafforzano la credenza che essere Sordi sia una cosa buona e giusta

storia: il Mondo dei Sordi ha un ricco passato che viene narrato in racconti, libri, film. I membri del Mondo dei Sordi hanno un interesse particolare per la propria storia. Il motivo è che il passato è una risorsa nella ricerca collettiva del significato. Sentire di avere una storia comune contribuisce ad unire le generazioni successive

parentela: alcuni studiosi sostengono che il nucleo dell’etnicità sta nelle proprietà culturali che abbiamo esaminato, quindi essere apparentati in qualche senso non è necessario per il Mondo dei Sordi o per ogni altro Mondo per qualificarsi come gruppo etnico. Ciò in cui consiste davvero l’essere apparentati, sostengono altri studiosi, è un legame con il passato: l’essere apparentati ha che fare con la “continuità tra le generazioni”. Il Mondo dei Sordi trasmette infatti le proprie norme, la propria conoscenza, il proprio linguaggio e i propri valori da una generazione all’altra: in primo luogo attraverso il contatto del bambino Sordo con i genitori o il genitore Sordo, in secondo luogo attraverso la socializzazione con i propri simili, e cioè bambini Sordi che non hanno genitori Sordi. Per altri studiosi ancora, ciò che conta davvero è la somiglianza biologica; in questo caso i membri del Mondo dei Sordi sono apparentati in quanto si somigliano biologicamente essendo persone “visive”. Infine, molti studiosi insistono che i gruppi etnici hanno, almeno, un legame di sangue presunto. E infatti la maggior parte delle persone Sorde che si identificano con la cultura Sorda nascono sordi o diventano subito sordi per ragioni ereditarie.

La ragione predominante per rifiutare di considerare le persone sorde come membri di un gruppo di persone con disabilità riguarda come le persone sorde vedono se stesse. Le persone che sono cresciute come sorde e che si sono integrate nella cultura Sorda, normalmente, non vedono se stesse come un gruppo di persone con disabilità. Dunque, adottare l’etichetta di disabile nella speranza che potrebbe aiutare i sordi a ottenere maggiori diritti è completamente sbagliato perché le persone sorde non credono di essere “diverse”. 

Per le persone sorde, arrendersi in qualsiasi modo a come gli altri le definiscono vuol dire dare una rappresentazione sbagliata di se stesse. E questa è la prima ragione per rifiutare quell’etichetta. 

I sordi sono orgogliosi di esserlo e di appartenere a una comunità. 

È questo che più colpisce. 

Tuttavia, questa autoaffermazione e difesa della propria sordità non sempre è compresa e conosciuta al mondo degli udenti. Infatti, i sordi sono una “minoranza organizzata”, con una propria lingua, propria tradizione e usi, ma, come troppo spesso accade a chi è bollato come “minoranza”, tutto ciò rimane un mondo sconosciuto agli “altri”, alla maggioranza. 

Ciò che ne consegue è una sorta di scissione tra i “due mondi”, quello dei sordi (orgogliosi di esserlo) che chiedono uguali diritti, e quello degli udenti che vedono i sordi solo come portatori di un handicap, persone da aiutare per eliminare il deficit uditivo.

Durante alcune ricerche si è compreso che i sordi non sono tutti uguali. All’interno di questo mondo esiste grande eterogeneità: c’è chi difende l’uso della LIS (lingua dei segni) e chi, invece, la rifiuta, optando per l’impianto cocleare. A questo proposito, non si dovrebbe parlare di “mondo” dei sordi, ma di “mondi dei sordi”. L’impianto cocleare è un argomento che divide: c’è chi è favorevole e lo ritiene la soluzione, e chi invece lo rifiuta a priori. 

Entrambe le posizioni sono estreme, dunque non funzionali al reale benessere della persona sorda. 

L’obiettivo di chi cerca di “curare” il deficit con ausili tecnologici è quello di far integrare il sordo nella società, tuttavia ciò nasconde il tentativo di omologarlo alla cultura di riferimento. In altri termini, invece di valorizzare e prendere atto dell’esistenza di una cultura con tradizioni e storie proprie, rifiuta la diversità altrui. 

La reazione del sordo è, dunque, quella di allontanamento e chiusura, che si configura come un meccanismo di difesa per preservare la sua identità, con la conseguente chiusura da entrambe le parti che può ostacolare la reale integrazione dell’individuo nella società, senza permettere un arricchimento vicendevole.

Oggi i sordi, nel loro percorso di studi primari e secondari, si trovano in molti casi in una situazione di svantaggio culturale rispetto agli udenti, proprio per la scarsa competenza nella lingua scritta. 

Vi è ancora molto lavoro da fare per quanto riguarda l’educazione e, attualmente, vi è la consapevolezza in molti educatori che la LIS e una giusta integrazione e conoscenza dell’identità e cultura sorda possa essere uno strumento importante nel processo educativo.

Serena Palmese

Leggi anche: Nessuna barriera – Giornata internazionale delle persone con disabilità

Serena Palmese

Mi piacciono le persone, ma proprio tutte. Anche quelle cattive, anche quelle che non condividono le patatine. Cammino, cammino tanto, e osservo, osservo molto di più. Il mio nome è Serena, ho 24 anni e ho studiato all’Accademia di belle Arti di Napoli. Beati voi che sapete sempre chi siete. Beati voi che sapete sempre chi siete.
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