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Io mi chiamo Stefano Nazzi, faccio il giornalista da tanti anni…

Il podcast de Il Post, scritto e narrato dal giornalista Stefano Nazzi, non è la classica trasmissione crime. Nessun abbellimento, nessun sentimentalismo, ma una spiegazione dettagliata delle indagini svolte nei casi di cronaca nera più famosi d’Italia.

Una volta a mese, il primo del mese, sui principali canali audio molti attendono l’appuntamento con un podcast diventato virale in davvero poco tempo: Indagini, programma pubblicato da Il Post a partire da aprile 2022 e scritto dal giornalista Stefano Nazzi, che ne è anche il narratore.

Quello che differenzia Indagini dai tanti altri podcast crime italiani di simile successo (vedi Veleno, La città dei vivi o Demoni Urbani) non è solo la distribuzione così dilatata nel tempo, fenomeno che crea un certo tasso di suspence negli appassionati. Nazzi, infatti, non parla soltanto dei casi in sé, ma soprattutto di quello che succede dopo nelle indagini eseguite e di come si è giunti alla soluzione, e di come la stampa e i media abbiano avuto (o meno) un’influenza sulle inchieste. 

Negli undici appuntamenti avvenuti fino a febbraio 2023, Indagini ha raccontato il punto di vista della parte operativa di casi noti come l’omicidio di Yara Gambirasio a Garlasco, il delitto di Cogne e la strage di Erba. In ognuno degli episodi, diviso sempre in due parti da circa 40 minuti l’una, al racconto dettagliato di Stefano Nazzi su metodologie, date, orari e moventi, si alternano i pareri di criminologi, psicologi, agenti di polizia e stralci di interviste di persone vicine ai fatti.

Il risultato, quindi, è quello di comprendere un meccanismo giudiziario molto complesso, che appare sempre estremamente semplificato attraverso i filtri dei media. Il potere di Indagini risiede proprio nella decisione di non voler prendere parte al meccanismo che rende i delitti storielle da bar. Non c’è spazio per le narrazioni e i giudizi personali, non è quel tipo di podcast. E, se ci pensiamo, da una parte è anche giusto: gli episodi di cronaca nera non sono trame elaborate di intrattenimento, ma storie spaventose di vittime e carnefici, spesso romanzate e svuotate della loro crudeltà.

Alessia Capasso

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Alessia Capasso

Irpina di nascita, comunicatrice per scelta. Il primo libro che ho letto: un'antologia di miti greci a sette anni. Mi sento veramente felice quando visito un castello antico. Parlo di cultura, con uno sguardo sempre rivolto al passato, e tematiche sociali.
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